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Cosa vedere in Umbria al di fuori delle solite e ormai note mete turistiche?
Avete mai pensato alla regione dei Monti Sibillini?
Una zona ricca di paesaggi, storia, gusto e tradizioni che seppur messa alla prova dagli sciami sismici del 2016 non ci sta a farsi mettere “da parte”, e che lavora con coraggio e determinazione per premiare i suoi visitatori con luoghi ed itinerari di bellezza e valore storico decisamente notevoli.
Ho avuto la fortuna di scoprire questa bellissima porzione di territorio umbro nel corso di un Social Tour solidale – #ripartidaisibillini2 – volto proprio alla valorizzazione ed al sostegno di questi luoghi e dei suoi tenaci abitanti.
E, lo confesso, è stato amore a prima vista.
“L’Umbria dei Sibillini mi ha accolto così, col sole ed i colori caldi ed intensi di un sorprendente autunno.
Terra – splendida ed avvolgente – di sorgenti, rocche ed eremi.
Terra di chiese, antichi borghi, cascate e grotte millenarie.
Terra (e storie) di santi e di uomini ingegnosi”
Il mio weekend di 3 giorni sui Monti Sibillini è scorso lento tra i borghi di Pale e Rasiglia, dall’antico e prezioso Eremo di Santa Maria Giacobbe incastonato in una roccia viva ed imponente alle suggestive e profonde Grotte dell’Abbadessa, dalle Cascate del Menotre alle sorgenti di Rasiglia ed alla sua storia millenaria fatta di lavorazione e tessitura della lana, di mulini granai e di una genuina, disarmante accoglienza.
Ed ancora da Sellano a Montesanto, altri due preziosi borghi dell’acqua arroccati su alture che dominano a 360 gradi la Valnerina, ad un soggiorno di pace, relax e benessere alle antiche terme romane note oggi come Bagni di Triponzo fino a raggiungere per l’ultima notte il suggestivo – ed unico nel suo genere – Castello di Postignano.
Nel mezzo paesaggi autunnali sbucati fuori da una favola, gentilezza, disponibilità e una variegata offerta di sapori e tipicità nostrane.
Insomma un’esperienza da provare, raccontare e condividere e, perché no, ripetere quanto prima.
Date un’occhiata al video sotto – girato durante il mio weekend sui Monti Sibillini – e capirete cosa intendo.
Pale è un piccolo gioiello incastonato in una delle valli più belle e spettacolari del folignate, quella del Menotre.
La storia di questo prezioso borgo umbro è strettamente connessa alle antiche cartiere dove veniva prodotta la prima carta per la stampa della Divina Commedia, alle sue sorgenti ed al fiume Menotre che attraversandola nelle spaccature della roccia che la sostiene da origine a valle alle omonime, bellissime cascate.
Una roccia che ha generato nei secoli – a seguito dell’erosione e dei fenomeni geologici nel suo interno – le Grotte dell’Abbadessa, ovvero delle grandi cavità naturali in continua formazione definite da una serie di stalattiti e pilastri stalagmiti. Le Grotte sono visitabili e l’accesso è proprio nel centro storico di Pale.
Ma c’è di più.
La presenza di sorgenti terapeutiche sulla parete rocciosa che domina Pale favorirono l’arrivo di monaci e la costruzione attorno al 1200 in una grotta di epoca preistorica dell’Eremo di Santa Maria Giacobbe, senza dubbio uno dei luoghi più toccanti del mio weekend sui Monti Sibillini.
Vi si accede attraverso un sentiero sconnesso con circa 20 minuti di cammino ma la visuale sulla vallata del Menotre, gli affreschi all’interno della cappella (tra cui una bellissima Madonna Bizantina del 1200), la simbologia dei personaggi ritratti, la storia del sito e le stanze scavate nella pietra viva meritano assolutamente lo sforzo.
Provate ad immaginare un santuario terapeutico nel bel mezzo di una montagna in cui fedeli nel corso dei secoli si recavano in pellegrinaggio per accedere alla preziosa sorgente che sgorgava direttamente dalla parete della roccia per poi confluire in un pozzo.
Oggi l’Eremo è disabitato ma è perfettamente preservato e vigilato da un gruppo di volontari che si occupa anche delle visite guidate – gratuite ma è consigliabile lasciare una mancia – che è necessario prenotare con almeno 3 giorni di anticipo contattando i seguenti numeri telefonici 3486519553 / 3476640672
” Solo mi trovo in questo alpestre loco a piè d’un sacro e glorioso monte
dove tra vivi sassi surge un fonte che lacque porge mormorando un poco…”
(Marco da Rasiglia, poeta)
Voglio raccontarvi una storia che parla di sorgenti d’acqua, ingegnosità umana e passione.
E’ la storia di Rasiglia, un vecchio borgo dell’Appennino umbro-marchigiano, di una delle sue 4 sorgenti naturali, quella di Capovena, e della tenacia e dell’imprenditorialità di grandi uomini.
E’ la storia della famiglia Tonti e della lavorazione della lana, un racconto continuo che parte dal lontano 1600 ed arriva fino ai giorni nostri.
Prenotando una visita gratuita presso l’associazione culturale Rasiglia e le sue Sorgenti avrete modo di conoscere l’evoluzione storica e sociale dell’intero borgo, dalle lotte per la conquista del Castello, alle storie legate all’utilizzo delle sorgenti per i mulini granai e per la preziosa lavorazione della lana.
Potrete risalire in parte il corso della sorgente di Capovena che “alimentava” tutte le attività del borgo, ammirare i telai originali dell’epoca, le vecchie schede per la tessitura perfettamente preservate, le differenti vasche di lavaggio e di tinteggiatura, e con un pò di fortuna parlare con i diretti discendenti delle persone che fecero di Rasiglia nei secoli passati il centro commerciale ed economico dell’Umbria.
Una visita intensa, appassionante e ricca di aneddoti.
Rasiglia è anche il luogo ideale per scegliere di pernottare durante il vostro weekend alla scoperta dei Monti Sibillini, proprio sulle alture del borgo infatti è possibile trascorrere una o più notti in una torre d’avvistamento del ‘400 completamente avvolta dalla natura e dalle rocce, il Residence Menotre.
Si tratta di appartamenti di una o più camere provvisti di ogni confort gestiti personalmente dai gentilissimi ed accoglienti eredi della famiglia Tonti, più che disponibili tra l’altro ad offrirvi informazioni sul borgo e raccontarvi ulteriori storie ed aneddoti legati alla loro amatissima terra.
Una evento da non perdere: dal 26 dicembre al 6 gennaio Rasiglia diventa teatro di uno dei più suggestivi Presepi Viventi dell’intera zona.
Sellano e Montesanto, due borghi confinanti, arroccati su due imponenti colline della Valnerina, bellissimi nella loro singolare collocazione e purtroppo resi vulnerabili dallo sciame sismico del 1997 prima e da quello del 2016 poi.
Sellano, nato in origine come vicus romano, ovvero una sorta di quartiere suddiviso in terreni, abitazioni e strade ebbe il suo sviluppo massimo in epoca medievale quando fu annesso allo stato pontificio e successivamente oggetto di contesa tra Spoleto e Foligno.
Montesanto poco più in alto è in realtà una frazione di Sellano.
Si tratta di un borgo altrettanto antico e conteso nel corso della sua lunga storia dalla cui sommità è possibile godere di una delle viste più suggestive sulla Valle del Vigi da cui tra l’altro – in prossimità di uno dei primi conventi dell’ordine dei Frati Cappuccini, il Convento di San Nicola di Acqua Premula – sgorga la preziosa Fonte Tvllia.
Le prime testimonianze in merito alla fonte risalgono al XVI sec. ed alludono a sistemi di sfruttamento delle acque per scopi terapeutici, in particolare per la cura dei cosiddetti “calcoli”.
“ Sulfurea Nar albus aqua (…)”
Virgilio, Eneide
I Bagni di Triponzo sorgono nel luogo in cui – secondo quanto afferma lo stesso Virgilio – le limpide acque del fiume Nera incontrano quelle sulfuree delle sorgenti termali.
Si tratta di un complesso in funzione già dal 1887 costruito su un’antica struttura termale di epoca romana ed avvolto dalle foreste e dalla natura incontaminata della Valnerina.
Grazie alle molteplici proprietà benefiche delle acque sulfuree, alle 3 vasche termali, alla SPA, alle suite private per trattamenti estetici, al ristorante con cucina curata nei minimi dettagli ed alla grande grotta con sauna, cascata di ghiaccio e bagno turco, i Bagni di Triponzo sono considerati di fatto i più grandi e frequentati dell’Umbria.
Potete rilassarvi in piscina dopo una giornata di scoperte in giro per la Valnerina, pranzare comodamente in accappatoio e godere di uno dei numerosi trattamenti offerti o anche prendere parte ad uno dei tanti eventi a tema organizzati dalla struttura (in base alle festività) appositamente per i suoi clienti.
Un luogo di pace, benessere e relax nel cuore dei Sibillini Umbri.
“Un luogo unico. Un sogno possibile.
(…) Un rifugio di serenità al centro del paese più bello del mondo”
(Cit. dal sito ufficiale del Castello di Postignano)
Provate ad immaginare un antico castello del X sec.
Collocatelo su una suggestiva altura che domina la Valnerina, con torri d’avvistamento, possenti mura di cinta ed un delizioso borgo arroccato sul declivio della collina che lo sostiene.
Pensate alle storie d’armi e d’amori, alle lotte scaturite dalla contesa del castello tra Foligno e Spoleto ed alle famiglie succedutesi alla sua guida nei secoli.
Ed ancora immaginate lo scorrere del tempo, lo spopolamento causato da emigrazioni e carestie e la fuga delle poche famiglie rimaste alla fine degli anni’70.
Poi gli sciami sismici degli ultimi 20 anni, l’abbandono ed infine la rinascita grazie all’impegno ed alla volontà di una società privata motivata a riportare il Castello al suo antico splendore.
Oggi il Castello di Postignano – situato sulle alture tra Sellano e Cerreto di Spoleto – è un meraviglioso albergo diffuso di charme (che da lavoro a tanti e sempre e comunque nel rispetto del suo incredibile passato) con camere ed appartamenti dove poter soggiornare, ristoranti, SPA, piccoli negozi al dettaglio, sale espositive con mostre all’avanguardia e scorci spettacolari dove veder sorgere il sole o aspettare l’alba sulla Valnerina.
Un suggerimento per pranzare: nei pressi del Castello di Postignano nella cittadina di Cerreto di Spoleto avrete modo di degustare la più differenti varianti della cucina locale a base di pietanze di stagione, di carne e pesce di fiume e di lago presso il ristorante (e B&B) Il Casaletto.
Il modo ideale per concludere, o prolungare, il vostro weekend sui Monti Sibillini.