Un’immensità di storie e leggende napoletane che popolano l’universo di racconti su questa incredibile città.
Scrittori e giornalisti, napoletani e non, ci hanno parlato di vicende insolite ed avvenimenti della città partenopea a beneficio dello spirito arguto ed ironico dei suoi abitanti.
All’acuta penna di Vittorio Paliotti dobbiamo il racconto della “venuta” a Napoli del grande Buffalo Bill e del suo circo.
William Frederick Cody – divenuto poi Buffalo Bill nella tradizione pionieristica americana – era stato prima corriere postale a cavallo (un Pony Express), poi spinto dal suo spirito avventuroso cacciatore di bisonti (si dice che ne avesse uccisi più di 400) e successivamente militare, impegnato nella lotta contro i nativi indiani del West e protagonista di una serie di leggende che finirono nel corso del tempo per essere ampiamente abbellite e romanzate.
Affermò addirittura di avere preso lo scalpo del guerriero Cheyenne Mano Gialla per – parole testuali – vendicare la morte del generale Custer.
Acquisita una grande fama, imparò (da geniale manager di se stesso qual era) a sfruttarla creando un circo equestre con indiani in carne ed ossa e con una serie di attrattive e personaggi, come Annie Oakley, una giovane ragazza che riusciva a colpire il bersaglio anche di spalle e che ispirò poi il musical “Anna prendi il fucile”.
Nel frattempo Buffalo Bill si era trasformato nel Colonnello William Cody, un grado onorario di cui amava fregiarsi durante le apparizioni pubbliche.
Il suo spettacolo circense Wild West Show in cui veniva addirittura rievocata la battaglia di Little Big Horn e si esibivano Cheyenne, pellerossa e cowboy autentici, divenne famoso in tutta America e poco dopo arrivò anche in Europa con una serie di rappresentazioni di successo da Londra a Parigi, fino ad arrivare nell’animata e curiosa capitale partenopea, Napoli.
Nel gennaio del 1890 le strade della città partenopea furono invase da strani animali definiti poi “esotici”, personaggi con costumi mai visti prima, indiani che nell’esaltazione generale fingevano di assaltare le diligenze.
La curiosità dei napoletani era così grande che al primo spettacolo parteciparono – secondo quanto riportano le cronache dei giornali d’epoca – più di 6000 persone riempiendo all’inverosimile le gradinate del circo. Salvo poi scoprire che 2000 biglietti erano stati falsificati e che una bella fetta degli spettatori napoletani aveva goduto gratis dello spettacolo!
Un vero e proprio schiaffo per Buffalo e per le sue entrate.
Onde evitare problemi con le repliche successive la cosa fu messa a tacere e le rappresentazioni continuarono fino a quando smisero di essere fonte di interesse e curiosità per i napoletani e vennero gradualmente abbandonate.
In febbraio Buffalo Bill acquistò un’intera pagina de “Il Mattino” per pubblicizzare il suo Wild West Show e per stuzzicare l’interesse degli spettatori lanciò un’insolita sfida.
Fece spargere la voce che egli stesso durante lo spettacolo avrebbe domato i più indomiti cavalli locali.
Si narra che i cocchieri e gli scugnizzi napoletani sollecitati nel loro spirito arguto, stimolati dalla sfida e desiderosi di dare una lezione allo sbruffone venuto da lontano, da tutti ormai appellato come “Guglielmo il Bufalo”, misero del pepe nel sedere dei loro cavalli per – diciamo così – eccitarne l’indole indomita, e li condussero al circo.
Si dice che uno dei cavalli si imbizzarrì durante il corteo iniziale, scatenando il panico, mettendo in fuga tutti e lasciando soli nello sconforto e nell’umiliazione Buffalo Bill ed i suoi figuranti.
Il Wild West Show lasciò Napoli il 27 marzo del 1890, molto prima di quanto previsto.
Buffalo Bill non tornò mai più a Napoli.