Libri sui Nativi Americani: quelli da leggere per per scoprirne storia, tradizioni e culture, e per poter quindi viaggiare nei loro territori con maggiore attenzione e consapevolezza.
“Di chi era la prima voce che riecheggiò su questa terra? La voce del popolo rosso che aveva solo archi e frecce. Ora la gente bianca passa indisturbata attraverso le nostre terre lasciando una lunga traccia di sangue dietro di sé.
Non vogliamo che vengano costruite strade attraverso le nostre montagne sacre, le Black Hills e le Bighorn Mountains. Ho detto queste cose tre volte; ora sono venuto qui a dirlo la quarta volta. Se cercherete di prenderle noi combatteremo.”
(Maqpeya Luta, Nuvola Rossa capo Oglala Lakota Sioux a Fort Laramie)
Provate ad immaginare più di 1000 nazioni, composte da centinaia di migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, perfettamente gestite nelle rispettive sfere di competenza da capi politici e capi spirituali, e suddivise a loro volta in tribù e clan.
Culture antiche, ricche di tradizioni e storia, a seconda dei luoghi di origine stanziali o nomadi. Spesso diversissime (persino nella lingua) e talvolta in contrasto tra loro, stanziatesi su quell’immenso territorio del Nord America, che oggi risponde al nome di Stati Uniti d’America, circa 13.000 anni fa.
E’ esattamente a quel periodo che gli archeologi fanno risalire le origini della storia delle culture native nordamericane.
Culture che, dopo secoli trascorsi in totale armonia con la natura circostante e quasi sempre pacificamente in questi vasti e sconfinati territori (dovete pensare alle varie tribù come normali nazioni confinanti non sempre in armonia le une con le altre), a cominciare dal 1600 con l’arrivo dei primi coloni inglesi della Virginia e dei Padri Pellegrini in Massachusetts poi, sono state costrette ad “incontrarsi e quindi scontrarsi” per la loro stessa sopravvivenza con l’uomo bianco.
Lo stesso “uomo bianco” che, con false promesse e molteplici inganni, ha sin da subito provato a sottrarre loro terre e dignità, spingendoli dopo secoli di guerre, trattati farsa, deportazioni e stermini di massa nelle riserve, veri e propri campi di concentramento prima e di “civilizzazione” e “rieducazione” poi.
Pensate che solo durante le Guerre Indiane, in un arco temporale che va dal 1775 al 1890 furono uccisi più di 50.000 nativi ed internati i restanti 80.000.
Ma fu con l’arrivo della Frontiera, subito dopo la Civil War, con la conquista del West, le piste di cacciatori di pellicce, gli esploratori, i pionieri e la corsa all’oro attraverso la regione che oggi prende il nome di Great American West, e che include gli stati del North Dakota, South Dakota, Wyoming, Montana ed Idaho, assieme ad altri stati confinanti come Minnesota, Nebraska e Colorado, che si verificarono, al principio con una netta supremazia dei nativi grazie alle vittorie riportate dai Sioux Lakota, dai Cheyenne e dagli Arapaho, gli scontri ed i massacri più atroci.
Battaglie passate alla storia dietro i nomi di grandi e valorosi capi indiani come Toro Seduto, Nuvola Rossa, Cavallo Pazzo, e di personaggi, più o meno valorosi, dell’esercito degli Stati Uniti d’America e non solo, tra cui Custer, il terribile Sherman, Fetterman, fino al celeberrimo cowboy e attore Buffalo Bill.
Ma si sa la storia tende solitamente ad essere raccontata dai vincitori, e così nel corso tempo si è sviluppata una narrazione totalmente di parte, ed in buona parte errata, in cui i nativi americani venivano rappresentati come feroci selvaggi e le giubbe blu come valorose ed eroiche.
Narrazione alimentata non poco dallo stesso Buffalo Bill, da una certa letteratura e successivamente dai film western e serie tv degli anni ’50 e ’60.
Oggi, grazie a storici, ricercatori e scrittori (alcuni di discendenza nativa) che hanno lavorato duramente nel corso del ‘900 e nei primi decenni del 2000 per recuperare la memoria storica di molti eventi relativi a quel periodo, è possibile – per chi lo desidera – attraverso la lettura di saggi, biografie e romanzi storici, riscoprire interamente gli eventi che caratterizzarono quel periodo e di approcciarsi in questo modo ad un viaggio più consapevole e meno sensazionalistico in quelle terre.
I primi tre libri, la cui lettura è fondamentale per chi è in procinto di effettuare un viaggio nel Great American West, sono inseriti secondo un ordine cronologico.
Una narrazione che partendo dalla Guerra di Nuvola Rossa e dalla grande vittoria “dei cento in una mano” dei Sioux Lakota e Cheyenne passata alla storia come Battaglia di Fetterman, vi racconterà in maniera semplice, appassionata e diretta dell’arrivo della Frontiera e dei pionieri, dei trattati farsa di Fort Laramie, della Corsa all’Oro nelle Black Hills, e della grande vittoria “dell’erba grassa“, ottenuta ancora una volta da un’alleanza di Sioux Lakota, Arapaho e Cheyenne, detta anche del Little Bighorn, ed erroneamente celebrata come l’ultima resistenza di Custer.
Ed infine del vergognoso ed ancora oggi impunito Massacro di Wounded Knee che annientò definitivamente l’ormai indebolita resistenza nativa e decretò, assieme all’arrivo della ferrovia, la fine dell’epoca della Frontiera.
Il quarto libro, scritto da un medico Dakota che curò i superstiti di Wounded Knee, introduce con aneddoti e racconti tramandati oralmente le biografie delle più grandi personalità politiche e spirituali native.
Il quinto, infine, è un utilissimo compendio sulla suddivisione odierna di riserve e territori nativi, stato per stato, con contatti ed informazioni per poter organizzare al meglio incontri e visite nel caso foste interessati ad esplorare altre zone.
Vi lascio ai titoli ed alle rispettive introduzioni, buona lettura!
“Nel 1866, gli Stati Uniti si sono appena ripresi dalle ferite della Guerra Civile. Non c’è tempo però per la pace: una nuova guerra è scoppiata alla frontiera occidentale. È lo scontro tra una nazione giovane e ambiziosa, intenta a realizzare quello che percepisce come il suo «destino manifesto» e le tribú native che in quelle terre vivono da millenni. Ma è anche il momento drammatico in cui si svela la sostanza di cui sono fatti gli uomini: di viltà o coraggio, di spietatezza o speranza. Come in Revenant, qui Punke riprende un’altra grande leggenda e ne ripropone la versione corretta: una serie di personaggi indimenticabili per il racconto della battaglia di Fetterman, una delle vittorie piú importanti dei nativi sull’esercito americano. Un romanzo storico travolgente”.
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“La storia raccontata dai vinti è una prassi relativamente recente della storiografia, ma il volume di Miller è uno degli antesignani. Mentre Hollywood produceva ancora decine di film con indiani feroci e pionieri valorosi, questo volume anticipava l’altra faccia del racconto, ispirando in seguito opere cinematografiche come “Soldato blu” e “Piccolo grande uomo”, che restituirono alla nazione indiana la dignità perduta. Il resoconto di Miller sulla battaglia di Little Big Horn mostra non solo la ferocia della civiltà occidentale, ma anche la capacità umana, politica e militare di popoli come i Sioux e i Cheyenne. Condottieri che, da Cavallo Pazzo a Toro Seduto, riuscirono sia pur per breve tempo, a contrapporsi a uno dei reggimenti più moderni e preparati degli Stati Uniti d’America”
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“Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati e sparsi lungo quel burrone a zig-zag, chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che con loro morì un’altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno. Il cerchio della nazione è rotto e i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro, e l’albero sacro è morto”. (Alce Nero)
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“Una preziosa serie di mirabili ritratti di Eroi e Grandi Capi Indiani di Charles Eastman, arricchita da foto originali, attraverso i valori che hanno animato le loro gesta. Certo, non tutti sono stati eroi immacolati, basti pensare al personaggio controverso di Hole in the Day; ma la maggioranza di queste figure storiche native offre vite e comportamenti esemplari, in quella che è stata la drammatica lotta per la sopravvivenza del loro popolo nel periodo più buio. Il senso di Giustizia permea le decisioni di molti di questi eroi, da Sitting Bull (Toro Seduto) a Red Cloud (Nuvola Rossa), da Crazy Horse (Cavallo Pazzo) a Chief Joseph (Capo Giuseppe) e altri. Finalmente i Grandi Capi Indiani raccontati da un Indiano: Eastman, Dakota egli stesso, ha incontrato diversi di essi in prima persona, e ha raccolto le loro storie e quelle di chi li ha conosciuti”.
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“La prima guida che offre una panoramica completa e aggiornata della complessità e vastità di culture e di tribù di Nativi Americani degli Stati Uniti, insieme a Alaska e a Hawaii. Un testo, nell’ottica anche di aiutare con il turismo le economie delle Nazioni Indiane, da consultare per abbracciare la realtà delle tribù e delle riserve, che sono suddivise stato per stato e organizzate per tipologia. Storia, leggi, focus sulle boarding school, sui musei dedicati agli Indiani d’America, sui pow wow, sulle associazioni native. Il lavoro certosino di Raffaella Milandri, studiosa esperta di Nativi Americani, consegna al lettore un portale di accesso a un universo di informazioni storiche, legislative, turistiche e culturali, una guida fondamentale e unica. Indispensabile per chi vuole informarsi, studiare o organizzare un viaggio”.
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