San Diego é una delle mete californiane più gettonate, é una splendida città che si trova circa 200 km a sud di Los Angeles.
Il forte caldo che arriva dalle montagne viene attenuato dalle fresche correnti del Pacifico concedendole un clima mite e piacevole che la rende quindi visitabile tutto l’anno.
E’ una città che offre davvero molto, splendide spiagge come la Jolla, a Chula Vista, ideale per gli amanti del surf e per godere dei numerosi divertimenti serali, i parchi … il SeaWorld, il San Diego Zoo, il Balboa Park… gli storici quartieri, il Gaslamp Quarter con l’imponente stadio di Baseball Petco Park e l’Old Town a nord di downtown, facilmente raggiungibile col Trolley.
La caratteristica isola di Coronado, con il suo storico ed omonimo hotel e, essendo una base della marina militare statunitense, la Midway, la portaerei della guerra del golfo, aperta al pubblico. Senza contare i numerosi musei, primo fra tutti lo Space Museum, e i Malls per lo shopping, raggiungibili anch’essi velocemente con il Trolley.
Ma c’é un’altro aspetto di San Diego che non tutti conoscono e, soprattutto, di cui non molti parlano… é una città di frontiera.
A circa 25 chilometri c’é il confine col Messico, non é sinceramente raccomandabile andarci considerato l’alto tasso di criminalità e l’aggravante che i turisti, armati di macchine fotografiche, soldi e quant’altro, sono le “prede” preferite, io ho provato facendo molta attenzione spinta dal desiderio di vedere con i miei occhi.
Partendo dal Santa Fe’ Depot in downtown, si prende il trolley Blue Line in direzione San Isidro.
Appena lasciato il centro di San Diego ci si inoltra in una periferia sempre più degradata, le belle costruzioni in mattoncini rossi del centro lasciano il posto ad edifici sempre più fatiscenti e campagne abbandonate fino ad arrivare alle vecchie case di San Isidro, ultima città americana ed inevitabilmente ultima fermata del trolley.
Uscendo dalla stazione si ha subito la percezione di quello che accade, un immenso ponte (che molti chiamano “dei disperati”) conduce al passaggio pedonale della forntiera, al di sotto c’é il transito per le automobili. Una griglia argentata alta diversi metri porta la scritta, ironicamente colorata, MEXICO, ai lati uno sbarramento metallico che ostruisce la visuale, fatta eccezione per le costruzioni sulla collina.
Il momento peggiore é al tramonto, e non solo perchè diventa più pericoloso girare, é questa l’ora in cui si può assistere al passaggio triste e silenzioso dei messicani che hanno il permesso di lavoro giornaliero negli Stati Uniti ma che ogni sera devono rientrare al di là del confine.
Molti trovano impiego nelle aziende agricole o nelle fabbriche, alcuni si spingono fino a San Diego nelle attività (ristoranti per lo più) dei messicani che “ce l’hanno fatta”, quelli che sono riusciti a diventare cittadini statunitensi.
L’ironia é che a pochissime centinaia di metri sorge uno dei più famosi e frequentati shopping outlet di San Diego, con negozi di famose marche, ristoranti, e tutti i confort degni di un Mall americano.
“Messico e nuvole, la faccia triste dell’America e il vento suona la sua armonica, che voglia di piangere ho.”
(Vito Pallavicini)