Ci siamo, il 2016 è alle porte.
Tempo (per molti) di riflessioni, di somme da tirare, di elenchi da stilare, di resoconti dettagliati, talvolta magari anche un po’ gonfiati, delle proprie esperienze, dei propri successi (o insuccessi, dipende spesso dalla prospettiva) e di buoni propositi, immancabili in un Capodanno che si rispetti, per il nuovo anno.
Questa volta passo, nessun post di fine anno per me.
Quello che ho fatto, visitato, raccontato l’ho condiviso con voi, con entusiasmo e passione, quotidianamente, giorno dopo giorno, viaggio dopo viaggio, post dopo post… penso in tutta onestà possa bastare così.
In queste intense giornate sudafricane, persa, talvolta perplessa (in viaggio, come nella vita, non è sempre tutto bello e digeribile) e spesso commossa dai silenzi e dalla struggente bellezza di alcuni dei paesaggi più sorprendenti al mondo, mi è capitato spesso di soffermarmi a pensare (decisamente sollevata) a quanto in realtà non sia cambiato poi molto il mio modo di vivere il viaggio prima e dopo il blog.
Sono sempre io, la testarda, appassionata (e perfettina, lo riconosco) organizzatrice cronica, capace di studiare un percorso allo sfinimento, di infilare deviazioni, divorare guide e testi specifici per poi perdersi lungo la strada dietro una sensazione (forte lo ammetto del sostegno del mio unico ed insostituibile compagno di vita e di viaggi), di piangere come una bambina davanti allo scrivania del mio scrittore del cuore o abbastanza folle da farmi 24 ore di volo (con relativi scali) senza battere ciglio solo per realizzare un piccolo sogno, seguendo magari un percorso che nessun viaggiatore navigato si sognerebbe di fare mai.
L’unica cosa che è cambiata in realtà è che adesso non siamo più in due a condividere tutto questo… ora ci siete voi a rendere la mia esperienza di viaggio ancora più speciale e ricca ed è a voi che voglio dedicare questo post.
Scrivo, stravolta lo confesso, dalla camera del mio hotel in Long Street, distratta dalla musica e dai canti che provengono dai festeggiamenti del vicino quartiere di Bo-Kapp, questo viaggio in Sudafrica mi svela eventi, luoghi e personaggi dei quali ignoravo storia ed esistenza.
Da stasera infatti i “Colorati“, ovvero le differenti etnie che popolano i quartieri di Cape Town, danno il via ai lunghi festeggiamenti (una sorta di carnevale) che proseguiranno fino al pomeriggio di domani, 31 dicembre, e che toccheranno il loro apice nella parata del 2 gennaio, giorno in cui si commemora l’unica giornata di libertà consentita in passato agli schiavi neri durante l’arco di un intero anno.
Scrivo, edito alcune foto e sorrido preparando il piccolo video che ho girato per voi ieri al Capo di Buona Speranza, alla fine dell’Africa nel punto – indicativo – in cui l’Oceano Atlantico incontra quello Indiano.
Lo scenario era di quelli che non si dimenticano, sole, vento, onde e brividi.
E tra un’emozione e l’altra mi è sembrato del tutto naturale dedicarvi qualche parola.
Buon Anno, viaggiatori e grazie, davvero di e per… tutto!