Cosa vedere a Lugo, Romagna: visitare il museo di Francesco Baracca, Asso dell’aviazione del Regno d’Italia, eroe della Prima Guerra Mondiale, considerato il più grande pilota italiano di tutti i tempi. Itinerario alla scoperta dei suoi luoghi, dal monumento al museo allestito nella casa di famiglia, alla cappella in cui è sepolto.
“… è una cosa sorprendente volare, un magnifico sogno ad occhi aperti.”
(Francesco Baracca)
Medaglia d’oro al valor militare, ricevuta ancora in vita, comandante di plotone, primo pilota da caccia in Italia ad abbattere un velivolo nemico, eroe indiscusso della Prima Guerra Mondiale, “raccontato” all’interno del National Air & Space Museum di Washington DC, assieme al Barone Rosso, come il più grande aviatore italiano di tutti i tempi, Francesco Baracca.
Lo stemma del “Piemonte Cavalleria”, il famoso cavallino rampante – da lui scelto perchè univa le sue più grandi passioni, le origini militari e l’amore per i cavalli – fu quello che utilizzò per gli aerei della sua squadriglia e che sua madre, in sua memoria, consegnò ad Enzo Ferrari nel 1923 per la sua vettura, certa che gli avrebbe portato fortuna, e che oggi oltre ad essere il marchio della Ferrari è anche quello utilizzato in una versione stilizzata dalle Frecce Tricolori.
Mentre il suo simbolo personale, il Grifo, è quello che tutt’ora compare nello stemma dell’Aeronautica Italiana.
Francesco Baracca può essere considerato a tutti gli effetti uno dei personaggi più carismatici, poliedrici (eccelleva in qualsiasi arte si cimentasse) ed affascinanti della storia italiana dei primi del ‘900. La sua breve vita, morì in azione a soli 30 anni, il 19 Giugno del 1918, dopo aver raggiunto il record di 34 vittorie in volo, fu densa di successi e riconoscimenti.
Non molti sanno che era romagnolo e che a Lugo – la città in cui nacque e il 9 maggio 1888, unico figlio della contessa Paolina Biancoli e di Enrico Baracca, ricco proprietario terriero – oggi è possibile viaggiare a ritroso nel tempo, nella sua vita, nei suoi luoghi e nelle sue gesta, ed anche “volare” sulle sue rotte.
“Sono arrivato all’aviazione per modo di dire […]
ed ora mi accorgo di aver avuto un’idea meravigliosa,
perchè l’aviazione ha progredito immensamente ed avrà un avvenire strepitoso…”
(Francesco Baracca, Lettera al padre, Reims, 5 maggio 1912)
Il legame di Francesco Baracca con la sua città d’origine, Lugo, e con i suoi amatissimi genitori è testimoniato dalla corrispondenza che l’Asso dell’aviazione italiana tenne con entrambi durante gli anni di formazione militare ed accademica a Roma ed in Francia e quelli trascorsi con la sua Squadriglia degli Assi nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Ed è impossibile, girando oggi per il centro di Lugo, non accorgersi di quanto la città stessa continui a ricordarlo e celebrarlo attraverso un vero e proprio percorso a tappe – dal monumento di Rambelli nella piazza a lui dedicata, al museo nella casa natale, alla cappella monumentale in cui riposa – nella sua vita privata e pubblica.
La statua, l’ala, il basamento.
Tre semplici elementi con un’incisione sul piedistallo della statua “BARACCA. Invitta Ala d’Italia nella Grande Guerra”.
Si tratta della scultura creata dallo scultore Domenico Rambelli in memoria di Francesco Baracca ed inaugurata – in pieno regime fascista, come potete dedurre dal video conservato dall’Istituto Luce di Cinecittà che trovate di seguito – il 21 giugno del 1936.
L’opera, che copre un’area di 1040 mq. ed è interamente rivestita di marmo travertino di Tivoli, accoglie letteralmente i visitatori di Lugo nella piazza principale della cittadina romagnola, lasciando ben pochi dubbi sulla considerazione e l’ammirazione di cui questo illustre cittadino ha beneficiato nel corso di tutto il secolo scorso, e di cui gode ancora oggi.
La statua è in bronzo ed è alta quasi 6 metri, ai suoi piedi sono elencate le date e le località delle vittorie dell’aviatore, mentre alle sue spalle si sviluppa un’enorme ala con i simboli del cavallino rampante col motto “Ad Maiora” ed il Pegaso, simbolo mitologico della vittoria dell’uomo nei cieli.
Un impianto prospettico davvero impressionante, al punto da attirare magneticamente l’attenzione di chiunque si accinga ad entrare nel centro storico di Lugo, e ad interrogarsi, nel caso non ne conosca la storia, sulle origini e sulle gesta di quell’intrepido aviatore.
“Sono lieta di sentire che diversi cimeli di guerra sei riuscito a metterli in salvo. […]
Non appena giungeranno i bauli, premurosamente li faremo ritirare
ed abbiamo già combinato di mettere tutto nella cameretta sul di dietro, ora sgombra del letto.
Qualunque cosa tu voglia mandare, manda pure sia anche dei tuoi compagni.”
(Da una lettera di Paolina Biancoli al figlio Francesco Baracca, 1917)
L’idea di un museo collegato alle gesta dell’aviazione, e della fanteria, durante la Grande Guerra nacque per volontà dello stesso Francesco Baracca, che dalla sua base operativa era solito inviare ai genitori, nella sua Lugo, i cimeli degli aerei abbattuti ed i reperti (fucili, elmetti, mitragliatrici, etc..) recuperati dai campi di battaglia.
In questo modo fu possibile repertare un vero e proprio tesoro in termini di cimeli relativi alla Prima Guerra Mondiale.
Cimeli che fecero poi da base per il primo vero museo interamente dedicato a Baracca, istituito nella Rocca Estense del comune di Lugo nel 1924 e e rimasto in quella sede fino al 1993, anno in cui – assecondando le volontà testamentarie di Enrico, il padre di Francesco – il museo fu spostato nella sede attuale, la casa natale di Baracca.
Visitare questo museo oggi equivale ad effettuare una vera e propria esperienza emozionale nella vita, nell’epoca e nella gesta dell’Asso dei cieli.
Avrete modo di ammirare dal vivo uno SPAD VII S 2489 , aereo originale della 91a Squadriglia Caccia di Francesco Baracca, che prestò servizio tra il 1917 ed il 1918 e di simulare un volo nei cieli e sui campi di battaglia della Grande Guerra, basandovi sulle mappe e sulle foto di ricognizione del 1915-18. Oltre a visionare una serie incredibile di documenti, medaglie, lettere, divise, fotografie ed oggetti appartenuti a Francesco, in aggiunta alla sua personale raccolta di cimeli sopracitata e ad una preziosa collezione di cartoline d’epoca.
Passando attraverso le varie fasi della breve ed intensa vita di Baracca, dalle estati da adolescente trascorse a Rimini, alla passione per la musica e l’equitazione, alla vita di caserma e accademia tra Roma, Reims e Parigi (fu proprio durante il suo soggiorno nella capitale francese che scrisse persino un’utilissima guida su cosa vedere e fare in città), a quella nei cieli – di battaglia, di vittorie e di morte – della Grande Guerra.
Un museo innovativo, curato nei dettagli con amore e passione, capace di rievocare magistralmente un passato lontano con suggestivi percorsi storici-emozionali. Una visita più che consigliata.
Per maggiori informazioni su orari e mostre temporanee vi invito a consultare il sito ufficiale del Museo Francesco Baracca.
La visita nei luoghi dedicati a Francesco Baracca non può che terminare nel cimitero di Lugo dove l’aviatore riposa nella tomba di famiglia, la Cappella Baracca.
La struttura, che si trova nella zona più antica del cimitero, in quello che potremmo definire l’abside centrale, fu progettata – nell’intento di offrire una degna sistemazione alle spoglie mortali di Baracca – in un misto di Liberty ed Art Decò dall’artista Roberto Sella tra il 1923 ed il 1924.
Si sviluppa all’interno di una grande volta in mosaico e marmo che riporta nella parte superiore dell’arco le località delle 34 vittorie ottenute da Baracca nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Nel centro il grande sarcofago in bronzo, ottenuto dalla fusione di alcuni cannoni austriaci del Carso, che ospita le sue spoglie mortali e su cui svetta una grande aquila che tiene stretta la bandiera italiana.
A decorare la parte inferiore l’immancabile cavallino rampante ed il grifone, emblema della “sua” 91a Squadriglia.
La cappella è protetta da una pesante cancellata in ferro battuto che riporta nei due dischi ai lati le date di nascita e di morte dell’aviatore.