“Hey Houston, we’ve had a problem here.
(Hey Houston, abbiamo avuto un problema qui)”
(James A. Lovell)
La frase é storica, di quelle che non si dimenticano.
Riportata con successo in una delle produzioni hollywoodiane più famose, quella del film Apollo 13 con Tom Hanks, e rientrata di diritto nel quotidiano interloquire per indicare in maniera, più o meno ironica, l’insorgere di un problema di difficile soluzione.
Fu pronunciata dall’astronauta James A. Lovell il 14 aprile del 1970, letteralmente in diretta dallo Spazio, nel momento in cui a bordo dell’Apollo 13, diretto sulla luna, esplose un serbatoio d’ossigeno rendendo impossibile l’allunaggio e decisamente problematico il rientro sulla terra.
Un complicato ed estenuante lavoro di gruppo tra equipaggio a bordo e tecnici della NASA, coordinato magistralmente dalla Sala Comandi del Centro Spaziale di Houston, che riuscì a riportare il modulo lunare e i tre astronauti sulla terra, grazie ad un inconsueto (e geniale, secondo gli esperti) giro attorno alla luna per acquistare velocità e ripartire.
Un ammaraggio in pieno Oceano Pacifico, dopo quattro lunghissimi giorni durante i quali tutto il mondo, connesso ai pochi mezzi di informazione presenti all’epoca, era rimasto con il fiato sospeso, in ansia per la sorte del gruppo di giovani e risoluti membri dell’equipaggio.
Può una singola frase (ed un altro piccolo sogno da realizzare…) ispirare una destinazione e deviare un percorso!?
Beh, nel mio caso si.
Il mio ritorno a Houston parte esattamente da qui, dal desiderio di riuscire a visitare il Lyndon B. Johnson Space Center e di ritrovarmi fisicamente (proprio come mi era accaduto a Cape Canaveral con la visita dell’originale sala comandi della partenza dell’Apollo 11, la missione che portò il primo uomo sulla luna) in uno dei luoghi in cui si é fatta la storia delle missioni e della ricerca spaziale.
Lo Space Center si trova ad una mezz’ora d’auto, traffico permettendo, da Houston.
L’ingresso visitatori, a poca distanza dall‘I-45 S, lo si individua subito grazie ad un’impressionante modello, a grandezza naturale, dello Shuttle Independence “caricato” su uno Shuttle Carrier Aircraft.
Il centro é aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18 ma nei week end è consigliabile arrivare almeno un’ora prima per evitare le lunghe code di accesso ai tour interni. Il pacheggio é gratuito e l’ingresso (al momento della mia visita 21 dollari per gli adulti e 15 per i bambini) é incluso per i possessori dello Houston City Pass.
Esiste inoltre un bus, il 249, che parte (e ritorna) tutti i giorni – esclusa la domenica ad intervalli di un’ora – dal downtown di Houston e raggiunge l’ingresso dello Space Center in un’ora e quindici minuti circa. Il costo si aggira sui 5 dollari.
Sul METRO Schedules Bus&Rail, il sito ufficiale dei trasporti pubblici della città, troverete le fermate, le eventuali variazioni, e gli orari precisi di partenza ed arrivo.
Il Lyndon B. Johnson Space Center, attivo dal 1963, é un centro spaziale che fa riferimento alla NASA e che si occupa principalmente dell’organizzazione e del controllo missione per tutti i voli spaziali con equipaggio umano.
In pratica qui non solo si preparano le missioni spaziali, in collaborazione con Cape Canaveral (il luogo da cui partono gli shuttle), ma si formano e preparano (e poi si seguono fino al successivo rientro sulla terra) fisicamente ed emotivamente gli equipaggi dei futuri voli spaziali.
La visita dello Space Center si divide in due fasi, quella della NASA Tram Tour, le navette partono ogni mezz’ora dal Visitor Center e nei giorni di maggiore affluenza presentano file d’attesa abbastanza lunghe, e quella della Exhibit Plaza, la vasta area adiacente all’ingresso attrezzata con negozi food court e servizi pubblici, dove é possibile “provare” alcune esperienze particolari, come simulare un lancio nello spazio, toccare frammenti di roccia lunare, assistere a filmati inediti sulla vita e sui durissimi allenamenti degli astronauti, e visionare, per quanto possibile, i progetti futuri per lo sbarco su Marte.
Da non perdere poi per le famiglie con bambini la Kids Space Place, l’area multimediale creata per testare le stesse esperienze a misura di bimbo.
Il mio consiglio, una volta entrati, è di recarsi subito al NASA Tram Tour, sicuramente la parte più interessante ed eccitante della visita, per poi lasciarsi del tempo al rientro per esplorare con calma l’Exhibit Plaza.
I Tour (il Blue Tour per il Centro di Controllo Missioni ed il Red Tour per osservare dal vivo la preparazione degli astronauti) durano circa 90 minuti e terminano entrambi nella visita dell’hangar del Saturn V, nel Rocket Park, la zona dei missili e delle navette spaziali in disuso.
Bisogna tener presente che lo Space Center si trova in una base spaziale tutt’ora in attività e di conseguenza gli spostamenti all’interno sono limitati da rigide norme di comportamento che vengono ricordate di continuo dalla guida e dall’accompagnatore di turno.
I momenti più emozionanti sono senza ombra di dubbio l’ingresso nel centro nevralgico della NASA con la visita, rigorosamente guidata, alla sala comandi resa famosa dalle missioni Apollo 11 ed Apollo 13 e l’accesso all’Hangar di Saturno V, uno degli ultimi tre missili originali che tra gli anni ’60 e ’70 mandarono in orbita più di 14 equipaggi Apollo, tra cui quello dell’allunaggio e quello di “Houston we’ve had a problem here“.
Molto interessante anche l’esperienza fornita dal Red Tour (che termina sempre al Saturno V) che consente di seguire il dietro le quinte della preparazione di veri astronauti e che, a causa della programmazione e delle missioni imminenti, non é sempre possibile effettuare.
Visitare il Lyndon B. Johnson Space Center – sicuramente meno noto e visitato da un punto di vista turistico rispetto a quello di Cape Canaveral in Florida – risulta a mio parere molto più interessante e meritevole di una sosta, specie per gli appassionati del genere.
Si tratta di un centro a tutt’oggi in continua e fervente attività e, nonostante i vincoli di sicurezza che impediscono di entrare in diverse aree, la visita risulta essere molto più “vera” e coinvolgente rispetto al famoso Kennedy Space Center che purtroppo, nel corso degli ultimi anni (nonostante al suo interno conservi ancora alcune zone autentiche come l’edificio di assemblaggio e la rampa di lancio degli shuttle e la sala comandi dell’Apollo11) ha rallentato, causa tagli finanziari, la sua attività e si é trasformato in un vero e proprio parco turistico con attrazioni per grandi e bambini e prezzi proibitivi, tanto per l’accesso che per i servizi interni.
Un parere personale, un’mpressione conseguente a due visite intense ed approfondite, effettuate in momenti (e viaggi) differenti, nulla di più.
Godetevi il vostro tour “nello spazio” che sia a Cape Canaveral in Florida o a Houston in Texas, e poi se vi va raccontatemi le vostre sensazioni, vi aspetto!