Visitare la casa di Anna Frank, ad Amsterdam, nei luoghi della memoria. Impressioni e sensazioni di un’esperienza intensa e difficile.
Amsterdam é tra le città europee, a parità di monumenti, panorami mozzafiato, bellezze artistiche e musei, quella che probabilmente offre un maggior numero di divertimenti ed occasioni di svago.
C’é un luogo però che a mio parere merita di essere visitato, con tutto il suo carico emotivo e la sua “cruda” realtà, permettendo a chi lo fa di sentirsi, una volta fuori, una persona più ricca e forse più consapevole, é uno di quei luoghi che io definisco “della memoria”, é la casa di Anna Frank.
Il sito si trova in centro, al numero 263 di Prinsengracht, ad una decina di minuti a piedi da piazza Dam.
Se avete intenzione di andarci vi consiglio vivamente di acquistare i biglietti sul sito della associazione Anna Frank, con solo un euro in più potete decidere il giorno e l’orario esatto della vostra visita, evitando così la chilometrica fila che si forma tutta le mattine davanti alla biglietteria.
La visita inizialmente consente di conoscere la storia della famiglia, gli uffici della fabbrica, nella cui soffitta Anna rimase nascosta per più di due anni ed i personaggi che aiutarono a spravvivere i Frank, i Van Daan ed il Dott. Pfeffer, le otto persone nascoste nell’alloggio segreto, accompagnati da interessanti filmati d’epoca con sottotitoli in tutte le lingue, anche in italiano.
L’accesso al nascondiglio, dietro una finta libreria, nel quale é assolutamente vietato fare foto, conduce i visitatori in un vero e proprio salto nel tempo, le stanze, ormai spoglie, buie, anguste, permettono di comprendere l’angoscia e la paura in cui le due famiglie hanno vissuto, l’impossibilità di uscire, la totale assenza di privacy, il terrore di non avere altra via di scampo.
Alle pareti ancora rimangono incollate fotografie di attori d’epoca, ritagli di giornali, le “tacche” della crescita delle due sorelle, Anne e Margot, quasi a voler ostinatamente mantenere una parvenza di normalità.
Il percorso conduce fino alla soffitta, con la piccola finestra aperta verso il cielo, il luogo preferito di Anna, l’unico in cui si poteva godere della luce del sole senza correre il rischio di essere visti, in cui si poteva avere la possibilità di rimanere un po’ da soli.
La visita termina attraverso un passaggio in vetro ed acciaio in un nuovissimo salone multimediale, dove é possibile attraverso l’uso di monitors documentarsi personalmente su tutti i personaggi che abitarono la casa e sulla loro sorte una volta condotti ai campi di concentramento.
Al centro, in una teca di vetro, é conservato il diario originale di Anna Frank, rosso a quardetti, piccolo, semplice, leggermente ingiallito dagli anni, aperto in una pagina a caso tra le tante, sta lì a ricordare a tutti che non si può e non si deve dimenticare.