In Inglese
Scoprire Lowell, una suggestiva cittadina della Greater Merrimack Valley, antica e verdeggiante area a nord est di Boston, significa intraprendere un viaggio emozionante nella storia e nella letteratura americana.
“Voglio essere considerato un poeta jazz che suona un lungo blues
in una jam session di una domenica pomeriggio.”
(Jack Kerouac)
Una sorta di percorso della memoria nei luoghi che hanno visto nascere, crescere e formarsi uno dei più grandi scrittori statunitensi, Jack Kerouac, il poeta “jazz” che rifiutò le convenzioni, le censure e la morale americana dell’epoca, che cercò la libertà (materiale e spirituale) in ogni aspetto della sua vita a costo di esperienze estreme e deterioranti anche dal punto di vista fisico, come quelle della droga e dell’alcool.
Un uomo “diverso”, difficile, forse unico, uno spirito libero ed inquieto, creatore tra l’altro di una delle correnti letterarie (nata idealmente proprio a Lowell) più singolari del ‘900, la Beat Generation.
“Fu da cattolico che un pomeriggio andai nella chiesa della mia infanzia, Santa Giovanna d’Arco a
Lowell, e a un tratto, con le lacrime agli occhi, udii il sacro silenzio della chiesa .
Ebbi la visione di che cosa avevo voluto dire veramente con la parola “Beat”,
la visione che la parola Beat significava beato.”
(Jack Kerouac, riflessioni sulla “Beat Generation”)
Impossibile non pensare al suo romanzo più famoso On the Road (sapevate che Kerouac scrisse l’intera opera su un rotolo di carta?) un libro che ha influenzato generazioni di giovani americani (e non solo) e che ha rilanciato il mito del viaggio sulla strada nell’America più lontana e sconosciuta, mito che ancora oggi alimenta sogni ed itinerari di viaggiatori da ogni parte del mondo.
Incredibile pensare che tutto sia partito da Lowell, da questa antica città del Massachusetts sorta come primo polo industriale americano nella metà dell’800 (oggi National Historical Park), simbolo indiscusso di innovazione e progresso – in questo caso specifico nella manifattura tessile – in un’America ancora legata esclusivamente a sistemi di produzione agricoli e manuali.
Una rivoluzione a tutti gli effetti – passata poi alla storia come Rivoluzione Industriale Americana – che favorì l’arrivo in città non solo di manodopera (soprattutto femminile) dalla campagna circostante ma anche di moltissime famiglie di immigrati dal Canada e dall’Europa in cerca di lavoro e di un futuro migliore.
La storia e l’intera opera letteraria di Kerouac – pensate che 6 dei suoi 24 libri sono ambientati a Lowell – partono esattamente da qui.
Da una piccola abitazione in legno di Loupine Road, occupata da una famiglia di immigrati franco-canadesi.
Lowell, nel tempo, non é poi cambiata tanto.
Molti dei luoghi descritti da Kerouac – specialmente quelli raccontati in Doctor Sax, una sorta di autobiografia relativa alle esperienze della sua adolescenza e in The Town and the City, ambientato tra Lowell e New York – e molti dei siti legati alla sua vita reale sono ancora oggi facilmente riconoscibili e visitabili, grazie soprattutto all’impegno della Lowell Celebrates Kerouac.
Si tratta di un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di preservare la memoria letteraria dell’autore e di renderne più semplice la comprensione alle nuove generazioni attraverso ben due festival annuali (uno in ottobre ed uno più breve in marzo in occasione del suo compleanno), gare letterarie ed itinerari tematici per studenti ed appassionati.
Difficile, quasi impossibile, pensare di scoprire Lowell senza ripercorrere le tappe fondamentali legate ad uno dei più inquieti ed affascinanti scrittori americani del ‘900.
Se lo amate già avrete modo di conoscere qualcosa di più sulla sua storia personale e sulla forte impronta che questa ebbe su molte delle sue produzioni. Se lo avete conosciuto solo grazie alle parole forti, magnetiche ed accattivanti di On The Road, beh allora vi si aprirà un mondo.
Il tour non può che iniziare dal quartiere di Centralville, al n.9 di Lupine Road, una modesta casa in legno in cui il 12 marzo del 1922 nacque Jean Louis Lebris – poi semplicemente Jack – Kerouac.
La casa non é visitabile all’interno, perché abitata, ma nel portico d’ingresso é ben visibile la targa che commemora la nascita dell’autore. Tutto il quartiere attorno, quasi immutato nel tempo, offre uno spaccato realistico di quella che doveva essere la quotidianità del piccolo Jack.
Le tappe successive si trovano vicino alla zona di Pawtucketville, sulle sponde del Merrimack River, si tratta di alcuni dei luoghi ripetutamente citati da Kerouac nei suoi libri, in particolare modo in Dottor Sax, che si intersecano con siti che hanno segnato momenti significativi della sua svolta di scrittore.
“L’altra notte ho sognato che stavo seduto sul marciapiede di Moody street,
Pawtucketville, Lowell, Massachusetts, con carta e matita in mano e mi dicevo:
“Descrivi l’asfalto grinzoso di questo mariapiede, e anche i paletti di ferro dell’Istituto Tessile e non
soffermarti a pensare alle parole quando ti fermi, soffermati solo per immaginare la scena e lascia
vagare libera la mente in questa storia.”
(Jack kerouac, Dottor Sax, incipit)
Alle spalle della vecchia Franco American School, si trova l’impressionante Via Crucis fatta di nicchie e statue che il piccolo Jack era solito percorrere di sera, specie dopo la prematura morte di suo fratello, assieme alla madre, una devotissima cattolica. Abitudine che nel tempo rese ancora più complesso se possibile il suo intenso rapporto con la religione.
Poco distante la vecchia Chiesa di St Jean Baptiste, dove si tenne il suo funerale il 24 ottobre del 1969, e ritornando verso Mammoth Road le Pawtucket Falls, le spettacolari cascate che azionavano i mulini industriali delle fabbriche, presenti in molti racconti – quasi un’ossessione per Kerouac – assieme ai ponti, ai canali ed alle ragazze operaie della Lowell degli anni ’30 e ’40.
Rientrando verso il centro ci si può fermare nel Jack Kerouac Commemorative Park, una sorta di memoriale circolare all’interno di un piccolo giardino lungo l’Eastern Canal in cui sono presenti steli di granito che riportano gli incipit dei romanzi ambientati a Lowell, un luogo estremamente suggestivo in cui magari soffermarsi per un po’.
La zona degli edifici industriali, i cotonifici e i capannoni per la tessitura, oggi Parco Nazionale, é piena di riferimenti a Kerouac, i canali, le fabbriche, i pub dove era solito ubriacarsi e tirar tardi ed il Patrick Mogan Cultural Center all’interno del quale sono conservati in una teca la sua macchina da scrivere ed il suo zaino assieme ad altri cimeli.
L’ultima tappa, forse la più emozionante, é la sua tomba presso l’Edson Cemetery, potete chiedere indicazioni all’ingresso per raggiungere il sepolcro.
Si tratta di una sepoltura estremamente semplice, una lastra nel terreno con le date di nascita e morte a cui sono state aggiunte successivamente quelle della moglie Stella. Vicino, per onorare l’uomo (e le sue debolezze) e l’artista, due bottiglie di whiskey mezze piene, un paio di penne, alcuni bigliettini ripiegati fermati con pietre, qualche fiore e l’onnipresente stars & stripes, una piccola bandiera americana.
Quasi disturbano – certa che lo stesso Jack, schivo e riservato, non avrebbe gradito – le dimensioni della grande lapide commemorativa alle spalle (aggiunta di recente) con inciso il suo nome ed una sua frase presa da On the Road… The Road is life, la strada é vita.
“Vivi, viaggia, avventurati, benedici e non dispiacerti”
(Jack Kerouac)