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E’ uno dei miei luoghi speciali a New York.
Ne ho letto per la prima volta sulle pagine del The New Yorker, ho approfondito con alcune ricerche, ho inviato qualche email ed alla fine un paio di mesi fa ho avuto la possibilità di entrarci per una visita guidata privata.
E’ il simbolo di una New York che ancora sopravvive nonostante il passare del tempo, quella legata al suo secolo di luci ed ombre – il 1800 – e di una Manhattan fatta di dimore in brownstone e townhouse, frac e abiti di seta, pizzi e crinoline, lampioni a gas, strade acciottolate e carrozze con cavalli.
La New York delle grandi rappresentazioni teatrali, degli attori, delle feste, delle stanze e dei giardini segreti, dei club esclusivi.
La New York di Edwin Booth – uno dei più grandi artisti Usa a cavallo tra ‘800 e ‘900 – e di The Players, il più antico club (e museo) del teatro degli USA, con vista ed accesso privato su Gramercy Park, il parco più esclusivo della città.
“The Players è un club privato fondato nel 1888 da Edwin Booth, il più grande attore americano del suo tempo.
(…) Con l’idea di dare vita ad un club per la promozione dei rapporti tra i rappresentanti della professione drammatica e le professioni affini di letteratura, pittura, scultura e musica e i mecenati delle arti.
Più di 130 anni dopo la tradizione continua”
(Introduzione a The Players, dal sito web ufficiale)
Nel 1888 Edwin Booth – famosissimo attore di teatro nonché fratello di John Booth, l’assassino del Presidente Abraham Lincoln – decise di fondare un club esclusivo per artisti, letterati ed esponenti dell’high society newyorkese, con l’intento di migliorare le condizioni e la “fama” degli attori di teatro considerati fino ad allora vagabondi infrequentabili e poco raccomandabili.
Così acquistò un edificio in stile greek revival al 16 di South Gramercy Park , lo arredò con gusto riempiendolo di opere d’arte, libri e oggetti teatrali accumulati nel corso della sua carriera e lo inaugurò la sera del 31 dicembre 1888 con il nome di The Players, “Gli Attori”.
Nel corso del tempo il club divenne una vera e propria istituzione in materia di eventi collegati all’attività artistica dei suoi membri, trasformandosi progressivamente nel più importante museo (con annessa libreria) del teatro degli Stati Uniti.
Per lungo tempo The Players ha ammesso tra i suoi membri esclusivamente soci di sesso maschile.
Nel 1911 fu firmata da tutti i soci una petizione per consentire l’accesso alla leggendaria attrice francese Sarah Bernhardt – che una volta entrata sembra rimase a lungo bloccata nel vecchio ascensore di servizio, ci sono diversi aneddoti a riguardo – ma fu solo nel 1989 che fu cambiato lo statuto e furono ammesse le prime due donne.
Oggi The Players è ancora quel luogo speciale voluto da Edwin Booth (che visse qui gli ultimi anni della sua vita, morì il 7 giugno del 1893 nel suo appartamento privato all’ultimo piano) in cui appassionati d’arte, cultura, teatro e cinema si incontrano per il puro piacere di socializzare, condividere emozioni e momenti speciali, godendo tra le altre cose – per statuto – del possesso della chiave e dell’accesso privilegiato in uno dei parchi privati più suggestivi ed affascinanti di New York, Gramercy Park.
Visitare The Players oggi significa compiere un viaggio all’indietro nel tempo per immergersi nella New York di metà ‘800, nel magico mondo del teatro di Edwin Booth e di tutti i membri, artisti, scrittori, persino attori hollywoodiani avvicendatisi nel tempo come membri e affiliati del club.
La visita si sviluppa attraverso i 3 piani dell’edificio.
A partire dal The Grill in cui si può ammirare il tavolo da biliardo utilizzato da Mark Twain, la petizione (incorniciata) per l’ammissione di Sarah Bernhardt ed una serie di dipinti di set teatrali, caricature e schizzi tra cui uno di Norman Rockwell fino alla Great Hall al pian terreno dominata da un imponente camino di 20 tonnellate con inciso il simbolo di The Players, le due maschere Commedia e Tragedia, oltre ad un grande ritratto di Edwin Booth, primo Presidente del Club, nei panni di Richelieu.
Lungo le scale che portano ai piani superiori si ammirano i ritratti dei membri e degli “amici” che hanno frequentato il club nel corso del tempo, Ernest Hemingway, Lauren Bacall, Humphrey Bogart, Tommy Lee Jones, fino ad arrivare ad attori e letterati dei nostri tempi.
La biblioteca al primo piano considerata ad oggi uno dei migliori archivi teatrali del suo genere, conserva foto, libri, più di 50.000 locandine di spettacoli ed alcuni scritti autografi di Edwin Booth, inclusa la lettera che egli scrisse il 20 giugno del 1865 per scusarsi con il popolo americano dell’assassinio del Presidente Abraham Lincoln avvenuto per mano del suo sconsiderato fratello.
La parte finale della visita è riservata all’appartamento di Edwin Booth, due stanze all’ultimo piano che l’artista definì il suo “nido tra le cime degli alberi di Gramercy Park”.
Un salotto ed una camera da letto, fermi al 7 giugno 1893, giorno in cui Booth morì.
Gli ambienti sono pieni di ricordi personali dell’attore, il letto d’ottone con il copertino in seta ormai consunto e sbiadito, il libro di poesie di William Winter aperto all’ultima pagina letta, le sue pipe, i sigari, ed il suo teschio preferito utilizzato poi in quasi tutte le sue rappresentazioni di Amleto, quello di un ladro di cavalli condannato a morte che poco prima di essere impiccato chiese che il suo teschio fosse donato all’attore di cui era un grande ammiratore.
Dalle due finestre si gode una tra le viste più belle su Gramercy Park.
In particolare sulla statua nel centro del parco, quella che onora e commemora il più grande attore di teatro americano Edwin Booth.
The Players si trova al n.16 di Gramercy Park South, in una palazzina in greek revival adornata da mattoni rossi, pietra e particolari in ferro battuto.
E’ aperto dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 24, il venerdì dalle 10 all’1 di notte.
Se volete prenotare una visita privata (a pagamento) – della durata di circa un’ora e mezza – dovete inviare una mail a questo indirizzo info@theplayersnyc.org o telefonare al numero (212) 475-6116 spiegando i motivi del vostro interesse nei confronti di The Players – passione per il teatro, per la vecchia Nyc, per i suoi edifici storici, desiderio di saperne di più su Edwin Booth, etc.. – e le date esatte del vostro soggiorno in città.
Vi verrà inviata una risposta nel giro di alcuni giorni con un appuntamento ed il nome della guida che vi accompagnerà lungo il percorso.
Dovrete recarvi nel giorno e nell’ora stabilita all’ingresso della palazzina esattamente al 16 di Gramercy Park South, accedere all’anticamera della Great Hall ed attendere lì l’arrivo della vostra guida.
E’ possibile scattare foto (senza flash) e girare brevi video, facendo comunque attenzione a non disturbare i soci del club, solitamente presenti nella biblioteca o nei salotti al primo e secondo piano.
6 Comments
grazie della dritta, proverò a scrivere a the players….curiosità: ti hanno richiesto un contributo o è gratis? grazie mille e complimenti, veramente un bel blog e diverso dai soliti 😉
Ciao Samantha, grazie a te dei complimenti.
L’accesso a The Players è totalmente gratuito.
Grazie, post molto interessante e utilissimo. Belle anche le foto. Andrò avanti a visitare il tuo blog.
Grazie Rossella e benvenuta!
ariciau! ho contattato the players e mi han dato disponibilità x quando sarò a new york ovvero a giugno ma…a pagamento, 15 dollari a persona. sarà cambiato qualcosa di recente? grazie ciauuuu
A dicembre la visita era gratuita, avranno cambiato politica.
Mi informo!