Parchi Americani più belli: 10 National & Tribal Parks degli USA da non perdere. Dal Southwest al Great American West, fino al Northern Pacific. Tutte le informazioni ed i miei consigli per visitarli al meglio.
I Parchi Americani rappresentano una delle più incredibili e preziose riserve naturalistiche, culturali e paesaggistiche al mondo.
Sono letteralmente disseminati in tutto il paese, con una maggiore concentrazione nelle aree del Southwest, del Northern Pacific e del Great American West.
Ma ce ne sono davvero tantissimi, dalla East Coast all’Alaska, senza dimenticare poi le paradisiache Isole Hawaii. Impossibile raccontarli tutti in un solo articolo.
Parliamo di 63 National Parks ed 84 National Monuments, senza contare poi i National Historical Parks, le National Recreation Areas, gli United States National Lakeshores, le National Seashores, i National Rivers e lo U.S. National Trails System.
Il sistema complesso dei Parchi Americani viene gestito e salvaguardato dal 1916 dal National Park Service, in collaborazione con diverse tribù di Nativi Americani le cui terre spesso e volentieri “ospitano” queste meraviglie naturalistiche. E poi ci sono gli State Parks, ad oggi 9817 unità gestite dall’America’s State Parks.
Un patrimonio naturalistico, storico e culturale immenso!
Tra tutti questi parchi americani – dopo 30 anni di viaggi negli States posso affermare senza timore di smentita di averli visti quasi tutti, e molti di questi anche più volte – ho selezionato per voi 10 tra quelli che a mio parere risultano essere i Parchi Nazionali e Tribali più belli e suggestivi degli USA, offrendovi anche qualche consiglio utile e pratiche informazioni per visitarli.
“Non c’è nulla di così americano come i nostri parchi nazionali.
L’idea fondamentale che sta alla base dei parchi è che appartengono alla gente, per l’arricchimento della vita di tutti noi”.
(Franklin D. Roosevelt)
La Monument Valley, come molti dei meravigliosi parchi naturalistici del Southwest, fa parte del Colorado Plateau, un immenso altopiano semi-desertico (circa 350.000 km quadrati) – che include ben 4 stati, Colorado, Utah, Arizona e New Mexico – attraversato dal Colorado River e da alcuni suoi affluenti e letteralmente scolpito nel corso dei secoli da tutta una serie di agenti atmosferici, tra cui acqua, vento e pioggia.
La Monument è divenuta celebre per le sue guglie rocciose che si ergono maestose su un’ampia ed apparentemente infinita, distesa di terra, sabbia e pietrisco. Si tratta di formazioni di pietra rossastre, in gergo geologico “testimoni di erosione”, modellate nel tempo da vento e pioggia, che si distinguono a secondo della loro forma in Butte, se si sviluppano più in altezza che larghezza, e Mesa, se al contrario risultano più larghe che alte.
La Valle è un Tribal Park, ed assieme all’intera Riserva è sotto la giurisdizione dei Nativi Navajo dal 1868, ovvero da quando un trattato stipulato con il Governo degli Stati Uniti mise fine al triste e doloroso confinamento di Bosque Redondo nel New Mexico e diede origine alla Navajo Nation, un vasto territorio compreso tra Utah, Arizona e New Mexico.
Cliccando qui troverete un articolo dettagliato sulla Monument Valley Tribal Park, con informazioni pratiche e consigli utili su come accedere, cosa vedere, quali esperienze fare, dove dormire e mangiare.
Il Grand Canyon National Park, il simbolo per eccellenza dei grandi parchi americani, si estende attraverso il gigantesco parco nazionale che prende il suo nome, lungo più di 350 km con una profondità che arriva a toccare nei suoi punti più oscuri, circa 2 km.
E’ come un enorme libro di storia, al cui confronto noi siamo piccoli granelli di sabbia, ha infatti una “vita” di sei milioni di anni, periodo nel quale il Colorado River col suo flusso incessante lo ha plasmato, all’interno della piattaforma del Colorado Plateau, conferendogli un’aspetto inconfondibile ed inimitabile, é come un’immensa opera d’arte all’aperto, scolpita nel corso dei millenni da variegati agenti atmosferici.
E’ possibile esplorare i suoi molteplici view point, o organizzare un’escursione a dorso di mulo, questo percorso però richiede tempo e capacità di adattamento, considerata la necessità di pernottare all’interno del Canyon.
Diversamente si può effettuare un’escursione in elicottero per poter avere una visione più completa del Canyon.
Maggiori informazioni, qui.
Il Bryce Canyon National Park fu istituito nel 1928 e così denominato in onore del mormone Ebenezer Bryce, che lo scoprì nel 1875.
Nonostante il nome, il Bryce non è propriamente un canyon ma un enorme anfiteatro originatosi dall’erosione del settore orientale dell’Altopiano di Paunsaugunt. Il Bryce Canyon, terra dei Nativi Paiute, è celebre per i caratteristici pinnacoli, gli hoodoos, prodotti dall’erosione delle rocce sedimentarie, erosione dovuta all’azione di acque, vento e ghiaccio. Le rocce hanno un’intensa colorazione che varia dal rosso, all’arancio al bianco.
Il Bryce ha una superficie di 145 km2 ed un’altitudine che varia tra 2400 m e 2700 m.
I sentieri più popolari sono il Queens Garden Trail e il Navajo Loop Trail. Percorrendoli ci si avvicina agli hoodoos ed al Thor’s Hammer attraverso canyon, archi e foreste di pini. Il percorso di 2,9 miglia che si crea unendo il Queens Garden Trail e parte del Navajo Loop è l’escursione più suggestiva da fare. Da non perdere la passeggiata panoramica che unisce Sunset Point a Sunrise Point.
Maggiori informazioni, qui.
Arches National Park si trova nei pressi di Moab, nel meraviglioso ed affascinante Utah, per scoprire – attraverso trails e sentieri più o meno impegnativi ma sempre estremamente suggestivi – più di 2000 archi naturali, che aggiunti ai 1500 presenti al di fuori del parco fanno di questa zona quella con la maggiore concentrazione al mondo.
Provate ad immaginare spettacolari archi di arenaria rossa modellati nel corso del tempo da acqua, ghiaccio, sbalzi climatici e da un continuo movimento salino sotterraneo che ne ha determinato in centinaia di migliaia di anni (e continua a farlo) creazione e distruzione.
Cliccando qui troverete un articolo dettagliato sul parco, con informazioni pratiche e consigli utili su come accedere, cosa vedere, quali esperienze fare, dove dormire e mangiare.
White Sands National Park.
Il più grande insieme di dune di gesso al mondo, circa 800 kmq.
Il gesso, di solito solubile in acqua, compare difficilmente sotto forma di sabbia ma in questo particolare contesto geografico, il Tularosa Basin, a causa anche dell’assenza di canali di scolo verso il mare, i sedimenti delle acque piovane restano intrappolati e con l’evaporazione dell’acqua contribuiscono alla continua creazione di depositi di gesso che spinti dal vento incessante, quasi sempre presente in questa zona, creano immense distese di dune.
Uno spettacolo continuo ed eterno, una zona in cui riescono a sopravvivere pochissime specie animali, per lo più notturne, e piante come la sopracitata yucca.
Cliccando qui troverete un articolo dettagliato sul parco, con informazioni pratiche e consigli utili su come accedere, cosa vedere, quali esperienze fare, dove dormire e mangiare.
“Mako Sica”, ovvero “terre cattive”, il nome che gli Oglala Lakota diedero a questi territori aspri, infruttuosi e selvaggi, dimora designata di spiriti e divinità ancestrali, oggi uno dei paesaggi più emozionanti e suggestivi del South Dakota.
Calanchi e pinnacoli color cipria che al variare delle ore del giorno assumono le più incredibili sfumature di rosa, argento ed oro, vallate magistralmente scolpite nella pietra intervallate da praterie infinite, e poi bisonti, antilopi, prairie dogs (gli adorabili cani della prateria), cavalli allo stato brado, black-footed ferrets (furetti dai piedi neri) e longhorn sheeps (pecore dalle lunghe corna).
“Come trovarsi davanti alle profondità di un oceano, dopo aver portato via tutta l’acqua.”
(Cit. Ranger Badlands NP)
Cliccando qui potete accedere ad una guida pratica con storia, curiosità, consigli ed informazioni utili per organizzare al meglio la vostra esperienza all’interno (e all’esterno) del Badlands National Park.
Un parco nazionale americano non è mai solo un sito naturalistico dalla bellezza e dalla scenografia impressionante, è anche frutto della passione, dell’amore e delle azioni dei personaggi, più o meno famosi, che hanno fatto il possibile per tutelarlo e preservarlo nel tempo.
Come nel caso del Theodore Roosevelt National Park e del suo “ispiratore” Theodore (Teddy) Roosevelt che – molto prima di diventare il 26° Presidente degli Stati Uniti d’America – fu il primo vero e grande esploratore, narratore e sostenitore di questo immenso, selvaggio ed incontaminato lembo di Badlands del North Dakota.
Quasi 300 km2 di pura bellezza, tra calanchi, praterie, fiumi, il Little Missouri River che attraversa tutto il parco, evidenze geologiche uniche al mondo – avete mai sentito parlare delle Cannonballs? – e boschi, oltre ad una fauna impressionante, tra cui bisonti, pecore Longhorns, cani della prateria, aquile, senza dimenticare naturalmente la prima autentica Cabin ed il Ranch in cui Roosevelt visse tra il 1883 ed il 1884, scrivendo diversi libri sulla sua vita essenziale e selvaggia in quei luoghi.
Un parco che da solo, fidatevi, merita un viaggio tra North & South Dakota, nel Great American West!
Cliccando qui potete accedere ad una guida pratica, con consigli ed informazioni utili, per organizzare al meglio la vostra esperienza.
Quando John Colter, membro della spedizione di Lewis & Clark, scoprì nel 1807 l’attuale Yellowstone, non riuscì a credere ai suoi occhi.
Davanti a lui si apriva uno scenario incantato, regno fino ad allora incontrastato dei nativi Shoshoni Sheepeater, di animali potenti e possenti, di getti di acqua e fumo che dalle viscere della terra si lanciavano verso il cielo, di laghi d’acqua dalle sfumature d’azzurro e arancio, di cascate, laghi, montagne, vallate e canyon dalla bellezza disarmante.
Quando rientrò alla “civiltà” e raccontò ciò che aveva visto, non fu creduto. Ma i suoi reportage incuriosirono altri esploratori ed artisti che intrapresero il suo medesimo percorso, confermando al rientro con scritti dettagliati e dipinti, le parole di Colter.
65 anni dopo, il 1 marzo del 1872, il Presidente Grant creò lo Yellowstone National Park, primo Parco Nazionale USA.
Un’area immensa, parliamo di 9000 km2 di parco, 5 ingressi e 5 regioni attraversate dai 230 km della Grand Loop Road.
La Mammoth Country, l’area termale del parco si trova assieme alla Lamar Valley a nord-nordest del parco.
Nella Roosevelt Country si stima ci sia la più alta concentrazione di Wapiti e buffalo. Nella Geyser Country troverete l’Old Faithful, uno dei geyser più famosi al mondo, oltre a numerose piscine naturali di acqua calda solforosa tra cui Grand Prismatic Spring e Morning Glory, in quest’area è geologicamente collocata l’originale Caldera dello Yellowstone.
La Canyon Country comprende il Grand Canyon dello Yellowstone oltre alla cascata inferiore, alta due volte quella del Niagara, mentre la Lake Country è la zona attorno allo Yellowstone Lake e la regione, dopo la Lamar Valley, con la maggior concentrazione di animali selvatici.
Maggiori informazioni, qui.
L’Oregon – qui un itinerario dettagliato per scoprirlo – incarna la vera ed autentica essenza del Northern Pacific, fatta di una natura rigogliosa e protagonista, di lunghe e ventose coste frastagliate, di grandi catene montuose, di foreste, pianure, e soprattutto di laghi e vulcani millenari.
Tra questi il Crater Lake National Park, una delle 7 meraviglie dell’Oregon.
Un antico e silente vulcano che raggiunge quasi 2000 metri d’altezza e che “ospita” nella sua caldera un lago di acqua purissima – ad oggi il più profondo degli Stati Uniti d’America, quasi 600 metri – con al centro un’isola “magica”. Il tutto nel bel mezzo di un altopiano immenso, antico territorio dei nativi Klamath, assieme ad altri spettacolari laghi vulcanici e parchi naturalistici, come il Diamond Lake ed il Newberry National Volcanic Monument and Lava Lands.
Un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura, dei percorsi inusuali e delle leggende legate alle culture native.
Cliccando qui troverete un articolo dettagliato sul parco, con informazioni pratiche e consigli utili su come accedere, cosa vedere, quali esperienze fare, dove dormire e mangiare.
Quando si parla di grandi Parchi Americani inevitabilmente il pensiero vola a quelli a ridosso del Southwest, il Gran Canyon, la Monument Valley, la Death Valley, solo per citare i più famosi.
In pochi in realtà sanno che il Mid East e la East Coast offrono oasi naturalistiche e paradisi incontaminati, entrati di diritto nell’elenco dei Parchi Nazionali degli USA, altrettanto spettacolari ed affascinanti anche se meno noti al turismo internazionale.
Provate ad immaginare 15000 ettari di montagne, sentieri a picco sul mare, coste frastagliate, impressionanti fenomeni naturali, laghi, fiumi ed un numero imprecisato di isolotti e pittoreschi fari che sembrano sbucati come per incanto da un libro di Hemingway o da un quadro di Hopper.
Provate a collocare il tutto nel bel mezzo di un’isola, la Mount Desert Island, al largo della costa sud orientale del New England, nello stato del Maine.
Il risultato? L’Acadia National Park!
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“I Parchi Nazionali Americani sono, senza dubbio,
il maggior contributo degli Stati Uniti alla cultura del mondo”
(Frank Frase Darling)
Di Parchi Americani, come già detto, ce ne sono tantissimi.
In questo articolo ve ne ho menzionati e raccontati soltanto 10 tra i miei preferiti.
In collaborazione con un Tour Operator specializzato sugli Stati Uniti con cui realizzo viaggi personalizzati negli USA – maggiori informazioni qui – possiamo creare dei veri e propri itinerari tematici (comprensivi di tutto, percorso, tappe day by day e servizi, voli, hotel, noleggio auto, esperienze, etc.) tra i parchi più affascinanti, in base alle zone, seguendo le vostre passioni, idee ed aspettative, ottimizzandole al meglio in termini di tempo a disposizione, sviluppo del viaggio e spesa.
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