Jonesboro Georgia, viaggio nei luoghi di Via col Vento: alla scoperta di Stately Oaks, la vera Tara di Rossella O’Hara. Dal romanzo al film, dalle dimore storiche, dai racconti e dai personaggi da cui Margaret Mitchell prese spunto per le vicende del libro ai set ispirati da questi e ricreati negli Studios californiani per la finzione cinematografica, e qualche riflessione sul perché sia importante, ancora oggi, visitare questi luoghi ed effettuare questo affascinante, difficile e complesso percorso a ritroso nel tempo.
“Questo è il Sud. Non senti l’odore di bourbon alla menta e tradizioni nell’aria?”
La Georgia di Rossella O’Hara e di alcune delle vicende più cruente ed al tempo stesso struggenti della Civil War, la Georgia delle idilliache piantagioni di cotone ed indaco, mandate avanti senza troppi scrupoli da decine di migliaia di centinaia di schiavi afroamericani nel corso di quasi due secoli.
L’incantevole ed affascinante Georgia, capace di immensi atti di coraggio ed emancipazione ma anche di modi di pensare e scelte di vita – spesso contrastanti e non sempre condivisibili – che sono state magistralmente raccontate dalla penna di Margaret Mitchell in Via col Vento. Un romanzo molto più illuminante ed istruttivo di quanto si possa immaginare, trasformato poi in un film immortale da Victor Fleming, prima grande ed inconsapevole – siamo nel 1939, i riferimenti al razzismo ed alla segregazione sono abbastanza evidenti – narrazione cinematografica sulla questione dello schiavismo e parte in causa di quella iniziale e sommessa protesta che esploderà 10 anni dopo con il Civil Rights Movement.
Da qui parte il mio racconto, ed il nostro viaggio assieme in quel frammento di Georgia in cui la Mitchell ambientò proprio Via col Vento, influenzata dai racconti reali della famiglia McCord, dalla loro piantagione di Jonesboro, Stately Oaks – la vera Tara che ispirò poi anche quella cinematografica, nel vicino Road to Tara Museum troverete cimeli, costumi, oggetti di scena e locandine del film – e dalla tenacia della giovane Rebecca McCord che, proprio come Rossella “perdindirindina” , “Fiddlee dee dee” nella versione originale, resistette con una certa tenacia e non poche difficoltà all’assedio dell’esercito dell’Unione durante la Civil War, o “aggressione deliberata da parte degli Stati del Nord”, come ancora la chiamano alcuni qui nel Sud.
“Rossella O’Hara non era una bellezza; ma raramente gli uomini se ne accorgevano, quando, come i gemelli Tarleton, subivano il suo fascino. Nel suo volto si fondevano in modo troppo evidente i lineamenti delicati della madre – un’aristocratica della Costa, oriunda francese – con quelli rudi del padre, un florido irlandese. Ma era un viso che, col suo mento aguzzo e le mascelle quadrate, non passava inosservato. Gli occhi verde chiaro, senza sfumature nocciola, ombreggiati da ciglia nere e folte, avevano gli angoli volti leggermente all’insù. Le sopracciglia nere e folte piegavano anch’esse verso l’alto, tracciando una strana linea obliqua sulla candida pelle di magnolia – quella pelle così apprezzata dalle donne del Mezzogiorno, che la riparano con infinita cura dai raggi ardenti del sole della Georgia mediante cuffie, veli e mezzi guanti.”
E’ con queste parole che Margaret Mitchell introduce la protagonista di Via col Vento, Scarlett – per noi, Rossella – O’Hara.
Un personaggio che molti credono sia esclusivamente nato dalla fervida immaginazione della sua creatrice e che in realtà ha un’origine tutt’altro che fantasiosa.
La famiglia di Margaret Mitchell, da parte dei suoi bisnonni materni, proprietari terrieri, proveniva propio da Jonesboro. Durante le estati trascorse qui da fanciulla, la piccola Margaret era solita fermarsi ad ascoltare le storie ed a leggere nella biblioteca ed archivio storico di Jonesboro tutte le notizie relative al periodo della Guerra Civile.
Fu così che venne a conoscenza dell’epopea della famiglia McCord, proprietaria della splendida mansion in Greek Revival di Stately Oaks, e della bellissima e combattiva Rebecca McCord, figlia del proprietario che, con non poca grinta e determinazione riuscì a sopravvivere non solo alla Guerra Civile ma anche a garantire un futuro alla sua famiglia, nonostante la cocente sconfitta dei Confederati.
Una storia che le rimase così impressa da fare non solo di Jonesboro e della Clayton County il luogo in cui ambientare la casa di Rossella O’Hara, ma anche da prendere spunto dai personaggi e dalle tante storie di Stately Oaks per molte delle vicende del libro.
Visitando Stately Oaks, oggi, avrete modo di scoprire come Margaret Mitchell decise di scrivere Via col Vento, in seguito ad una sorta di scommessa fatta con una delle rappresentanti dell’Historical Society di Jonesboro, secondo la quale lei non sarebbe mai stata in grado di raccontare quelle storie.
Capirete come Rebecca McCord sia divenuta Scarlett O’Hara, come molti degli episodi menzionati nel libro siano in realtà accaduti realmente a Rebecca ed alla sua famiglia, e come Stately Oaks abbia ispirato non solo la Tara del romanzo ma anche quella cinematografica, costruita negli Studios di Los Angeles su precise indicazioni e planimetrie relative alla casa dei McCord, fornite personalmente dalla Mitchell.
Stately Oaks è una casa antebellum del 1839.
Si trova appena fuori Jonesboro, al 100 di Carriage Lane, nel Margaret Mitchell Memorial Park.
Fu costruita originariamente nel 1839 da Whitmill Allen, che, trasferitosi in Texas, la vendette successivamente a Robert McCord, il padre di Rebecca, nel 1858.
Oggi è gestita come museo e sede di eventi da una fondazione no-profit che si occupa di mantenere viva la memoria storica di Jonesboro – “preserviamo il passato per il futuro” (cit.) – e delle case e famiglie originarie della Clayton County, attraverso tour, percorsi educativi per scolaresche e studenti delle classi superiori.
La visita guidata, effettuata da guide in costume d’epoca estremamente competenti ed appassionate – “Come visit and experience the antebellum South!” questo è il loro benvenuto – parte solitamente dal tour della mansion principale, se avete letto il libro o visto il film riconoscerete senza ombra di dubbio gli interni della Tara di Rossella, e poi prosegue nel parco con la piccola scuola, le costruzioni d’epoca ed il villaggio indiano, fedelmente ricostruito in memoria dei Nativi Americani Creek.
Per prenotazioni ed informazioni sugli orari di apertura vi invito a consultare il sito ufficiale di Stately Oaks, qui!
Jonesboro è una piccola e graziosa cittadina storica a circa 40 km da Atlanta.
Un luogo fuori dal tempo, che ancora ricorda, nelle costruzioni e nelle ambientazioni, il suo glorioso passato di centro vitale della Georgia antebellum.
Fermatevi a visitare il Road to tara Museum, il museo che celebra la strada verso Tara, ovvero il percorso di Rossella che fugge da Atlanta in fiamme per tornare alla sua Tara, oltre ad analizzare quella che fu la Battaglia di Jonesboro, quando tra il 31 Agosto ed il 1 Settembre il generale dell’Unione William T. Sherman riportò una vittoria che condusse alla capitolazione di Atlanta, e segnò la fine dell’esercito confederato comandato dal generale John Bell Hood.
Al suo interno avrete modo di ammirare tantissimi cimeli storici, copioni originali, foto e costumi del film, tra cui il cappellino utilizzato da Rossella per la scena della falegnameria ed i mutandoni a sottoveste indossati da Vivien Leight (l’attrice che interpretò magistralmente Rossella) nella sequenza iniziale di Via col Vento, ed ancora documenti, bozzetti, lettere e biglietti di invito alla premiere del 1939.
Oltre ad una sezione interamente dedicata alle due protagoniste afroamericane, Butterfly McQueen e Hattie McDaniel.
Quella Hattie McDaniel, indimenticabile “Mami”, prima afroamericana in assoluto a vincere l’oscar come miglior attrice non protagonista che, a causa delle imposizioni messe in atto dalla segregazione razziale, non ebbe la possibilità di partecipare alla premiere del 1939 di Via col vento ad Atlanta, perché si teneva in un teatro per soli bianchi, e che nel 1940 fu costretta a sedere in un tavolo seminascosto al buio in attesa della consegna dell’oscar al Cocoanut Grove di Los Angeles.
Proprio di fronte all’ingresso del museo fermatevi ad ammirare il bellissimo murale creato per il progetto #jonesboropublicart dedicato a Scarlett (Rossella) O’Hara ed alla sua celebre esclamazione “perdindirindina”, “Fiddle Dee Dee”.
La visita di Jonesboro non può dirsi davvero completa senza aver prima fatto una sosta al suggestivo Cleburne Confederate Cemetery.
Si tratta del cimitero in cui riposano buona parte dei soldati confederati che trovarono la morte nella Battaglia di Jonesboro, edificato su una parte dello stesso campo di battaglia che li vide cadere.
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Articolo scritto in seguito alla visita di Jonesboro Gerogia effettuata in collaborazione con la Statley Oaks.