Little Bighorn Battlefield National Monument, Montana: visitare il luogo in cui tra il 25 ed il 26 giugno del 1876 si svolse l’ultima grande battaglia “della Frontiera” tra una confederazione di Sioux Lakota, Cheyenne del Nord e Arapaho, guidati da Cavallo Pazzo e dal supporto spirituale di Toro Seduto, e gli uomini del 7° Reggimento della Cavalleria statunitense guidati dal Tenente Colonnello George Armstrong Custer e dagli scout Crow e Arikara. Storia, luoghi, percorsi e informazioni.
“Dopo Little Bighorn le tribù si dispersero e non riportarono più vittorie sull’invasore bianco.
E fu distrutta per sempre la potenza del “sacro cerchio dell’universo” che univa in un mitico vincolo la nazione Siiux ed i suoi alleati.
La gloria di quella vittoria su Lunga Capigliatura, com’essi chiamavano Custer,
non tramontò mai; ma dopo di essa i Sioux furono definitivamente sottomessi.”
(David Humphreys Miller – L’ultima vittoria degli Indiani)
La citazione fa riferimento al meraviglioso libro di David Humphreys Miller, che ho letto avidamente prima della partenza e che consiglio vivamente a chi si accinge ad effettuare un viaggio in questo luogo, grazie al quale la mia visita del Little Bighorn Battlefield National Monument ha assunto un valore ancora più profondo e significativo.
Impossibile rendere a parole le emozioni che questo luogo tuttora, dopo quasi 150 anni, è in grado di offrire ai visitatori.
Qui – come se il tempo non fosse mai passato – ancora si percepiscono la rabbia e l’orgoglio della confederazione nativa, il disonore delle promesse non mantenute di Custer dopo il Massacro del Washita, le speranze disilluse e con loro la morte, il dolore, il silenzio, e poi la pace ed il ricordo di una delle più celebri battaglie della cosiddetta “conquista del west”, riconosciuta finalmente e non più erroneamente come “L’ultima resistenza di Custer” ma come “Battaglia del Little Bighorn” per l’uomo bianco e “Battaglia dell’erba grassa” per i Lakota e Cheyenne.
Una battaglia raccontata poi in maniera incredibilmente dettagliata e fedele alla realtà storica nei 40 disegni di Cavallo Rosso, che diedero una nuova e più onesta chiave di lettura sui fatti di Little Bighorn e che sono oggi conservati nello Smithsonian Institute di Washington DC, potete ammirarli qui.
Il Little Bighorn Battlefield National Monument non è solo un luogo sacro di rilevante importanza storica da non perdere in un viaggio tra Wyoming e Montana nel Great American West, ma anche e soprattutto testimone silenzioso ed eterno narratore dell’ultimo coraggioso atto di resistenza delle culture native all’avanzata della Frontiera Americana.
Ironico che questo sito si trovi in territorio Crow, all’epoca nemici giurati dei Cheyenne, Lakota e Arapaho al punto da offrirsi come guide e scout dello US Army per aiutarli a stanare i loro avversari, e che oggi gestiscono il vicino e sempre affollato Custer Battlefield Trading Post Cafe oltre a diversi diversi tour guidati all’interno del campo di battaglia.
La battaglia del Little Bighorn è diventata il simbolo dello scontro tra due culture, quella del bisonte e delle tribù delle pianure settentrionali e quella dei giovani e crescenti Stati Uniti d’America che tendevano ad espandersi verso Ovest seguendo le piste dei cacciatori di pellicce, dei mountain man, dei pionieri e dei cacciatori d’oro.
Questo episodio non fu uno scontro isolato, ma la parte finale di una campagna strategica molto più ampia messa in atto dagli Stati Uniti d’America per costringere alla capitolazione gli “ostili”, così venivano definiti i gruppi di nativi che si rifiutavano di entrare nelle Riserve, come i Lakota e gli Cheyenne.
Nel 1868, dopo i feroci combattimenti che passarono alla storia come Guerra di Nuvola Rossa, diversi leader Lakota, Arapaho e Cheyenne accettarono di firmare il secondo Trattato di Fort Laramie. Il trattato determinò la creazione di una grande riserva in South Dakota, nelle Black Hills, le loro terre sacre. Tuttavia a causa della scoperta dei giacimenti d’oro in quest’area e della conseguente fondazione illegale di Deadwood, anche questo trattato fu violato e le restanti tribù native furono spinte in altre riserve sempre più lontane, in condizioni di vita per molti inaccettabili.
Così molti leader Lakota come Toro Seduto e Cavallo Pazzo si ribellarono dando il via ad una vera e propria resistenza armata che condusse all’epilogo del Little Bighorn, quando Custer, partito alcuni mesi prima dal Fort Abraham Lincoln in North Dakota al comando del 7° Cavalleria, convinto di riuscire a “sistemare la questione” con poche perdite, si trovò di fronte ad una confederazione di 12.000 tra Cheyenne, Lakota e Arapaho e, malgrado gli avvisi degli scout a ritirarsi, portò sconsideratamente 200 dei suoi uomini alla morte.
Nonostante la grande vittoria riportata dai Nativi, la disfatta di Custer e delle sue truppe spinse gli Stati Uniti ad intensificare gli attacchi e così i territori di caccia dei Lakota e Cheyenne del Nord furono invasi dall’esercito americano. La maggior parte degli “ostili” si arrese nei mesi successivi e le Black Hills furono definitivamente prese dal governo statunitense senza alcun indennizzo per i Lakota.
14 anni dopo, con il terribile Massacro di Wounded Knee e l’annientamento degli ultimi “ostili” terminò definitivamente l’epoca dei nativi delle pianure settentrionali.
Prendetevi tempo, almeno una mezza giornata, per visitare con calma tutto il memoriale.
Iniziate dal Visitor Center, dall’interessante video introduttivo sulla storia della Battaglia del Little Bighorn e dal piccolo museo in cui sono raccolti numerosi documenti storici, mappe e reperti recuperati dal campo di battaglia.
A questo proposito i Ranger raccontano che ancora oggi passeggiando per queste alture è possibile trovare oggetti (o parti di essi) connessi ad entrambi gli schieramenti, bottoni delle giubbe, zoccoli dei cavalli, pallottole, fibbie, armi, frammenti di finiture di pelle, etc., ed invitano i visitatori a segnalare loro eventuali ritrovamenti, senza raccoglierli, di modo che possano essere poi repertati da esperti e preservati.
Dal Visitor Center proseguite a piedi verso la cima della collina che ha segnato l’apice della battaglia, lì dove le lapidi segnano le posizioni esatte dei caduti – il luogo in cui Custer fu colpito è segnato dall’unica lapide bianca con fondo nero – e dove sorge il monumento dedicato al 7° Cavalleria.
Qui sono incisi tutti i nomi dei deceduti, inclusi gli scout Crow ed Arikara ed i civili come il giornalista Mark Kellogg che Custer volle con sé per documentare quella che riteneva sarebbe stata la sua più grande vittoria.
Subito dopo raggiungete sulla collina di fronte The Indian Memorial, lo struggente monumento commemorativo di tutti i Nativi Americani che, come scritto sulle lapidi dei loro caduti, lottarono e “morirono per difendere il loro stile di vita”.
“Se questo memoriale deve servire al suo scopo totale, non deve essere solo un tributo ai morti;
deve contenere un messaggio per i vivi, il potere attraverso l’unità!”
(Enos Poor Bear, Sr., anziano Oglala Lakota)
La suggestiva The Spirit Warrior Sculpture è la potente scultura in bronzo che si staglia verso l’orizzonte, raffigura tre guerrieri che vanno verso la battaglia e una donna che porge uno scudo a uno di loro mentre li guarda cavalcare verso il cielo, dove secondo le credenze tribali tradizionali risiede il mondo degli spiriti.
Sulle pareti in granito del monumento, volutamente lasciato aperto verso il l Memoriale del 7° Cavalleggeri, sono incisi tutti i nomi di coloro che furono uccisi nella battaglia, oltre ad alcune scene che raccontano le varie fasi dello scontro e l’episodio delle promesse non mantenute da Custer in seguito alla Battaglia del Washita del 1868 in cui sterminò un’intera comunità di Cheyenne, incluso il capo Pentola Nera, promettendo poi davanti a diversi altri capi nativi tra cui Orso Coraggioso, che fu secondo la storiografia nativa colui che lo colpì a morte, di non attaccarli mai più.
La storia racconta che il corpo di Custer fu l’unico a non subire lo scalpo perché non fu subito riconosciuto, non molti sanno però che la figlia di Pentola Nera, memore della promessa infranta, infilò nelle sue orecchie due grandi spilloni di modo che nell’aldilà si sarebbe dovuto sempre ricordare che non ascoltare gli altri e non tener fede ai patti presi con i Cheyenne porta alle peggiori conseguenze possibili.
Rientrati al parcheggio del Visitor Center prendete l’auto e seguite il lungo percorso del campo di battaglia, fermandovi di tanto in tanto per effettuare dei piccoli trail per raggiungere le numerose lapidi sparse, i view point ed altri punti di focali dello scontro, e godervi il passaggio dei mustang selvaggi che corrono liberi tra le colline e la vallata del Little Bighorn River.
Dopo la visita raggiungete il vicino Custer Battlefield Trading Post, se volete acquistare oggetti artigianali nativi questo è il luogo giusto, e gustatevi, provare per credere, uno dei migliori Indian Taco del Great American West.
Nel 2026 il Little Bighorn Battlfield National Monument celebrerà i 150 anni della battaglia.
Per prepararsi a questa importante ricorrenza, lungo tutto il corso del 2024 e probabilmente parte del 2025 l’intera area verrà sottoposta ad un grande restauro, ciò comporterà che in base al procedere dei lavori in corso alcune zone potrebbero essere momentaneamente non accessibili, ma in generale il Little Bighorn Battlfield National Monument resterà sempre e comunque aperto e visitabile.
Il consiglio è di verificare, in base al periodo della vostra visita, sempre sul Sito Ufficiale del Park Service le parti aperte e fruibili.
Per ulteriori approfondimenti sul Little Bighorn Battlfield National Monument ed i suoi dintorni – imperdibil in un percorso del genere, soprattutto se state effettuando un road trip nel Great American West, le città di Billings, Laurel e Red Lodge – vi invito a consultare il sito ufficiale del turismo di Visit Montana, sempre aggiornato con tutte le attività ed esperienze da effettuare in ogni stagione dell’anno.
Il Little Bighorn Battlefield National Monument si trova in Montana, nella Crow Agency.
E’ aperto tutti giorni, ad eccezione del Thanksgiving Day, Christmas Day e New Years Day, dalle 8 alle 16.
Trattandosi di un National Monument l’accesso è consentito con il Pass America The Beautiful, diversamente il costo è di 25$ per veicolo (4 pax) o 15$ per persona. Durante alcune ricorrenze ufficiali come il Martin Luther King Day, il Veterans Day o il primo giorno della National Park Week, l’accesso è gratuito.
Cliccate qui per maggiori informazioni a riguardo.
Esperienza effettuata ed articolo scritto in collaborazione con Visit Montana & Great American West.