Truman Capote libri da leggere per “viaggiare” e scoprire gli USA seguendo le parole, le emozioni e le ispirazioni di uno dei più grandi autori della letteratura americana contemporanea. Consigli, brevi itinerari, link di approfondimento e qualche curiosità.
Truman Capote, pseudonimo di Truman Streckfus Persons, è stato, e rimane senza ombra di dubbio, una delle voci più originali, intense e potenti della letteratura americana del Novecento.
Ci ha lasciato un’incredibile produzione letteraria, capolavori come A sangue Freddo e Colazione da Tiffany, ma anche opere teatrali, sceneggiature, interviste, inchieste e diversi racconti brevi. Narrazioni che traggono linfa ed ispirazione dal suo vissuto (personale e sociale) e che, forti della approfondita caratterizzazione psicologica dei suoi personaggi e delle accurate descrizioni delle scene in cui questi si trovano ad interagire, riescono a trasportare il lettore all’interno della storia e a renderlo spesso e volentieri parte integrante di essa.
Impossibile citare in un solo articolo tutti i suoi scritti.
Così ho pensato di selezionare e recensire qui di seguito alcune delle sue produzioni che ho più amato – da cui è possibile anche trarre idee e spunti di viaggio, cliccate sui nomi dei luoghi per approfondire – e che mi hanno trasportata e fatto rivivere le atmosfere di diverse zone degli States a cui sono particolarmente legata.
Buona lettura e … buon viaggio!
“La vita è una commedia abbastanza buona con un terzo atto decisamente mal scritto!”
(Truman Capote)
Colazione da Tiffany – Breakfast at Tiffany’s il titolo originale – è il romanzo più famoso di Truman Capote, divenuto celebre a livello mondiale grazie anche alla trasposizione cinematografica del 1961 con Audrey Hepburn e George Peppard.
Nonostante il successo di pubblico ottenuto ai botteghini, posso assicurarvi che vedere il film e leggere il libro sono due cose totalmente diverse, a cominciare dalla trama fino alla caratterizzazione ed alla psicologia di molti dei personaggi, al punto che lo stesso Capote non fu molto felice del risultato dell’adattamento cinematografico.
Per quanto abbia amato il film, grazie soprattutto all’interpretazione di una divina Audrey Hepburn, devo ammetterlo, resto fedele al libro ed alle parole di Capote.
Holly Golightly, la protagonista, è una ragazza eccentrica dal passato difficile e dalla personalità controversa, dolce ed ingenua ma al tempo stesso tremendamente testarda ed irrequieta. Ogni singolo aspetto del suo carattere influenzerà le sue scelte portandola a vivere una vita di eccessi, poche gioie e tante delusioni.
La narrazione prende il via da un bar dell’Upper East Side, dove Joe, il barista, ritrova una vecchia fotografia che gli ricorda Holly, la ragazza di cui era innamorato. Da qui parte un flashback che narra dell’amicizia tra il narratore, Paul, e la stessa Holly, sua vicina di casa nell’Upper East Side.
Sullo sfondo la New York di fine anni ‘50, con tutte le sue luci ed ombre.
Incontro d’Estate è il primo vero romanzo di Truman Capote, nonostante sia stato pubblicato solo molti anni dopo la sua morte.
Iniziò a scriverlo nel 1943, quasi ventenne, e non lo terminò mai, o almeno così aveva fatto credere.
Nel 2004, molti anni dopo la sua morte, il manoscritto originale fu ritrovato nella vecchia casa di Brooklyn di Capote, insieme a molti altri suoi scritti e documenti. Messo all’asta da Sotheby’s, fu acquistato della Truman Capote Literary Trust e pubblicato postumo nel 2005.
Grady O’Neil – che potremmo definire una Holly Golightly ante litteram – è una viziata e capricciosa ragazza di 17 anni, di una facoltosa ed importante famiglia di New York, che decide di non seguire i genitori a Parigi per le vacanze estive ma di restare a New York per poter vivere in libertà la relazione (passionale e burrascosa) con Clyde Manzer, un giovane ragazzo ebreo.
Sarà un’estate folle e drammatica.
Il 15 Novembre del 1959 in una cittadina del Kansas viene commesso un terribile omicidio, un proprietario terriero, sua moglie e i loro due figli vengono trovati brutalmente assassinati. La notizia cattura l’attenzione di Truman Capote che si reca sul luogo dell’omicidio con la sua amica d’infanzia, la scrittrice Harper Lee. Insieme seguono le indagini dell’agente Alvin Dewey che porteranno poi alla cattura, al processo ed all’esecuzione dei colpevoli.
Capote pubblica un incredibile ed accurato reportage sull’intera inchiesta, prima a puntate sul New Yorker nel 1965 e poi l’anno successivo in una produzione letteraria, A Sangue Freddo, che scala le vette delle classifiche americane e finisce col renderlo una vera celebrità.
Un libro che ha dato il via ad un vero e proprio genere letterario – il romanzo verità – a metà strada tra la realtà delle inchieste giornalistiche ed il potere evocativo della finzione narrativa.
Una casa a Brooklyn Heights, è un breve saggio che fa riscoprire luoghi, storie e personaggi di una parte della “vecchia” Brooklyn, quella che lo stesso Capote definiva “The Heights”.
Un’originale chiave di lettura sul quartiere di Brooklyn in cui Capote visse dalla fine degli anni’50.
Un viaggio fatto di memorie personali e narrazioni sagaci, dimore storiche, costruzioni ormai scomparse, vecchi locali sopravvissuti al tempo ed eccentrici personaggi “in cerca d’autore”.
Qui un articolo dettagliato su trama e curiosità con un breve itinerario alla scoperta della Brooklyn di Capote.
L’arpa d’erba è senza ombra di dubbio il mio romanzo preferito per quel che riguarda Truman Capote.
“Senti? E’ l’arpa d’erba.
Conosce la storia di tutta la gente della collina, e quando saremo morti racconterà anche la nostra.”
(Dolly Talbo – L’Arpa d’erba)
Con la sua incredibile capacità evocativa e con un (ennesimo) sorprendente lavoro di caratterizzazione dei suoi personaggi (vien quasi voglia di salire assieme a Dolly, Catherine e Collin sulla casa sull’albero e di fermarsi lì con loro per la notte) racconta – con evidenti riferimenti autobiografici, il giovane Collin prende vita grazie ai ricordi ed al vissuto del giovane Capote – di un piccolo centro dell’Old Deep South, e delle vicende tragiche ed esilaranti, delle passioni, delle speranze, degli errori, degli orrori, dei sogni perseguiti ed infranti dei suoi abitanti.
Più che un romanzo, una raccolta di vite, emozioni e frammenti sparsi d’umanità.
Un Natale, è un saggio breve di Capote che raccoglie due racconti autobiografici, Un ricordo di Natale del 1956 ed Un Natale del 1982.
Due racconti che racchiudono l’essenza più tradizionale, autentica e genuina del giorno più atteso ed amato dell’anno.
Un Natale raccontato prima attraverso gli occhi e le emozioni di un ragazzino e delle sue scorribande con l’amata zia Sook ed il cane Queenie in un paesino dell’Alabama, e poi attraverso le parole di quel medesimo ragazzo, ormai maturo (lo stesso Capote), che ricorda con rimpianto un Natale trascorso a New Orleans con il padre in una grande casa rosa del French Quarter con i balconi in ferro battuto.
Una lettura che scalda il cuore ed amplifica le emozioni.
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