Sempre più spesso ormai ai Musei di San Domenico di Forlì é possibile assistere a mostre ed allestimenti originali, ben organizzate e tutt’altro che scontate.
Devo ammettere che questa volta il tema trattato, uno spaccato reale e convincente della vita e delle molteplici manifestazioni artistiche che hanno caratterizzato ed accompagnato la fase di transizione tra la prima e la seconda guerra mondiale, é davvero coraggioso e accattivante, sia per il particolare e difficile momento storico che gli fa da sfondo e che inevitabilmente lo coinvolge, sia per la complessità di affrontare a tutto tondo un periodo così lungo, più di un ventennio.
Coraggioso, nell’approfondimento e nella spiegazione, decisamente obiettiva, di una difficile, pesante e dolorosa fase storica ormai lontana ma mai del tutto superata.
Accattivante, nella scoperta di una nuova ed affascinante forma espressiva che, attraverso la scultura, l’architettura, la pittura, passando per il design, la moda ed il cinema, intendeva rientrare dopo gli eccessi del romanticismo in un’ideale di ordine geometrico e perfezione, un ritorno alle origini classiche, combinato con l’esperienza accumulata e le molteplici influenze provenienti da tutta l’Europa.
L’esposizione dei Musei San Domenico di Forlì si sviluppa su due piani.
Dall’analisi della fortissima influenza che il regime Fascista esercitò sugli artisti, dalla sua ascesa al potere alla totale disfatta, nel desiderio di “costruire” una vera e propria struttura artistica che sostenesse l’ideologia del partito, si giunge al secondo piano ad uno spaccato reale della vita di quegli anni, non solo nei dipinti e nella scultura ma anche e soprattutto negli stravaganti ed originali oggetti d’arredo, nel ritorno alla musica classica, nella moda, sofisticata e ricercata, nelle nuove forme d’espressione come il “cinematografo“, nella lavorazione tutta nuova degli oggetti preziosi.
Ai miei occhi, quelli di una semplice osservatrice appassionata di tutto ciò che é arte e cultura, curiosa e ansiosa di saperne di più, la mostra appare come un tentativo quasi sempre ben riuscito di spiegare, senza mai eccedere, quello che realmente é stato, nel bene e nel male.