Itinerari Letterari negli Stati Uniti: 7 viaggi, tour ed esperienze da fare. Consigli, spunti, idee e link di approfondimento per organizzare un viaggio negli USA alla scoperta degli autori più amati della letteratura americana.
Effettuare un un’esperienza di viaggio ispirati dai numerosi Itinerari Letterari negli Stati Uniti, ci avete mai pensato?!
Lungo strade come la Route 66, la Pacific Coast Hwy, la Great River Road, la Lincoln Highway, o visitando le città più amate ed ambite, è possibile quasi sempre inserire uno o più percorsi dedicati agli autori e ai luoghi del grande romanzo americano, da New York, al New England, dall’Old Deep South al Great American West, persino alle Hawaii, passando per il Great American West.
Per offrirvi qualche idea in proposito ho selezionato 7 itinerari letterari tra i più affascinanti e suggestivi, oltre ad alcuni spunti ed indicazioni – con utili link di approfondimento – per inserirli nel vostro prossimo road trip negli States.
Il romanzo che tutti abbiamo letto, anche solo in parte, almeno una volta nella vita.
Piccole Donne – Little Women – di Louisa May Alcott.
La storia delle 4 sorelle March – Jo, Meg, Beth ed Amy – della loro famiglia, della terribile Zia March, e dell’amico del cuore Laurie nel Massachusetts bucolico e trascendentalista della seconda metà dell’800.
Un libro fortemente autobiografico, l’autrice Louisa May Alcott, una delle grandi scrittrici del “Rinascimento Americano”, è nella realtà l’alter ego della protagonista Jo, così come le sue sorelle hanno contribuito non poco a definire i personaggi di Meg, Beth e Amy.
Concord, Massachusetts – fermo immagine di un piccolo mondo antico – è il luogo in cui Louisa May Alcott visse buona parte della sua vita (e dove oggi riposa, nello Sleepy Hollow Cemetry), a contatto con scrittori del calibro di Ralph Waldo Emerson, Nathaniel Hawthorne e David Thoreau, ed in cui scrisse ed ambientò Little Women.
Imperdibile la visita di Orchard House, la casa-museo della Alcott… o forse dovremmo dire la casa di Piccole Donne, in cui entrare e ritrovarsi stanza dopo stanza a sfogliare virtualmente le pagine del libro, fino al piccolo scrittorio bianco rivolto verso la finestra della stanza al primo piano, quello su cui Louisa scrisse l’intero romanzo.
Qui trovate un articolo dettagliato su cosa vedere a Concord, con tutti i percorsi letterari connessi.
Anni ‘20 New York City.
Alcuni scrittori, giornalisti, editori, attori, musicisti, immersi in una nuvola di fumo e alcool, prendono l’abitudine di incontrarsi a pranzo all’Algonquin Hotel, nei pressi di Times Square, per scambiarsi idee, pensieri (più o meno) brillanti, insulti, giochi di parole, umorismo e citazioni graffianti, senza alcun rispetto tanto per le convenzioni sociali quanto per essi stessi.
Nasce così la Tavola Rotonda dell’Algonquin, detta anche Il Circolo Vizioso.
Un sodalizio di “Algonquin Wits”, i cosiddetti “arguti dell’Algonquin”, fatto di pranzi, bevute, viaggi, articoli irriverenti e di bozze vere e proprie opere teatrali, che durerà per tutto il decennio.
Chi furono realmente gli “Algonquin Wits”?
Personaggi come Dorothy Parker, Robert Benchley, Alexander Woollcott, George S. Kaufman, Harold Ross. Ma anche personalità inizialmente meno conosciute, come Edna Ferber, che – anche grazie all’esperienza del Circolo Vizioso – vinceranno poi premi Pulitzer, Academy Awards, O. Henry Awards e lauree honoris causa.
Per circa dieci anni i membri del circolo segnarono l’epoca della Jazz Age, condividendo non solo pranzi, poker e giochi, ma anche idee, viaggi – soprattutto quelli frequenti a Neshobe Island, un’isola nel bel mezzo del Lago Bomoseen in Vermont, di proprietà di Woollcott – libri, editoriali ed articoli sui maggiori giornali dell’epoca, trovando persino il tempo di scrivere una commedia, No Sirree!, divenuta poi una pièce teatrale di successo.
Non c’è alcun dubbio che il Circolo Vizioso della Tavola Rotonda dell’Algonquin ha segnato in maniere indelebile non solo la Jazz Age ma anche l’evoluzione culturale, artistica e letteraria che New York ha subito poi lungo tutto il corso del 1900, contribuendo non poco a renderla quella città accattivante, magnetica ed unica al mondo che è oggi.
E se volessimo ripercorrere a modo nostro, oggi, i luoghi del Circolo Vizioso dell’Algonquin a Nyc?!
Potremmo muoverci a piedi tra City Hall Park, in Lower Manhattan, dove all’epoca sorgeva la vera City economica ed editoriale della Jazz Age, molti dei suoi vecchi edifici sono ancora lì a testimoniare quell’affascinante passato, Times Square ed i suoi dintorni, per rivivere l’epopea di Vogue, del New Yorker e del NY Times, e naturalmente l’Hotel Algonquin.
The Algonquin Hotel, oggi completamente rinnovato come Autograph Collection, si trova ancora nella sua posizione storica, nei pressi di Times Square, tra la 59h W e la 44th St.
Potete chiedere di vedere gli interni e la famosa Rose Room, o decidere di pernottare qui e prenotare – per tempo, l’attesa è decisamente lunga – il vostro pranzo al tavolo rotondo della Rose Room, proprio come ai tempi del Circolo Vizioso.
Qui un articolo dettagliato.
Una casa a Brooklyn Heights, un breve saggio di Capote che fa riscoprire luoghi, storie e personaggi di una parte della “vecchia” Brooklyn, quella che lui stesso definiva “The Heights”.
Un’originale chiave di lettura sul quartiere di Brooklyn in cui Capote visse dalla fine degli anni’50.
Un viaggio fatto di memorie personali e narrazioni sagaci, dimore storiche, costruzioni ormai scomparse, vecchi locali sopravvissuti al tempo ed eccentrici personaggi “in cerca d’autore”.
Qui un articolo dettagliato su trama e curiosità con un breve itinerario alla scoperta della Brooklyn di Capote.
Visitare il Jack London State Historic Park – la tenuta privata dello scrittore nota anche come Beauty Ranch – ed intraprendere un emozionante viaggio a ritroso nel tempo nelle ispirazioni, nel mondo e nei romanzi di uno degli scrittori americani più amati e letti di sempre, meraviglioso autore di “Call to the Wild” (Il richiamo della foresta), Jack London.
Il Tour include The Cottage la casa in cui visse (e morì) e lavorò assieme alla sua seconda ed amatissima moglie Charmian, il suo sepolcro, l’incompiuta e sfortunata Wolfe House e la House of Happy Walls, la dimora costruita dalla moglie dopo la sua morte, oggi un museo ricco di cimeli – per lo più dai suoi viaggi nel mondo – e di prime edizioni edite di molti dei suoi libri in diverse lingue, italiano incluso.
Una vera, intensa e grande emozione.
Qui un articolo dettagliato a riguardo.
Edna Ferber, scrittrice e drammaturga americana, abile narratrice di storie di donne e tematiche sociali del suo tempo, vissuta tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900, membro associato di uno dei circoli culturali più ambiti ed ammirati della Nyc degli anni ’20, il cosiddetto “circolo vizioso” della Tavola Rotonda dell’Algonquin.
Stimata autrice della letteratura americana, molto amata ed apprezzata negli USA ancora oggi, quasi sconosciuta – purtroppo – in Italia.
Il suo libro più famoso, “So Big. Una storia americana”, vinse nel 1925 il Premio Pulitzer per il Romanzo, premio storico assegnato esclusivamente ad un’opera di narrativa americana di un autore statunitense, che a partire dal 1848 prese il nome di Premio Pulitzer per la Narrativa.
So Big. Una storia americana fu dapprima pubblicato a puntate tra la fine del 1923 e l’inizio del 1924 sulla famosa rivista mensile Woman’s Home Companion con il titolo “Selina”, il nome della protagonista. A Seguito della grande attenzione suscitata, uscì pochi mesi dopo in libreria con il suo titolo definitivo rimanendo per ben 16 settimane nella lista dei best seller del New York Times, vendendo in pochi mesi più di 350.000 copie e vincendo l’anno successivo il Pulitzer.
Un grande successo di pubblico e di critica per la narrazione di una vera storia americana.
Edna Ferber ha sempre raccontato le donne e le più dibattute tematiche sociali del suo tempo.
Storie di intolleranza, povertà, classismo, sessismo, riscatto, razzismo, violenza, storie vissute da persone immaginarie attraverso vicende e luoghi reali.
Luoghi della sua “America” che è possibile per certi versi ripercorrere ancora oggi, riscoprendo angoli di States, anche quelli più conosciuti e celebrati, in maniera più insolita ed intima, com in So Big, la ruggente, frenetica ed elegante Chicago, a cavallo tra ‘800 e ‘900, messa volutamente in contrasto con la dura vita delle zone rurali dell’Illinois, a partire da South Holland, il villaggio di coloni olandesi, fondato nel 1846 da una comunità di immigrati del Sud dell’Olanda appena arrivati in America, ed attualmente ancora abitato dagli eredi delle famiglie fondatrici, che ha ispirato le vicende del romanzo vincitore del Premio Pulitzer.
Qui un articolo approfondito a riguardo.
Via col Vento, un libro di Margaret Mitchell, oltre che film cult, che a distanza di quasi 80 anni ancora accumula ristampe ed ascolti incredibili in prima serata tv.
Tre vicende, una di vita vissuta, quella di Margaret, una storica, quella della Guerra Civile, ed una romanzata, quella di Via col Vento, che si intrecciano nel vecchio sud degli States, più precisamente nella calda ed ospitale Georgia.
“Se siete appassionati di epopee letterarie, di favolose dimore antebellum e di salti nel tempo, di storia americana e di luoghi insoliti o semplicemente cercate un tour on the road in Georgia, originale ed alternativo, seguitemi in questo inconsueto itinerario, studiato e vissuto in prima persona, inseguendo il mito di Via col Vento… continua qui!”
Chi di voi non ha mai sognato, almeno per una volta, magari dopo aver letto anche solo qualche brano dei loro rispettivi romanzi, di rivivere le avventure di “Tom e Huck”, di navigare sul Mississippi a bordo della zattera di Huckleberry Finn, di dipingere uno steccato in compagnia di Tom Sawyer o di offrire, paladini della libertà, in un mondo fatto ancora di pregiudizi e schiavitù, un rifugio sicuro al povero “zio Tom”?
Ad Hartford in Connecticut é possibile visitare il The Mark Twain House & Museum – la casa in cui Mark Twain scrisse “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Le avventure di Tom Sawyer” – e la vicina Harriet Beecher Stowe Center, la casa della scrittrice che diede vita a “La Capanna dello zio Tom”, la prima coraggiosa denuncia pubblica (arrivata da una altrettanto coraggiosa donna) contro lo schiavismo.
Il complesso museale si trova immediatamente ad ovest del centro, al 351 di Farmington Ave, in una delle zone più antiche della città, a breve distanza dalla Connecticut Historical Society.
Qui un articolo dettagliato sulla visita e la storia di entrambe le case-museo.
4 Comments
Che bellissimo articolo, come sempre, grazie Simo!
Prego e grazie a te!|
Anzi, un piccolo suggerimento per un’aggiunta nella prossima edizione:
https://goo.gl/maps/dUKfJR2GP3sZvKQH6
Grazie!!