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Quando si pensa ad un viaggio negli USA dei Diritti Civili inevitabilmente “si vola” nel Sud degli States.
Attraverso Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per ripercorrere le tappe e gli eventi più noti connessi all’azione del leader per eccellenza dei Civil Rights, Martin Luther King.
Non molti sanno tuttavia che il 1960s Civil Rights Movement – questo il nome ufficiale – fu un movimento sociale e politico diffuso che vide impegnate (spesso a scapito della propria vita) più personalità carismatiche afroamericane nella lotta contro la discriminazione e la segregazione razziale.
Uomini semplici divenuti con le loro azioni non solo simboli di speranza in uno dei periodi più bui e difficili degli Stati Uniti d’America ma anche esempi di coraggio e forza morale per le generazioni successive.
Questa volta voglio portarvi virtualmente con me in un viaggio negli USA dei Diritti Civili un pò più insolito, nello stato del Mississippi, per raccontarvi la storia e mostrarvi i luoghi – reali e della finzione cinematografica – legati alla figura di Medgar Evers.
Medgar Evers è stato uno dei più risoluti e solerti attivisti del Civil Rights Movement in Mississippi.
Nato a Decatur nel 1925, dopo gli studi superiori si arruolò volontariamente nell’esercito e partì da semplice soldato alla volta dell’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale.
Fu protagonista di molte azioni di sabotaggio a danno dei tedeschi, distinguendosi in campo di battaglia per il suo coraggio e senso del dovere. Congedandosi al termine del conflitto mondiale con encomi e riconoscimenti. E rientrando in patria con il grado di sergente, promozione impensabile fino ad allora per un uomo di colore del Sud.
Una volta a casa riprese gli studi universitari, si laureò e nel 1951 sposò l’amatissima Myrlie Beasley.
Trasferitosi a Mound Bayou, in Mississippi, Medgar Evers, da sempre sensibile alle problematiche sollevate dal Civil Rights Movement, entrò a far parte dell’RCNL, the Regional Council of Negro Leadership. Divenne presto uno dei leader dell’organizzazione impegnata nella protesta “non violenta” e nella lotta con l’esclusivo uso di mezzi legittimi contro la segregazione razziale nelle scuole, nei locali e negli edifici pubblici.
L’esperienza fatta durante la guerra gli permise di organizzare brillantemente numerose azioni di boicottaggio degli esercizi pubblici – ristoranti, negozi, cinema, pompe di benzina – che non consentivano l’accesso agli afroamericani e di lavorare in maniera costruttiva per l’abolizione della segregazione razziale nelle scuole pubbliche – ottenuta con decreto della Corte Suprema USA nel 1954 – e per l’ammissione nel 1962 di James Meredith alla Mississippi University, primo studente di colore a frequentare l’ateneo.
Tutti questi successi resero Medgar Evers un facile bersaglio del Ku Klux Klan e di molti fanatici razzisti del Mississippi.
Il 12 giugno del 1963 fu assassinato con un colpo di fucile alle spalle mentre rientrava nella casa di famiglia di Jackson, morì tra le braccia di sua moglie circondato dai suoi figli.
Fin da subito si individuò il suo assassino in Byron De La Beckwith, un anonimo commerciante di fertilizzanti membro del Ku Klux Klan.
Ma ci vollero ben tre processi, circa 30 anni, la determinazione di sua moglie Myrlie e la tenacia di un giovane avvocato progressista in un Mississippi ancora legato ai retaggi del suo passato, per farlo dichiarare colpevole il 5 febbraio del 1994 e fargli trascorrere in carcere gli ultimi anni della sua vita.
Uno dei momenti più toccanti del mio viaggio negli USA dei Diritti Civili è stata la visita dello Smith Robertson Museum a Jackson, Mississippi.
La prima scuola pubblica del Mississippi per bambini neri dove studiò anche lo scrittore Richard Wright, divenuta oggi un museo ed un centro culturale dove studiare, conoscere e comprendere attraverso sale interattive e cimeli d’epoca la dolorosa epopea afroamericana, dall’arrivo in catene dall’Africa, allo sfruttamento nelle piantagioni, fino alla lotta per i Diritti Civili.
Ed è proprio in questo luogo, grazie alle parole ed ai racconti della sua ex-direttrice Pamela Junior, che ho avuto modo di conoscere – nelle sale a lui dedicate – la storia e le vicende legate a Medgar Evers.
La sua casa di Jackson, al 2332 di Margaret Walker Alexander Drive, quella in cui fu assassinato, oggi è un National Historic Landmark, il Medgar Evers Home Museum.
E’ possibile prenotare un tour guidato ed ascoltare la sua storia attraverso i luoghi della sua vita e le memorie di sua moglie Myrlie.
Un bellissimo film di Ron Reiner del 1996 con Alec Baldwin e Whoopi Goldberg, candidato a due Premi Oscar ed al Golden Globe nel 1997.
La pellicola, nella versione originale Ghosts of Mississippi, racconta fedelmente, nella loro tragica ed illogica realtà, l’assassinio di Medgar Evers ed i fatti che ne seguirono, in un arco temporale che va dal 1963, anno della morte di Evers, al 1994 anno della condanna definitiva del suo assassino, Byron De La Beckwith, interpretato in maniera magistrale da James Woods, candidato poi all’Oscar come attore non protagonista.
Buona parte delle scene sono state girate a Jackson, capitale del Mississippi.
La città – immutata nel tempo in molti suoi quartieri storici, dove sono preservati molti luoghi-simbolo del Civil Rights Movement – è stata utilizzata come set di diversi film ambientati negli anni’60, come The Help ad esempio.
Una delle scene più suggestive del film in cui l’avvocato Bobby Delaughter incontra un testimone chiave in una piantagione abbandonata è stata girata in uno dei luoghi più suggestivi e scenografici dello stato nei pressi di Port Gibson.
Si tratta della Windsor Plantation chiamata oggi Windsor Ruins per il precario stato di conservazione in cui si versa a causa un devastante incendio avvenuto alla fine dell’800.
2 Comments
Grazie Simo per questo splendido articolo. Mi è sembrato di rituffarmi tra i libri dell’università e mi sono commossa. La sua storia mi ha ricordato quella di Emmett Till, sicuramente lo conosci. Anni duri, quelli, per gli afroamericani negli US e non sono ancora terminati… 🙁
Grazie Donatella!
Diciamo anni duri per molte minoranze e gruppi etnici nel mondo ahimè… ma magari raccontando si smuovono un pò coscienze, ci proviamo!!