“Il paradiso per me? Mia moglie ed io sulla Route 66 con una tazza di caffè,
una chitarra da quattro soldi, un registratore preso dal rigattiere,
una stanza del Motel 6, e una macchina in buone condizioni parcheggiata davanti alla porta”
Nulla più di questa frase, del cantatutore statunitense Tom Waits, rende meglio l’idea di cosa possa rappresentare per molti oggi la Route 66.
E’ il viaggio dei viaggi, il road trip per eccellenza, la mitica strada madre The Mother Road che da più di 80 anni scalda i cuori di quanti desiderano percorrerla, anche solo per un tratto.
Una vecchia lingua d’asfalto lunga quasi 4000 km, sorta nel 1926 durante le grandi carestie che colpirono le pianure del Midwest per collegare Chicago con l’abbagliante California terra promessa di quanti partivano alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore.
Col passare del tempo la Route 66 é divenuta nell’immaginario collettivo il simbolo del viaggio stesso sulla strada, nella più totale libertà, lungo un percorso in cui tutto può accadere, alla scoperta della vera America, quella che ormai si fa fatica a trovare nelle grandi cittaà quella dei piccoli centri, delle insegne al neon, delle tavole calde, delle pompe di benzina, dei pancakes con lo sciroppo d’acero, della vita che scorre lenta lungo una vecchia strada ormai in disuso. Impossibile citare, in una volta sola, tutti i luoghi toccati dal road trip.
Mi viene in mente il percorso che la Route 66 segue in Illinois, il primo stato che attraversa, le lunghe distese di granturco che mi hanno accompagnata in una splendida giornata di metà ottobre, appena fuori l’area metropolitana di Chicago, attraverso le cittadine di Wilmington e Pontiac, al Route 66 Hall of Fame, un fornitissimo museo di cimeli e vecchie foto legate alla mother road, fino ad arrivare, alle porte di Springfield, la città di Abramo Lincoln, al mitico Cozy Dog Inn, una rinomata tavola calda rigorosamente 66, che vanta l’invenzione tutta americana ovviamente del corn dog, un wurstel passato nella farina di mais e poi fritto e del cozy dog, un doppio hot dog, in teoria meno pesante del primo, ricoperto di mostarda… che abbiate la voglia ed il coraggio di provarli o meno entrambi, non potete non fermarvi qui, anche solo per scattare qualche foto o per dare un’occhiata al picco museo che si trova proprio all’interno.
Senza dimenticare una sosta dal vecchio Shea’s poco fuori Springfield sull’interstate 55 che a tratti si interseca con la Route, dove vi aspetta una collezione di pompe di benzina e cartelli 66 da far girare la testa.
Da qui fin oltre St. Louis in Missouri, un susseguirsi di locali, ponti, imperdibile il vecchio Chain of Rocks Bridge sul Mississippi, musei, tutti legati alla mitica strada e dopo l’Illinois e il Missouri ancora sei stati di Route 66… Kansas, Oklaoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California… con altrettante incredibili attrattive lungo il percorso.
Emozioni tante, ricordi tantissimi, consigli qualcuno.
Un viaggio del genere deve essere programmato in parte da casa, almeno per quel che concerne il calcolo dei giorni in base alle soste che si intende fare, percorrere tutta la Route fermandosi spesso richiede un minimo di due settimane con una media di due/trecento chilometri al giorno.
Non dimenticate di rivolgervi ad un autonoleggio che vi offra, a parità di prezzo, le maggiori garanzie e, cosa ancora più importante in un paese come gli States in cui non vi é alcuna copertura sanitaria, di procurarvi una buona assicurazione viaggio per muovervi nella più completa libertà e sicurezza.
Detto questo, cosa aspettate?
Come diceva una vecchia canzone del ’46… Get your kicks on Route 66!
9 Comments
Anche io e il mio maritozzo abbiamo fatto un viaggio on the Road negli USA anche se la Route 66 l’abbiamo percorsa per un (troppo) breve tratto ma le tue foto mi hanno riportato alla mente quei luoghi che ti si stampano nella memoria indelebili, più belli di tutti i film che ti hanno riempito la testa negli anni ’80. Spero di tornarci presto :’)
e comunque verissima la storia dell’assicurazione, ci abbiamo pensato anche noi!
Eh hai ragione, sono luoghi indelebili, non si puo’ dire di essere dei veri viaggiatori se non si e’ fatto almeno un tratto della mitica Route 66!! 😉
Riguardo l’assicurazione di viaggio, sono convinta che sia sempre necessaria, ti regala quella serenita’ che poi ti permette di godere a pieno di un viaggio!!
ma non conviene acquistare un auto?
Acquistarla no, la noleggi… 🙂
“Get your kicks on Route 66” Prendo questa frase dal post e la segno quando prenoto il prossimo viaggio negli STATES. 😀 Belle le parole che hai usato, il contesto ed anche la citazione d’apertura 😀
In America mi mancano gli OntheRoad, ne ho fatto solo uno dal NJ a Boston, però diciamo che solo da qualche anno ho raggiunto la maggiore età in america, quindi ora posso recuperare. 😀
Grazie per questa condivisione mattutina… #Spezio
Gli States di solito tirano fuori il meglio di me… grazie!!
Buon recupero, allora… 🙂
Ciao Simona, volevo chiederti cortesemente dove si trova esattamente la scritta route 66 stampata sull’asfalto, come la foto che hai messo. Dato che quest’estate sarò in USA vorrei poterla fotografare…puoi rispondenti a pratex79@gmail.com.
Grazie mille, saluti Alessandro
Ciao Alessandro, le scritte sull’asfalto Route 66 le trovi in realtà in diversi punti del percorso, in tutti gli stati attraversati.
La mia mi pare di ricordare si riferisca al tratto in Oklaoma, comunque una delle più belle da fotografare si trova davanti al Roy Gasoline ad Amboy nel deserto del Mojave, California. Proprio sull’asfalto li davanti c’è la scritta. Buon viaggio 🙂
Grazie mille per la risposta. Molto gentile . Buon prossimo viaggio anche a te.