Letteratura americana, i libri da leggere: “Foglie d’America” di Thomas Wolfe. Recensione, spunti ed impressioni.
Thomas Clayton Wolfe, celebre romanziere americano dell’inizio del XX secolo, è da annoverare tra gli scrittori più importanti della letteratura americana contemporanea – anche se in Italia è ancora troppo poco conosciuto e soprattutto poco letto – oltre ad essere uno dei primi veri maestri della narrativa autobiografica, abilmente mescolata con una prosa volutamente discontinua ed impressionista.
Nel corso della sua breve vita – nacque ad Asheville, in North Carolina il 3 Ottobre del 1900, e morì prematuramente, a causa della tubercolosi, il 15 Settembre del 1938 a Baltimore, Maryland – ha scritto quattro romanzi oltre a diversi racconti e novelle.
I suoi libri, pubblicati principalmente dagli anni ’20 agli anni ’40, riflettono vividamente – filtrati dalla sua prospettiva sensibile, sofisticata e iperanalitica – sulla cultura americana e sui costumi di quel particolare e ben definito momento storico.
Il suo lavoro influenzò non poco quello dello scrittore della Beat Generation Jack Kerouac e degli autori Ray Bradbury e Philip Roth.
“Quali sono secondo lei i cinque più grandi scrittori contemporanei?
Thomas Wolfe, William Faulkner, Dos Passos, Hemingway, Steinbeck”
(Da un’intervista a William Faulkner)
Foglie d’America è una raccolta breve di 9 racconti inediti di Wolfe, edita in Italia da Corrimano Edizioni.
La protagonista indiscussa è e rimane l’America del suo tempo, con i suoi molteplici e variegati personaggi, a cominciare da quel brulicante groviglio umano che è New York City.
Foglie d’America può essere considerato come una sorta di viaggio letterario nei caratteri, nei contrasti, nelle mille personalità e nelle singole azioni dei figli di un’unica, immensa terra – anche quando quest’ultima è in realtà lontana – un percorso complesso e meraviglioso, volto alla scoperta ed alla narrazione dell’elemento umano e delle sue mille sfumature.
Proprio come accade nel terzo racconto, il mio preferito, talmente vicino al vero da dare l’impressione di essere stato scritto oggi, La promessa dell’America.
“E dunque, a ogni uomo la sua chance. A ogni uomo, indipendentemente dai suoi natali,
la sua splendente opportunità dorata, a ogni uomo il diritto di vivere, di lavorare, di essere sé stesso,
e di diventare qualunque cosa la sua essenza umana e la sua visione messe insieme possano renderlo.
Questa esploratore, è la promessa dell’America.”
(La promessa dell’America, Thomas Wolfe)
Quella di Thomas Wolfe è una scrittura “di rottura”, permeata di così grande fisicità che sembra quasi di toccare con mano tutto quanto descrive e sente.
In questi racconti scelti di “Foglie d’America” scorrono le infinite forme di vita delle frenetiche e tentacolari metropoli americane, quasi sempre volutamente contrapposte alla semplice quotidianità dei piccoli centri in cui è passato o ha vissuto.
Qui, come in altri suoi scritti, aleggia sempre specifica o sottintesa la domanda “Che cos’è un uomo?”.
Domanda a cui l’estrema brevità della sua vita non gli ha permesso di trovare una risposta esauriente.
Wolfe porta dentro di sé la profonda conoscenza dell’umana esistenza, che per lui ha origini al tempo stesso bestiali e divine, una conoscenza su cui indubbiamente gravava la sua condizione fisica “gigantesca”, sicuramente fuori dal normale.
Lo scrittore conferma anche in questi racconti le sue doti straordinarie di narratore attento, inficiate però dalla mancanza della forma. Le sue sono pagine dense ma senza alcuna forma, proprio come foglie sparse sul suolo americano, quelle “Foglie d’America” emblema delle metamorfosi che insistono in questa terra immensa, complessa, diversa, quasi sempre in contrasto con sé stessa.
Le sue figure, anche quelle meglio rappresentate, appaiono disorientate, quasi sgretolate dall’ombra. Un’ombra che però non riesce a cancellarle del tutto, perchè – e qui interviene l’abilità dell’autore – subentra la sua preparazione letteraria che le sfoglia ad una ad una, per analizzarle e mostrarle per quello che realmente sono.
“Commetti i tuoi errori, corri il rischio, mostrati sciocco, ma continua. Non bloccarti. “
(Thomas Wolfe)
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