Avete mai pensato alla possibilità di viaggiare negli USA sulle strade della musica seguendo itinerari tematici assieme ad appassionati e – soprattutto – grandi esperti di Blues?
O di poter partecipare in Italia a tutta una serie di eventi collegati, condividendo serate, buon cibo, ottima compagnia e gran musica made in USA?
Questa volta voglio presentarvi e raccontarvi di tre amici, con cui ho l’onore ed il piacere di condividere momenti ed eventi legati agli Stati Uniti ed alla Visit USA Italy. Tre persone speciali unite da una grande passione – il Blues – e da una serie di progetti di successo che spaziano dai festival musicali, alle riviste di settore, alle consulenze specializzate, al viaggiare negli USA proprio sulle cosiddette “strade della musica”, con un occhio di riguardo all’affascinante ed unico Old Deep South.
Antonio Boschi, Davide Grandi e Lorenz Zadro di AZ Blues.
“Avere la fortuna di nascere in una famiglia che ama la cultura non ha prezzo. È una di quelle risorse che ti porti appresso per tutta la vita e, anzi, cerchi di coltivarla. Nella musica ho trovato – forse – la massima vetta perché da essa sono arrivato a conoscere tutto quanto c’è dietro, sia in ambito culturale, sociale, politico.
Inevitabilmente il blues (grande passione di mio fratello, maggiore di 8 anni) ha avuto un ruolo determinante in tutto questo e la scoperta delle varie realtà mi ha permesso di costruire la mia nuova attività lavorativa che gravita, appunto, attorno a queste realtà culturali. Mi piace utilizzare le varie attività per cercare di trasferire le mie passioni ad altre persone, soprattutto ai giovani. Non a caso assieme a Lorenz abbiamo scritto un libro che uscirà a breve per la casa Editrice Arcana rivolto proprio agli appassionati di musica e cultura afro-americana”.
“Difficile dire da dove nasce se non da mio padre, Marino Grandi, a ragione considerato uno dei maggiori esperti di blues italiano, anche se il mio parere è sicuramente di parte. Uomo tranquillo e schivo mi ha trasmesso la passione per questa musica e per un certo tipo di cultura legata sicuramente agli ultimi, intesi come quella fetta di umanità, sempre più ampia, che si trova ad attraversare le difficoltà della vita, i blues appunto, e cerca riscatto e redenzione cantando al cielo la sua rabbia.
Seppure inconsciamente le dodici battute mi sono entrate nel sangue, non nelle dita direi visto che non suono alcuno strumento, e con il passare del tempo, pur essendo stato sempre a fianco della mia famiglia nella realizzazione della rivista Il Blues, nata nel 1982 proprio in casa nostra, ho deciso di traghettare un’esperienza diversa ed internazionale, come il mio lavoro nel campo dell’astrofisica, verso il mondo della musica. Questo non solo perché la ricerca difficilmente garantisce un futuro, ma soprattutto perché ritenevo adatto il momento di dare il mio contributo a questo mondo, e con Lorenz ed Antonio ho trovato il terreno talmente fertile che il nostro progetto era già nato ancora prima di saperlo!”
“Mi sono avvicinato alla musica, fin da giovanissimo, innanzitutto grazie ai dischi di mio padre e alle chitarre che sono sempre state presenti tra le mura di casa. Sono cresciuto ascoltando molta musica “Americana” e della cosiddetta “British Invasion”, cosa che mi ha inevitabilmente influenzato e mi dato la forza anche per tutte le scelte a venire, anche nelle sfide più audaci. Ho legato questi primi ascolti allo studio della chitarra – inizialmente lo stretto necessario per condividere qualche esperienza musicale di gruppo – approfondito poi, solo negli anni successivi.
Ad oggi posso dire che la musica gira a tutto tondo attorno alla mia vita. Scrivo musica e suono anche a servizio di altri musicisti, produco alcuni artisti, compro molti dischi, libri, strumenti musicali e materiale musicale in genere. Il tutto mantenendo vivo lo spirito comunicativo e divulgativo, caratteristica che forse più mi rappresenta e in cui trovo massima espressione anche scrivendo libri legati alla cultura afro-americana e collaborando con diverse testate musicali.
Nel 2010 ho fondato l’associazione culturale Blues Made In Italy, ad oggi un importante punto di riferimento per molti appassionati, lavorando con costanza per rendere questo ambiente musicale sempre più sentito e partecipato”
Il Rootsway Festival è nato ormai 15 anni fa dall’idea di un gruppo di amici parmigiani che voleva rivalutare le terre lungo il Po in provincia di Parma e Reggio Emilia in un parallelismo culturale, musicale ed eno-gastronomico col Mississippi che, nonostante la lontananza, ha delle fortissime similitudini con i nostri territori e il nostro modo di vivere.
Questo progetto ci ha portati a vincere nel 2008 il premio come miglior festival al di fuori degli USA, con il Keepin’ The Blues Alive Award da parte della Blues Foundation di Memphis che, nello stesso anno, ha anche premiato la rivista Il Blues, fondata dal padre di Davide nel 1982, e della quale sono orgogliosamente redattore.
Il festival ha anche la “colpa” di averci fatti incontrare, dando il via al progetto A-Z Blues.
Anche Travel For Fans è un progetto nato in casa Rootsway, ma che si è completato grazie alla collaborazione a tre e con il forte contributo di alcuni Tour Operator che ci supportano, consigliano e svolgono il “lavoro sporco”. Abbiamo trovato nell’amico Andrea Massardi e in tutto lo staff di Travel-Hub un perfetto “compagno di viaggio” che ci dà la certezza e la garanzia che ogni viaggio venga svolto nella totale sicurezza e regolarità.
Da sempre, poi, la partnership e il forte legame con l’Associazione Visit USA Italy ci ha permesso di scoprire “trucchi del mestiere” e, allo stesso tempo, poter offrire a quella macchina da guerra di Olga Mazzoni che la presiede il nostro supporto culturale e di consulenza specializzata in merito a certe zone degli States che bene conosciamo, e verso le quali portiamo turisti che sono alla costante ricerca delle emozioni che la musica e i luoghi dove essa è nata ci sa regalare.
Travel For Fans, come dice il nome, crea viaggi mirati e studiati per andare a vivere il più possibile quelle sensazioni che ogni appassionato rivive dall’ascolto di un disco, dalla visione di un film o dalla lettura di un libro.
Non sono viaggi adatti a tutti, ma per tutti coloro che vogliono vivere il mito dell’American Music, dal blues al country fino al rock’n’roll.
Dal 2014 ogni anno riusciamo a portare un gruppo di appassionati di musica, ma anche di semplici turisti, abituati a viaggiare in maniera condivisa e a cercare mete diverse da quelle dei cataloghi viaggi, e li riportiamo a casa cambiati, con quel qualcosa in più che solo un mix di musica, diritti civili, paesaggi meravigliosi, persone improbabili, location da film e cibo incredibile riesce a darti.
Potete trovare qui – o scrivere una mail a info@travelforfans.net – tutte le informazioni per partecipare al viaggio di quest’anno, dal 6 al 23 agosto 2019, New Orleans and The Music Road, attraverso Georgia, Alabama, Louisiana, Mississippi e Tennessee.
Impossibile dimenticare il Mississippi. Se infatti New Orleans con la Bourbon Street e Nashville con la Brodway sono certamente due vere e proprie industrie turistiche, fermarsi a mangiare la coscia di tacchino o il pesce gatto in un juke-joint a Clarksdale in occasione di un festival o di un concerto è qualcosa che difficilmente si dimentica.
Ma anche l’Alabama e Montgomery, con la loro storia di battaglie per i Diritti Civili, o Memphis e la nascita del Rock & Roll, o la Georgia e Macon, con la casa degli Allman Brothers Band e i “Pomodori Verdi Fritti alla Fermata del Treno”. Ogni posto trasuda contemporaneamente storia e abbandono, come se si parlasse di un periodo lontano nel tempo. Ma le ore scorrono diversamente al Sud, e basta entrare in un qualunque bar di Oxford, Mississippi, per capirlo, e soprattutto farsi rapire dal ritmo della musica.
La rivista Il Blues come anticipato è stata la creazione di Marino Grandi, padre di Davide, con un gruppo di appassionati che, oltre 36 anni fa, ha dato vita ad un progetto che ancora resiste e diffonde cultura musicale relativamente ad un genere minore, ma non per questo meno importante. Da allora quasi tutti quelli che ora lavorano nel campo del blues in Italia hanno giovato delle conoscenze e delle informazioni raccolte e distribuite a tutti gli abbonati. Dal 2013 la rivista è online ed abbiamo creato un portale aperto a tutti su cui pubblicare e raccogliere tutte le notizie relative alla musica blues.
A-Z Blues – invece – è un progetto nato con una duplice intenzione.
La prima è quella di far crescere l’aspetto organizzativo e professionale del mondo del blues italiano, che vanta dei veri talenti, come poche altre nazioni, ma che può ancora crescere dal punto di vista della struttura, la seconda è quella di mettere a frutto le capacità dei tre soci fondatori, ognuno con le proprie peculiarità, trasformandola in una professione portata avanti con passione e successo.
Sapere di aver organizzato un evento musicale che ha portato un pubblico numeroso ad ascoltare artisti eccellenti, regalando emozioni indimenticabili, è il risultato più grande che si possa sperare.
Ogni risultato positivo ottenuto ci indica che la strada intrapresa è quella giusta, e noi continuiamo a percorrerla!
Forse proprio perché legati al Blues Made In Italy, il progetto ideato da Lorenz 10 anni fa, grazie a cui cerchiamo di valorizzare artisti italiani che amano la musica americana e gli States – andando oltre quelli che potrebbero essere i classici titoli che ormai tutti conosciamo – citiamo alcuni grandi artisti innamorati di un certo tipo di musica made in USA: Fabrizio Poggi (nominato lo scorso anno ai Grammy Awards al Madison Square Garden), Mandolin’ Brothers, Mora & Bronski, Linda Valori, Matteo Sansonetto (che ha registrato i suoi ultimi album a Chicago), Ciosi, i T-Roosters e i giovani Gospel Book Revisited che sicuramente faranno molta strada.
Ma se vogliamo restare in tema statunitense allora questi cinque brani potrebbero essere perfetti per iniziare:
Per ulteriori info sulle attività cui poter prendere parte e contatti social: