San Pietroburgo, splendida città imperiale, fortemente voluta più di 300 anni fa dallo zar Pietro I il Grande.
Uno scrigno prezioso, ricco di monumenti, chiese, edifici, strade che inevitabilmente rimandano ai fasti di un passato lontano, quello degli zar e della corte imperiale, della loro storia e dei loro misteri.
Proprio nel centro, sulla sponda del piccolo canale Mojka, poco distante dalla Prospettiva Nevskij e dal famosissimo Hermitage, detto anche Palazzo d’Inverno, sorge Palazzo Yusupov, un elegante ed imponente edificio in stile neoclassico costruito alla fine del’ 700 come residenza dei principi Jusupov, una delle famiglie più influenti della nobiltà russa, da sempre molto vicina, favorita anche da legami di sangue, alla famiglia dello Zar.
Il palazzo di per sè é un’opera d’arte, ricco di affreschi, decorazioni, quadri.
La sala da ballo, la statuaria scalinata d’accesso ai piani superiori ed il piccolo e preziosissimo teatro di corte non hanno davvero nulla da invidiare all’Hermitage.
E poi ci sono le stanze private, grandi, eleganti, dotate di tutti i confort che la tecnologia dell’epoca poteva consentire, incluso un comodissimo Bagno Turco e sorpresa finale la grande biblioteca su due piani, tutta in legno intarsiato, piena di testi antichi e svariate prime edizioni, dotata di un passaggio segreto che permetteva di entrare ed uscire dal palazzo senza essere notati ed un vano nascosto, scoperto solo pochi anni fa, all’interno del quale sono stati trovati scritti inediti del grande poeta russo Puskin.
Solo questo basterebbe per rendere questo luogo più che meritevole di essere visitato ma c’é di più, basta scendere nelle cantine per scoprire di cosa si tratta.
Pare che proprio negli ambienti del primo piano e dello scantinato si sia consumato, il 17 dicembre 1916, uno degli assassinii più famosi della storia russa, quello di Rasputin.
Il prete-guaritore che incaricato di “curare” il figlio emofiliaco dell’ultimo Zar Nicola aveva conquistato in breve tempo oltre a moltissime nobildonne, pronte a buttarsi letteralmente tra le sue braccia, un immenso potere a corte, arrivando a prendere al posto dello Zar stesso importanti e purtroppo deleterie decisioni politiche, suscitando cosi l’ira e l’odio dell’alta nobiltà, al punto da decidere di “eliminarlo” con una vera e propria congiura, voluta ed organizzata dal principe Feliks Jusupov che raccontò poi nelle sue memorie i particolari dell’ assassinio.
Invitato a pranzo da quest’ultimo e dagli altri congiurati nel suo palazzo Rasputin venne in principio avvelenato.
Il veleno stranamente tardava a far effetto, si decise così di sparargli, sembra però che anche i colpi di pistola non riuscissero ad eliminarlo e così fu legato e gettato nel fiume ghiacciato, dove fu ritrovato morto, stranamente slegato, pochi giorni dopo.
La visita dei luoghi dell’assassinio, perfettamente mantenuti ed in parte magistralmente ricostruiti con l’ausilio di statue di cera che impersonano i protagonisti di questa macabra vicenda, é molto suggestiva, sembra davvero di immergersi in quel difficile e cupo periodo storico, si ha come l’impressione di “spiare” l’avvenimento dal buco della serratura.
Inoltre é possibile visionare foto inedite e documenti originali dell’epoca relativi all’ambiguo ed inquietante personaggio Rasputin, di cui ancora oggi si parla molto, nei libri di storia, nei racconti russi, nelle leggende che si tramandano oralmente a San Pietroburgo.
Aveva profetizzato la sua morte in una lettera alla Zarina ed aveva sottolineato che dopo di lui la stirpe degli Zar sarebbe stata cancellata con il sangue.
Sembra proprio che la storia gli abbia dato ragione.