In Inglese
Visitare Philadelphia non significa solo intraprendere un emozionante viaggio nella storia degli Stati Uniti – nati a tutti gli effetti qui il 4 luglio del 1776 – e nelle variegate espressioni artistiche, sociali e culinarie di una delle città più eclettiche del paese.
Visitare Philadelphia, andando oltre la Old City e la zona centrale che si sviluppa intorno a Market Street, significa concedersi del tempo per scoprire le origini e gli stili di vita delle differenti culture che la popolano e comprendere le inevitabili evoluzioni ed interazioni che l’hanno resa, fedele alle sue origini, una delle città più aperte ed ospitali del paese.
Come nel caso di South Philly, da sempre il quartiere degli Italiani.
South Philly ti entra nel cuore.
Con i suoi colori, i suoi sapori (così familiari), con la sua contagiosa allegria e le sue mille storie.
Ci sono arrivata dal centro città con una passeggiata di pochi minuti con l’idea di visitare l’innovativa ed eclettica istallazione artistica di Isaiah Zagar – i Philadelphia’s Magic Gardens – convinta di restarci per un paio d’ore al massimo, ed invece poi ho finito col trascorrerci un’intera, meravigliosa giornata.
South Philly e’ un quartiere di Philadelphia, un rettangolo di territorio che si estende verso sud est dallo Schuylkill River al Delaware River. Ed è da sempre la “casa” degli Italiani, una delle più grosse comunità degli States, formatasi a partire dalle prime immigrazioni di inizi ‘800.
Passeggiando per South Street – l’arteria principale di South Philly – ho incontrato Elio, il proprietario de “La Bella dolce Italia”, che mi ha raccontato un po’ di storie ed offerto (oltre ad un ottimo caffè) qualche consiglio su come muovermi.
Poi Eleonora che vive qui da un anno assieme a suo marito ed infine Nancy che ha i nonni siciliani e che pur essendo nata a Philadelphia si sente più italiana che mai, ed ho percepito l’entusiasmo e la nostalgia, l’amarezza e la soddisfazione e – come era capitato a New York per l’italianissima Arthur Ave nel Bronx – mi si è aperto un mondo.
Così mi sono spinta fino all’Italian Market.
Ho passeggiato tra i banchi di frutta e assaggiato formaggio italiano in due storiche salumerie del posto – Talluto’s e Da Bruno – ed ho scoperto una deliziosa libreria che vende vinili vintage e libri introvabili.
Sono entrata nella più antica pasticceria della zona (dove è stata preparata la torta per Papa Francesco durante la sua visita del 2015) ed ho mangiato sfogliatelle e cookies al cioccolato circondata dai profumi della mia infanzia, i profumi delle cose che ormai “da noi” (incredibile ma vero) nelle grosse città non si trovano più.
Ed infine in onore alla migliore tradizione di Philadelphia ho provato uno dei migliori Cheesesteak della città, da Geno’s Steaks.
E così tra un incontro fortuito, un “Ma siete italiani?! Anche io, di cognome faccio Di Bella” ed un numero indefinito di caffè offerti e ricambiati, di sorrisi e pacche sulle spalle, ho finito col sentirmi a casa, pur lontano da casa.
Ed il tempo è letteralmente volato.
A South Philly ci si arriva a piedi dal centro in pochi minuti.
Dalla 4th alla 10th street proseguendo verso sud, le antiche abitazioni in mattoni rossi e pietra – tipiche della zona storica – lasciano progressivamente spazio a edifici e locali più moderni e colorati, fino ad arrivare alla vivace ed allegra South Street, la porta d’accesso a South Philly.
Prima imperdibile tappa, i Philadelphia’s Magic Gardens.
“Il mondo non è stato creato una volta,
ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale”
(Marcel Proust)
Un luogo unico.
Un giardino magico, fatto di mosaici di ceramica e frammenti di specchi, materiali di riciclo e bizzarre composizioni.
Un originale spazio espositivo – che ha influenzato e coinvolto nel tempo l’intera South Philly – frutto del talento, della passione e dell’inventiva dell’artista Isaiah Zagar.
Nato a Philadelphia, cresciuto a Brooklyn e diplomatosi in pittura ed arti grafiche al Pratt Institute of Art di New York, Isaiah – ispirato dalle installazioni di arte popolare di Clarence Schmidt a Woodstock, da Gaudì e Picasso – ha letteralmente ideato un’arte figurativa tutta sua, frutto di viaggi, esperienze ed incontri attraverso il mondo, prima da solo poi assieme a sua moglie Julia.
Negli anni’60 rientrato a Philadelphia decise di dedicarsi alla riqualificazione del suo quartiere, South Philly, rinnovando edifici abbandonati con l’aggiunta di mosaici colorati su muri sia privati che pubblici, trasformando il quartiere in un paradiso artistico e contribuendo con successo alla protesta contro la nuova autostrada che avrebbe eliminato buona parte di South Street.
Una vera e propria rinascita artistica e civile che prese il nome di “South Street Renaissance”.
Il lavoro di Zagar oggi è presente nelle collezioni permanenti di numerose istituzioni, tra cui il Philadelphia Museum of Art e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts.
I Philadelphia’s Magic Gardens, l’opera più entusiasmante e complessa di Isaiah, si sviluppano su metà isolato a partire dal 1020 di South Street.
Provate ad immaginare una sorta di sorprendente labirinto fatato, in cui è facile perdersi dietro illusioni e riflessi, ricco di riferimenti personali che rimandano alla vita, alla famiglia e all’arte di Isaiah.
Uno spazio complesso creato con materiali non convenzionali, oggetti recuperati, ruote di biciclette, bottiglie di vetro, piastrelle fatte a mano e frammenti di specchi scintillanti.
I Philadelphia’s Magic Gardens sono aperti dal mercoledì al lunedì, dalle 11 alle 18, qui maggiori informazioni per biglietti ed esposizioni speciali.
Valutate almeno un’ora per la visita e ricordatevi al termine di salire nei piani alti del parcheggio auto di fronte per poter ammirare l’intera installazione nel suo complesso.
Un ultimo consiglio.
Girando per South Philly potreste imbattevi in diversi lavori di Zagar, non dimenticate di prestare attenzione agli ingressi delle abitazioni, alle pareti dei vicoli ed alle facciate dei negozi.
Di seguito un’utile mappa – cliccate sulla foto per visualizzarla meglio – per orientarvi e scoprire i murales di Isaiah, direttamente dal sito ufficiale dei Philadelphia’s Magic Gardens.
South Street sa di “casa” e parla – a tutti gli effetti – italiano.
Prima di imboccare la 9th street verso sud in direzione Italian Market date un’occhiata alle botteghe lungo la strada, tra cui un bel pò di tavole calde e pasticcerie italiane, ai murales, ai diner ed ai negozi vintage, molti dei quali abbelliti all’esterno proprio dai mosaici di Isaiah Zagar.
In pochi minuti a piedi lungo la 9th Street si raggiunge l’incrocio con Christian Street, l’accesso all’Italian Market!
Non potete sbagliare.
Edifici dai colori accesi, vistose scritte in italiano che indicano le più disparate attività commerciali – macelleria, salumeria, fioraio, etc.. – e un vociare di fondo, mischiato ahimè a quello dell’onnipresente comunità cinese, in cui riconoscere accenti e modi di dire del nostro passato.
Perchè qui è come se il tempo si fosse cristallizzato alla prima metà del ‘900. Fermo nelle tradizioni, nei sapori, nelle espressioni verbali e nei profumi di un’Italia che non c’è più.
Un’esperienza da fare assolutamente per rendere il vostro soggiorno a Philadelphia ancora più completo ed indimenticabile.
Isgro Pastries, all’1009 di Christian Street.
Una vecchia pasticceria italiana fondata nel 1904, che sforna in gran quantità sfogliatelle, cassate e dolci tipici e che – come scrivevo prima – ha confezionato la torta per Papa Francesco durante la sua visita del 2015.
Italian Market Visitor Center, al 919 della 9th street.
Il luogo perfetto in cui rifornirsi di cartine e souvenir e chiedere informazioni in merito all’evoluzione della comunità italiana di South Philly.
Di Bruno Bros House of Cheese, al 930 e Talluto’s Authentic Italian Food, al 944 della 9th street.
Salumerie tipiche che offrono i migliori prodotti nostrani (inclusi provoloni giganti e forme di parmigiano). Qui si riforniscono gli italiani che vivono in città.
Molly’s Book & Records, al 1010 della 9th street.
Rivenditore di dischi vintage con libreria. Un luogo in cui perdere la cognizione del tempo tra vinili che hanno fatto la storia della musica e prime introvabili edizioni.
Fante’s Kitchen Shop, al 1005 della 9th street.
Negozio di utensili per la cucina, molti dei quali rigorosamente made in Italy. Annessa cioccolateria e caffetteria, dove si serve un buonissimo (e sorprendentemente conveniente) espresso.
Provare per credere!
Geno’s Steaks, al 1219 della 9th street.
Consigliatomi da alcuni italiani residenti in zona come uno dei migliori cheesesteak della città. Quello classico con carne di manzo, formaggio e cipolle è probabilmente uno dei migliori provati.
Se date un’occhiata alle foto esposte in vetrina noterete che è uno dei posti preferiti da attori ed artisti.
Tra tutti Sylvester Stallone. Che sembra pranzi qui ogni volta che si trova in città, nonostante di fronte ci sia il più antico Pat’s King of Steaks, in cui furono girate alcune scene del primo indimenticabile Rocky.