I luoghi di Norman Rockwell negli USA: itinerario da New York – e da New Rochelle, NY – al New England. Viaggio alla scoperta dei siti legati alla vita, alla formazione, all’ispirazione ed alle opere del più grande illustratore, oltre che pittore, americano, ideatore del realismo romantico.
Viaggiare in America seguendo le orme, le ispirazioni ed i luoghi dei suoi più grandi narratori, collezionando una serie di esperienze uniche ed indimenticabili.
E non mi riferisco solo agli scrittori ed ai numerosi itinerari letterari – che spesso poi si trasformano anche in percorsi cinematografici – da ripercorrere.
Alludo a quegli artisti che ci hanno raccontato e reso riconoscibili gli Stati Uniti grazie alle icone generate dai loro lavori, penso ai numerosi dipinti, alle illustrazioni, agli schizzi che hanno disegnato e finito poi con il rappresentare in maniera indelebile interi momenti storici.
Artisti del calibro di Edward Hopper, dei cui luoghi negli USA ho già ampiamente raccontato qui, di Andy Wharol, di cui trovate alcuni interessanti spunti di viaggio qui, e soprattutto “dell’americanissimo” (passatemi l’espressione) Norman Rockwell, ideatore di una vera e propria corrente artistica – il “realismo romantico” – che finì poi per rappresentare ed identificare l’epoca in cui visse ed operò.
“Norman Rockwell ha dipinto il sogno americano meglio di chiunque altro”
(Steven Spielberg)
Nessuno più di Norman Rockwell ha raccontato per buona parte del ‘900, con matita e pennello – grazie alle oltre 300 copertine create per il magazine The Saturday Evening Post, ai numerosi schizzi ed ai dipinti – la vita, i desideri e le aspirazioni dell’americano medio.
L’illustratore per eccellenza dell’american way of life, dove ogni singolo personaggio è prima di tutto “americano”, prima ancora del suo credo, del colore della pelle, delle personali inclinazioni e problematiche, e come tale vive e reagisce agli eventi della vita con una sorta di ottimismo innato, talvolta quasi eccessivo, tipico dello spirito positivo, e propositivo, e del crescente entusiasmo che ha accompagnato la cultura popolare statunitense lungo buona parte del secolo scorso.
Una carrellata di fermo immagini poetiche e sognanti, le sue, componenti fondamentali del neonato realismo romantico, che hanno contribuito a plasmare nell’immaginario collettivo l’idea utopica della middle class statunitense e che hanno raccontato attraverso il sapiente uso della cromia, dei chiaro-scuri e del tratteggio nella definizione dei caratteri dei personaggi e delle situazioni – quasi sempre con ironia ed apparente leggerezza, “non riesco a dipingere i mascalzoni” usava dire quando gli venivano mosse critiche a riguardo – anche importanti tematiche politiche e sociali, come la segregazione razziale, la guerra, l’esplorazione dello Spazio, le condizioni di vita dei Nativi Americani e dei ceti meno abbienti.
I presupposti perfetti per scoprire – attraverso le tappe più significative del percorso artistico e professionale di Norman Rockwell – ancora un’altra America, o magari provare semplicemente a vederla e leggerla con occhi, e chiavi di lettura, differenti da quelle a cui siamo abituati.
Da qui l’idea di questo breve itinerario.
Un viaggio emozionale nella vita, nelle ispirazioni e nei luoghi di Norman Rockwell negli USA.
“Stavo mostrando l’America che conoscevo e osservavo ad altri che forse non l’avrebbero mai notata.
Il mio scopo era quello di raccontare il tipico americano.
In fondo sono sempre stato un cantastorie”
(Norman Rockwell)
Quando si accenna ai luoghi di Norman Rockwell negli USA il pensiero va istintivamente a Stockbridge, Massachusetts, la cittadina dei Berkshires – la trovate come tappa finale di questo itinerario – in cui l’artista, già affermato, scelse di vivere e lavorare per il resto della sua vita, a partire dal 1953, in cui oggi sorge il museo a lui dedicato, con il suo vecchio studio, ed in cui si trova, poco distante, il suo sepolcro.
In realtà per comprendere a fondo le origini dell’ispirazione artistica e della formazione di Rockwell è necessario andare ancora più a ritroso nel tempo, e seguire – a cominciare dalla sua nascita – i numerosi spostamenti che fece prima seguendo la famiglia e poi da solo, da New York a New Rochelle, al New England, fermandoci per uno sguardo nei luoghi per lui più significativi e formativi.
Norman Rockwell nacque il 3 Febbraio del 1894 a New York, più precisamente nell’Upper West Side, in quella che all’epoca era la dimora di famiglia, al 203 W della 103rd Street (la vecchia Odessa Stewart Street), tra Amsterdam Ave e la Broadway.
Oggi la casa non esiste più, al suo posto sorge un condominio, ma all’angolo con la Broadway potete trovare la targa che identifica la strada e l’intera area come Norman Rockwell Place.
“Nelle sere d’estate passando tra le foglie polverose dei due magri olmi dall’altra parte della strada
raggiungevo con la mia famiglia Amsterdam Avenue per prendere il tram per assistere alla nostra messa serale.”
(Norman Rockwell, ricordi d’infanzia)
E fu proprio questa zona, multiculturale, viva, aperta e frequentata da persone di differenti credo ed estrazioni sociali in cui l’artista trascorse i primi 9 anni della sua vita, tra il luogo di nascita e l’abitazione dei nonni, ad influenzare non poco la sua visione artistica e l’idea di quell’America che fu poi la protagonista indiscussa della sua narrazione.
“Capisci davvero il lavoro di Rockwell in un modo completamente nuovo
quando ti rendi conto che è cresciuto nel l’Upper West Side”
(Mark Levine, consigliere del 7 distretto di Nyc – Amsterdam Ave)
Provate a camminare lungo Amsterdam Ave, ancora oggi questa arteria conserva le caratteristiche “umane” di quasi un secolo fa, fermandovi in qualche tavola calda, davanti alle vetrine di un barber shop, ad uno dei banchi di frutta o di libri usati che popolano i marciapiedi, avrete davvero come l’impressione di sentirvi anche solo per un attimo inconsapevoli protagonisti di un’illustrazione di Norman Rockwell.
Poi spingetevi più a sud verso l’Art Student League, sulla 57th, o fino alla National Academy of Design. Due antichissime scuole di arte e design, fondate nell’800 ed oggi ancora in attività, frequentate da Rockwell nel periodo dell’adolescenza.
Fu proprio grazie all’interesse dimostrato nei suoi confronti da Howard Pyle, suo insegnante dell’Art Student League e noto illustratore dell’epoca, che a soli 16 anni gli venne commissionato il primo lavoro, la composizione di una serie di cartoline d’auguri a tema natalizio.
E New York fu solo l’inizio di tutto.
All’età di 17 anni la sua famiglia – dopo aver cambiato più volte residenza nella contea di Westchester a nord di New York – si trasferì a Brown Lodge, al 39 di Prospect Street, New Rochelle, nel NY State.
New Rochelle era a quei tempi la dimora preferita dagli artisti, drammaturghi, attori, scrittori e musicisti più famosi che, potendo comodamente raggiungere New York in treno in poco più di un’ora, preferivano vivere in un luogo meno caotico e più idilliaco, scegliendo il più delle volte di soggiornare in grandi ville e dimore d’epoca.
Il luogo perfetto per il giovane e determinato Norman, perchè tra gli artisti presenti a New Rochelle c’erano anche i principali illustratori del paese che fornivano le copertine per le riviste più popolari.
Ed infatti fu proprio qui che, nel 1916, ebbe origine la sua fruttuosa collaborazione con il Saturday Evening Post.
Rockwell condivideva uno studio con il fumettista Clyde Forsythe, che lavorava per il Post. Forsythe lo aiutò a presentare ed a fare accettare la sua prima copertina al Post, Mother’s Day Off, che riscosse un incredibile successo. Da quel momento, per oltre 47 anni, le sue illustrazioni apparvero per ben 322 volte sulle copertine del The Saturday Evening Post. L’ultimo suo lavoro per il Post fu il celebre ritratto di John F. Kennedy, pubblicato nel 1963, una settimana dopo il suo assassinio a Dallas.
Norman Rockwell visse e lavorò per più di 25 a New Rochelle, utilizzando questa cittadina ed i suoi abitanti come modelli per le sue vignette pittoriche, “Alcuni dei miei anni più felici li ho trascorsi a New Rochelle”, rivelò ad un giornalista della Standard Star durante una visita in città nel 1972.
Potete raggiungere New Rochelle in treno da New York in poco più di 35 minuti, partendo con la linea diretta dell’Amtrak Metro-North, dalla stazione di Grand Central Terminal.
Il consiglio è di dedicarle una giornata, passeggiando senza fretta per il suo downtown. Se amate e conoscete il lavoro di Rockwell, molte strade, case e negozi vi sembreranno istintivamente familiari.
Qui potete scaricare una brochure per intraprendere un walking tour a New Rochelle seguendo le parole ed i ricordi dello stesso Rockwell, per poi fermarvi a visitare la piccola esposizione a lui dedicata all’interno della New Rochelle Public Library ed ammirare The Land of Enchantment, una delle più grandi opere di Rockwell, un dipinto ad olio che mostra due ragazzi che leggendo vengono trasportati in un mondo fantastico.
Non dimenticate, prima di andare via, di cercare il cartello che lo commemora nella Hall of Fame all’esterno della Library.
Il New England – in particolare gli stati del Vermont e del Massachusetts – ha rappresentato un altro passaggio fondamentale della vita e di conseguenza dell’evoluzione artistica di Rockwell.
Dalle estati felici e spensierate della sua infanzia trascorse in una fattoria del Vermont, ad Arlington, sempre in Vermont, in cui si trasferì con la sua seconda moglie nel 1939 per “fuggire dall’orrore della guerra” (cit.) – fu qui che dipinse le sue famose “Quattro Libertà” – e riscoprire il sapore e la quotidianità di quella provincia americana (molti dei suoi vicini di casa di Arlington sono divenuti i modelli delle sue opere) che non avrebbe mai più smesso di raccontare, per poi arrivare alla sua amatissima Stockbridge, in Massachusetts, dove visse e lavorò fino alla morte, dal 1953 al 1978.
Nei pressi di Arlington, una deliziosa cittadina del Vermont rurale celebre per i suoi ponti coperti, lo sciroppo d’acero e le dimore d’epoca, potete fermarvi a visitare The Norman Rockwell Museum of Vermont, un’installazione museale creata nel 1976 all’interno di una vecchia fattoria di Maple Syrup, per celebrare gli anni che l’artista trascorse in questo luogo.
Si tratta di un piccolo museo artigianale, con annesso negozio, non particolarmente curato, in cui sono esposte copertine, alcuni disegni originali, stampe e scritti dell’artista. E’ consigliabile chiamare prima di raggiungerlo per accertarsi sugli orari di apertura – di solito tutti i giorni dalle 9 alle 16 – poiché spesso il museo resta chiuso senza avviso ed il sito web non è sempre accessibile.
L’indirizzo è 654 Route 4 East Rutland, VT 05701. il numero di telefono è 877-773-6095 .
Per ulteriori informazioni vi suggerisco di consultare il sito web ufficiale del turismo di Arlington, qui.
E veniamo infine a Stockbridge, la cittadina del Massachusetts che preserva il maggior numero di siti legati alla vita ed al percorso artistico di Norman Rockwell, il luogo in cui scelse di vivere assieme alla sua famiglia dal 1953, fino alla sua morte, avvenuta l’8 Novembre del 1978.
Stockbridge – qui un articolo dettagliato a riguardo – è un’antico villaggio rurale del New England, nel cuore dei Berkshires, reso celebre, oltre che dalle pennellate e dai disegni di Rockwell, dalla presenza di uno dei 6 Original Historic Inn of America, l’incantevole Red Lion Inn.
Entrando in auto lungo Main Street noterete che non molto é cambiato dalla pittoresca illustrazione che Norman Rockwell fece della sua amata cittadina in una delle sue opere più conosciute – Stockbridge Main Street at Christmas – in cui si scorge sulla destra anche il Red Lion Inn. Se pensate di visitare il New England in inverno ricordate che ogni anno il primo weekend di Dicembre abitanti ed appassionati rievocano la scena del quadro richiamando turisti e visitatori da ogni parte del paese e non solo. Un’esperienza emozionante!
Il consiglio è quello di trascorrere almeno una notte a Stockbridge, rigorosamente al Red Lion Inn, e dedicarsi con calma alla scoperta della cittadina ed alla vista del Norman Rockwell Museum, la più grande collezione al mondo di opere originali di Rockwell, incluso il suo studio personale, a cui va aggiunto un archivio di più di 100.000 documenti privati, fotografie e lettere.
Calcolate un’abbondante mezza giornata per la visita completa.
Non potete lasciare Stockbridge, ed i Berkshires, senza aver visitato il sepolcro di Norman Rockwell, presso lo Stockbridge Cemetery, e fatto colazione (deliziosa, tra l’altro) da Joe’s Diner, nella vicina Lee, la tavola calda che ispirò e fece da sfondo ad uno dei dipinti più famosi di Rockwell nel 1958, The Runaway.
2 Comments
Qui ho lasciato un pezzetto di cuore!❣
Posso immaginare!! Se ami Rockwell quei luoghi ti entrano dentro…