Cosa vedere a San Antonio, Texas?
Perché non dedicare una mezza giornata alla visita di alcune Missioni Francescane create dai Conquistadores spagnoli alla fine del 1700 e perfettamente conservate? A cominciare magari dalla famosissima Alamo?!
Prima che il Texas entrasse a far parte degli Stati Uniti d’America, prima ancora che diventasse uno stato autonomo, prima che i Messicani ne rivendicassero i territori.
Questa consistente fetta di terra a sud degli States, ad appena un centinaio di chilometri dal Golfo del Messico, dimora fino ad allora incontrastata dei nativi locali, intorno al 1700 venne disseminata di Missioni Francescane dai Conquistadores Spagnoli (affrettatisi una volta arrivati a rivendicare la proprietà dell’intera area) con l’intento, apparentemente altruistico e non sempre onorevole, di convertire gli indigeni in cittadini della Nuova Spagna, cattolici osservanti e naturalmente paganti le tasse.
Nella sola area di San Antonio, in un raggio di 20 chilometri, ne furono costruite numerose tra cui la famigerata The Alamo, trasformata poi in forte militare e resa celebre dalle eroiche imprese degli eroi texani, David Crockett ed il Generale Trevis.
Lungo il Mission Trail, il percorso che oggi riunisce le costruzioni Francescane sopravvissute, nella zona più remota e bucolica sorge la Mission San Josè y San Miguel de Aguayo, sicuramente la più bella.
“Per bellezza, pianificazione e forza, non esiste un presidio che possa paragonarsi a questo”
Così veniva descritta intorno al 1770.
Oggi la Missione é giunta a noi in buona parte conservata, un vero e proprio gioiello coloniale.
Varcato il semplice portone di legno che interrompe le possenti mura di cinta, come in una macchina del tempo, ci si ritrova all’improvviso nel 1700, in un immenso cortile con alberi da frutto, piante e piccoli orti, ai lati gli alloggi degli indigeni, di seguito gli edifici dove veniva loro insegnato, oltre ad un mestiere, il latino e lo spagnolo e le cucine ed altri vani dove le donne imparavano a cucinare, a ricamare e a crescere i figli secondo la “morale cattolica”.
Più avanti il vecchio mulino, ancora funzionante, che serviva ad irrigare le numerose coltivazioni.
Tutto convergeva magneticamente verso la spettacolare Chiesa al centro del cortile, che scandiva “a suon di campane” i ritmi della giornata.
Passeggiando lungo il perimetro della Missione si ha davvero la sensazione di essere piombati in un’altra epoca.
La mia visita, di primissimo mattino, mi ha permesso di girare da sola, indisturbata, accompagnata da uno splendido sole.
Con l’aiuto di una buona guida (i Rangers del parco sono a disposizione nel centro visitatori ed é tutto rigorosamente gatuito, incluso l’ingresso) ho inoltre avuto modo di scoprire qualcosa in più, qualche piccolo aneddoto e qualche vecchio racconto trasformatosi col tempo in leggenda.
Come la storia della Finestra della Rosa, una piccola, delicata e preziosa finestra posta sul lato sinistro della chiesa della Missione, famosa tra gli studiosi del genere per essere stata annoverata come primo esempio dello stile ornamentale spagnolo negli Stati Uniti.
Il suo scultore ed il suo significato rimangono a tutt’oggi un mistero.
La credenza popolare racconta che Pedro Huizar, un falegname spagnolo, abbia scolpito la finestra come simbolo d’amore per la sua Rosa, scomparsa in mare durante la traversata che dalla Spagna l’avrebbe dovuta ricongiungere al suo Pedro nelle nuove terre, quasi si fosse trattato di una dichiarazione d’amore eterno incisa nelle mura della Missione.