Potrei iniziare a raccontare di cosa vedere nelle Marche parlando di scenari suggestivi, tramonti mozzafiato, campi di girasole e morbide colline che degradano dolcemente verso la costa.
Sarebbe estremamente semplice e di sicuro impatto, perchè – ad essere onesti – le Marche regalano scorci naturalistici e vedute idilliache (quasi) dietro ogni angolo.
Sequenze e fermo immagini di un’accattivante cartolina turistica che racconta però solo in parte una terra bellissima ed antica, ricca di storia, arte, tradizioni, persino mestieri e sapori d’altri tempi.
Una terra che conosco e amo profondamente e che grazie al progetto #MarcheExpress (ne avevo parlato qui) ho avuto la possibilità di apprezzare ancora una volta – assieme alla mia compagna di viaggio local expert Nadia Stacchiotti di Racconti di Marche – attraverso la riscoperta di alcuni dei suoi luoghi per me più affascinanti e significativi.
Voglio raccontarvi di un viaggio (volutamente) “lento” alla scoperta del Montefeltro, ed oltre.
Un viaggio fatto di persone e di passioni, di capolavori e di stupore, di eccellenze e personaggi, di parole e pennellate immortali.
Di piccoli borghi antichi e conventi immersi nella natura, di piazze, chiese, ponti, torri e palazzi, ognuno con la sua incredibile, originale, insolita, a volte persino bizzarra storia da narrare.
Un itinerario di 3 giorni intenso e variegato che vi porterà nel cuore e nell’anima delle Marche.
E che vi lascerà alla fine un un solo desiderio, quello di tornare.
3 giorni pieni, due notti, circa 120 km da percorrere senza fretta tra colline e vallate.
A cominciare dal piccolo e caratteristico centro storico di Fermignano, prima tappa dell’itinerario, situato a poca distanza dalla superstrada ( SS73bis) che collega Fano al cuore del Montefeltro.
Una pittoresca cittadina di fondazione romana con un piccolo centro storico fatto di case basse e colorate che accompagnano scenograficamente il visitatore attraverso un dedalo di vicoli dalla piazza principale fino al Ponte Romano a Tre Arcate regalando una spettacolare vista sul “salto” del fiume Metauro e sulla Torre Medievale delle Milizie.
Poco distante, a circa 14 km, Urbania, l’antica Casteldurante famosa in tutta Europa già dal 1500 per le sue preziose ed elaborate ceramiche – che ancora oggi vengono prodotte secondo la tradizione – e luogo designato dai Duchi di Montefeltro come dimora “estiva”.
Potrete scegliere di immergervi nell’atmosfera magica del “Barco” ducale – la residenza “spirituale” di Federico da Montefeltro alle porte di Urbania – perdervi nelle vie del borgo antico tra Palazzo Ducale, il Museo Civico e le botteghe di ceramica, fermarvi a pranzare in una delle rinomate trattorie del centro o immergervi nella storia e nei misteri della città visitando (la prenotazione va fatta con un certo anticipo chiamando a questo numero 349 8195469 il custode/guida Giovanni Maestrini) la famigerata Chiesa dei Morti.
Una cappella trecentesca che conserva nell’angusta sagrestia alle spalle dell’altare i resti mummificati di 18 individui vissuti in un arco temporale che va dalla metà del 1500 al 1800.
Ciò che apparentemente può sembrare macabro ed inquietante svela in realtà nel corso della visita una storia molto interessante sulla Confraternita della Morte e su una particolare muffa del terreno presente ad Urbania che ha permesso di preservare nel tempo i corpi inumati, avendo al tempo stesso uno spaccato reale e preciso di quelle che erano le abitudini di vita e morte dei secoli passati.
Proseguendo verso nord-ovest, attraverso una porzione di territorio marchigiano che finisce quasi per infilarsi per un tratto in quello romagnolo si raggiungono alcuni piccoli borghi antichi di una bellezza senza tempo, zone molto frequentate in autunno perché sedi di alcune delle sagre e fiere nostrane più conosciute della zona.
Tra questi Frontino, il più piccolo comune della provincia nato da un antico castrum di epoca romana ed oggetto – a causa della sua posizione strategica – nel corso dei secoli di aspre lotte per la sua conquista da parte dei Conti Oliva, dei Duchi di Montefeltro e del papato.
Un luogo al di fuori del tempo e dello spazio dove fermarsi per un pò a godere degli scorci sulle vallate circostanti e concedersi una rigenerante pausa tra passeggiate e puro relax prima di raggiungere uno dei luoghi più suggestivi e mistici dell’intera zona, il Convento di Montefiorentino.
Provate ad immaginare un antico convento francescano del 1213 circa – secondo fonti quasi certe fondato da San Francesco in persona – situato sulla cima di una collina, circondato da alberi di noci ed abitato da una coesa ed operosa comunità di frati minori con cui volendo è possibile anche decidere di trascorrere giornate di preghiera e meditazione.
Aggiungete una cappella di fine ‘400 con all’interno una preziosa Pala di Madonna con Bambini e Santi di Giovanni Santi, padre di Raffaello, affreschi ed intarsi originali ed un antico organo in noce del ‘600. E la cordialità e l’accoglienza di Frate Pierluigi che con amore e passione racconta il suo convento e la vita all’interno delle sue mura.
Ecco son queste le Marche che amo.
La natura, la storia, il benessere, la spiritualità, la gioia.
La strada che da Frontino arriva alla suggestiva Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro è ricca di scoperte e di sorprese.
In poco più di 30 km si attraversa parte del Parco Naturalistico del Sasso Simone e Simoncello, ricco di itinerari escursionisti e per trekking e bikers ed aree campeggio e Carpegna, il capoluogo del Montefeltro.
Da qui la strada scivola dolcemente fino a Macerata Feltria, al suo vecchio castello, agli scavi archeologici della Pieve di San Cassiano, al bellissimo Museo della Radio d’epoca per poi seguire il corso del Lago di Mercatale fino ad oltrepassare la sua imponente diga e risalire la vallata del fiume Foglia fino a Sassocorvaro, meglio – fidatevi – se al tramonto.
Una curiosità.
Non molti sanno che la mirabile Rocca Ubaldinesca fu utilizzata dal sovrintendente alle belle arti Pasquale Rotondi – un Monument Man nostrano, diremmo oggi – come deposito per il salvataggio di più di 10.000 opere d’arte (alludo a opere di Raffaello, Piero della Francesca, Tiziano, Giorgione e molti altri) provenienti da diverse città italiane, nascoste qui di proposito durante buona parte della Seconda Guerra Mondiale per evitare che fossero trafugate dai nazisti e portate in Germania.
Cosa dirvi di Urbino che non sia già stato scritto e raccontato nei particolari dal numero infinito di guide turistiche e libri di storia e d’arte?
Oltre la sua storia, le sue strade, i palazzi ed i belvedere, gli scorci, il mirabile Orto Botanico e la casa natale di uno dei suoi figli più illustri, Raffaello?
Voglio provare a raccontarvi della magia di Palazzo Ducale, di una “direzione” innovativa ed attenta e della suggestione dei suoi corridoi che porta dopo porta si aprono a nuove sale, e a decori, quadri, arazzi, affreschi.
Del Duca Federico da Montefeltro – che fece per Urbino, con mezzi molto più limitati, ciò che i Medici fecero per Firenze – delle sue ironiche caricature disegnate sulle pareti delle cucine del palazzo dai suoi inservienti, della sua passione per il bello che lo portò a circondarsi di artisti e letterati e degli intarsi, dei segreti e delle figure del suo studiolo, così vive e reali che verrebbe naturale allungare le mani per toccarle.
E della città vista dall’alto del Torroncino Nord, finalmente accessibile al pubblico, dei tetti che contrastano con le colline e le vallate circostanti, dei pensieri e delle emozioni suscitate e delle parole di Baldassarre Castiglione nel suo Cortigiano:
” (…) non un palazzo, ma una città in forma de palazzo esser pareva;
e non solamente di quello che ordinariamente si usa.
Per ornamento v’aggiunse una infinità di statue antiche di marmo e di bronzo,
pitture singularissime, instrumenti musici d’ogni sorte”
Vale la pena, magari ritornando sulla costa marchigiana, fare tappa a Tavullia seguendo il filo (quasi) invisibile della vecchia Linea Gotica fino al suo monumento commemorativo che ne segna l’inizio.
Per poi raggiungere il centro della cittadina e scoprire attraverso i racconti del suo fedelissimo, disponibile ed accogliente Fun Club Ufficiale aneddoti e racconti su un’altra grande e famosa eccellenza marchigiana, Valentino Rossi.
Spesso sono le persone a “fare” – passatemi il termine – un territorio.
Un’itinerario del genere non sarebbe completo senza un’esperienza – tra le tante da fare in questa terra ricca e generosa – legata all’eccellenze gastronomiche del territorio. Come quella fatta all’azienda agricola Cau & Spada nei pressi di Sassocorvaro.
Una storia che viene da lontano, una famiglia unita, l’amore per la terra e per le proprie origini e la passione nei confronti di un lavoro fatto con tutto l’amore e la cura possibile.
Concedetevi una degustazione a base di formaggi (il San Giorgio, lo ammetto, è il mio preferito) e Birra Cotta chiacchierando con Alessandra ed Emilio, fermatevi ad osservare al tramonto il gregge che torna dal pascolo.
Datevi tempo, piacere e gusto. Le Marche sono anche questo!
Elemento fondamentale in un itinerario del genere, così intenso e pieno, è sicuramente la scelta di un hotel o di un resort che permetta di abbinare momenti di svago e relax serale.
Due consigli per voi.
Tenuta Santi Giacomo e Filippo – Urbino Resort
Un’oasi di pace immersa nelle colline marchigiane a due passi da Urbino ed a poche decine di km dalla costa, ricavata da un’antica tenuta di inizi ‘900.
“Connubio tra natura e cultura, benessere e gusto, il mondo della Tenuta si compone di un hotel alloggiato nelle antiche residenze rurali, di un centro benessere con piscina, di un ristorante e pizzeria gourmet, di un maneggio e di un’azienda agricola biologica, ideati per soddisfare i bisogni più autentici del moderno viaggiatore sotto la benevola veglia della centenaria Abbazia da cui la Tenuta prende nome.”
Alla tenuta è collegato il ristorante/pizzeria Urbino dei Laghi.
Una struttura suggestiva immersa tra querce secolari ed i tre laghi da cui prende il nome.
“Una cucina regionale marchigiana e romagnola rivisitata in chiave moderna all’insegna della tradizione e del rispetto della natura, con l’impiego esclusivo di ingredienti di stagione, biologici e a chilometro zero”.
Situato nel cuore del centro storico di Urbino, albergo storico, semplice e confortevole.
Ideale come punto partenza per la scoperta della città ducale e delle sue meraviglie.
“Il primo, storico edificio ad accogliere i viaggiatori che visitavano “Urbino ventoso”, come Giovanni Pascoli cantò in una sua poesia.
L’itinerario ed il post rientrano del progetto #MarcheExpress in collaborazione con la Regione Marche e Confcommercio Marche Centrali.
Sul sito Turismo.Marche.it troverete tutte i racconti, i video, le foto e gli itinerari dettagliati, tappa per tappa.