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Nei luoghi di Horizon, An American Saga: nello Utah sulle tracce di Kevin Costner per scoprire le location in cui sono stati girati i due primi film della saga che racconta la vera storia della Frontiera Americana, e le motivazioni che lo hanno spinto, ancora una volta, a rendere onore e giustizia alle Culture Native.
“Tredici anni dopo, con le loro case distrutte, i loro bisonti scomparsi, gli ultimi Sioux ancora liberi si sottomisero all’autorità dei bianchi.
La grande cultura del cavallo e della prateria era finita per sempre e la Frontiera Americana stava per passare alla storia.”
(“Balla Coi Lupi”, finale)
Raccontare la (vera) storia della Frontiera Americana, a cominciare dalle ultime fasi della Guerra Civile per poi proseguire con l’arrivo dell’uomo bianco nei territori selvaggi del West USA, è ormai da diversi anni uno dei punti focali dei miei studi, dei mie viaggi e della mia narrazione del Great American West. E troverete tantissimo su questo argomento tra le pagine di questo blog.
Perché è esattamente in questi stati, Dakotas, Montana, Wyoming, Idaho, ed in parte Colorado e Utah, che si svolsero realmente queste vicende. Ed è giusto che l’attenzione dei viaggiatori venga rivolta non solo alle incredibili meraviglie naturalistiche di queste aree ma anche agli eventi storici che ne hanno inevitabilmente ridefinito i contorni.
Inseguendo il sogno di molti pionieri di raggiungere la costa del Pacifico, i cercatori d’oro, gli scout, i cacciatori di pellicce, i militari dello US Army, gli avventurieri ed i fuorilegge che definirono i percorsi di alcuni dei trail più famosi, occuparono illegalmente queste terre, in precedenza ad uso e consumo assoluto e di proprietà delle Culture Native.
Quello che ne scaturì fu una vera e propria guerra, senza esclusione di colpi. Un conflitto che in più di 20 anni causò la quasi totale estinzione di antiche e valorose popolazioni native come i Sioux Lakota e Dakota, i Cheyenne, gli Shoshone e Arapaho, gli Apache, i Blackfeet, i Nez Perce, gli Shoshone-Paiute e gli Shoshone-Bannoc, e molti altri ancora.
Ed è stato anche grazie a Kevin Costner, ed al suo crescente interesse nei confronti dei Lakota, dopo aver girato Balla coi Lupi in South Dakota, che ho avuto modo di approfondire e visitare le loro terre ed ascoltare le loro storie. Ne ho scritto qui.
Un’introduzione necessaria, per comprendere quanto sia importante il lavoro che Kevin Costner sta portando avanti, ormai da anni, non solo in termini di colossal cinematografici e serie tv.
Alludo al suo impegno nel voler raccontare con onestà e profondo rispetto sia verso le Culture Native che verso tutti quegli uomini e donne che persero la vita in cerca di una “terra promessa”, la vera e drammatica epopea del West e della Frontiera Americana, e tutto quello che ne è scaturito.
Restituendo, attraverso le sue produzioni, una realtà storica ampiamente alterata dalla letteratura e dalla filmografia della prima metà del ‘900.
Horizon: An American Saga si assume l’arduo compito – e lo steso Costner a dirlo in più di un’intervista – di raccontare uno dei periodi cruciali della storia e dell’evoluzione della società americana. Cercando di dare una versione più onesta e reale di quella che fu la sanguinosa, violenta e spesso drammatica Conquista del West. Celebrata in passato con non poca retorica e false ricostruzioni storiche dalla filmografia degli anni ’50 e ’60 che fece degli uomini bianchi gli eroi senza macchia e delle popolazioni native, colpevoli solo di aver difeso le loro terre ed il loro stile di vita dagli aggressori, i cattivi per eccellenza, i cosiddetti “ostili” da annientare senza pietà.
Costner ci promette una narrazione cruda e più fedele alla realtà storica, fatta di uomini e donne con tutto il loro carico di aspirazioni e miserie. Cowboys, cowgirls, pionieri, mountain man, scout, giocatori d’azzardo, prostitute, soldati e naturalmente Nativi Americani.
Un racconto in 4 capitoli che si sviluppa lungo 15 anni, dalla Guerra Civile all’arrivo della Frontiera ed alle conseguenti Guerre Indiane. Gli stati che fanno da sfondo a queste storie non possono che essere quelli del Great American West, principalmente Wyoming e Montana.
Oltre a Kevin Costner, regista, sceneggiatore e protagonista, il cast include Sienna Miller, Sam Worthington, Giovanni Ribisi, Jena Malone, Abbey Lee, Will Patton, Tatanka Means, Owen Crow Shoe ed Ella Hunt.
Una produzione da colossal. Con un budget complessivo di 100 milioni di dollari che ha richiesto a Costner uno sforzo economico importante. Snobbato da Hollywood, ha deciso di finanziare personalmente buona parte della saga che aveva iniziato a scrivere nel 1988 e la cui realizzazione era già stata bloccata dagli Studios per due volte.
Non resta che aspettare la proiezione del primo film, nelle sale italiane a luglio, per valutare se il suo lavoro sia davvero all’altezza delle aspettative.
Di seguito, il trailer originale della saga.
“Lo Stato dello Utah, con la sua bellezza intrinseca, è lo sfondo perfetto per la storia di ‘Horizon’
e si può dire che sia il personaggio stesso della nostra storia”
(Kevin Costner)
Le riprese dei primi due capitoli di Horizon: An American Saga, ambientati nella finzione cinematografica tra Montana e Wyoming, si sono svolte tra gli spettacolari scenari dello Utah centro-meridionale, nel Southwest USA.
Dai vasti deserti alle imponenti rocce rosse, questi paesaggi hanno fornito, e continueranno a fornire per gli ultimi due episodi previsti, la tela perfetta per lo svolgimento dell’epopea di Horizon.
L’area di Moab ha fatto in buona parte da sfondo al primo capitolo, seguita da alcune scene girate a Greater Zion.
Mentre per il secondo e per il terzo si è scelta la Washington County. Da St. George allo Snow Canyon State Park, fino alla vicina Shivwits Band of the Paiute Indian Reservation. Location che hanno offerto paesaggi e personaggi diversi, intensi e meravigliosi, contribuendo alla ricchezza visiva ed emotiva del film.
Molti abitanti del luogo sono stati assunti come comparse e membri della troupe. Gli stessi Nativi Paiute sono stati coinvolti nelle riprese, mentre gli studenti della Utah Tech University sono stati reclutati come stagisti e assistenti.
Se avrete modo di viaggiare in queste zone del Southwest in primavera ed autunno potreste avere la fortuna di ritrovarvi sul set del terzo capitolo.
Costner ha deciso di costruire dei nuovi studi direttamente in loco. Considerate le difficoltà incontrate nel trovare luoghi adatti per le scene d’interni nella lavorazione dei primi due capitoli e del terzo, attualmente in produzione.
I Territory Studios sorgeranno alle porte dello Zion National Park. E si svilupperanno su circa 155.000 metri quadrati di spazio dove verranno realizzati uffici, capannoni per la realizzazione degli interni e persino un ristorante a tema.
I primi due capitoli di Horizon: An American Saga arriveranno nelle sale italiane, distribuiti da Warner Bros Italia, rispettivamente il 4 luglio ed il 15 agosto.
Per il terzo, in lavorazione in questi mesi, dovremo aspettare il 2025.
Vi lascio al trailer ufficiale in italiano del primo capitolo.
Articolo scritto per Visit Utah e Greater Zion Convention and Tourism Office – Conferenza Stampa IPW 2024, Los Angeles
4 Comments
Visto ieri la prima parte è davvero lascia senza fiato!! Ricostruzione fedele del più grande genocidio di cui il mondo NON abbia mai parlato!
Bellissimo il paesaggio dello Utah. Lui non delude, così come tutti gli altri attori!
Aspetto con ansia il secondo capitolo. Grazie per questo articolo!
E speriamo che la profezia di Crazy Horse si manifesti! Ciò significherebbe un mondo migliore!
Grazie per il tuo prezioso feedback!
Ciao, visto Horizon prima parte… interessante, ma aspetto la seconda parte per capire se decolla… posso dire che si riconoscono bene le zone lungo il Colorado, percorrendo la UT-128 tra il Red Cliff Lodge e il Sorrel River Lodge dove era sistemato il campo della troupe. Ero a Moab nell’estate del 2022 con il casting in corso piazzato in centro città, e tutti che correvano a partecipare… Ho anche visto i tuoi consigli e itinerari per il Southwest, che conosco bene da un sacco di tempo, che sono perfetti per chi vuole scoprire questo territorio soprattutto per la prima volta. Il problema è che in estate (luglio/agosto) ormai il caldo torrido è diventato insopportabile e rende una sofferenza la maggior parte dei percorsi anche di semplice hiking (tipo salire sul Delicate Arch). Nel 25 ci torneremo a maggio e giugno, probabilmente! Ciao!
Ciao Giorgio, e grazie per il tuo commento.
Anche io sono curiosa di vedere la seconda parte di Horizon. Per il caldo, purtroppo luglio ed agosto son sempre stati così. Come dico sempre, chi riesce a viaggiare “fuori stagione” in queste zone, in particolare autunno e primavera, fa un altro viaggio, senza ombra di dubbio. Un saluto.