Per “Il sacro dei miei viaggi”, culti, riti ed usanze dal mondo.
Se c’é una cosa che ho imparato a comprendere durante i miei viaggi é che la conoscenza intesa come apertura senza preconcetti a tutto ciò che per noi é diverso, genera rispetto e tolleranza.
Ciò che da fuori può sembrare assurdo ed insensato acquista se visto nel suo ambiente originario, una logica naturale.
Cosa meglio di un rito o di un luogo sacro, indipendentemente dal credo professato, può far emergere l’identità e favorire quindi la conoscenza di un popolo?
Chichicastenango, un piccolo villaggio del Guatemala, dove si svolge settimanalmente uno dei più bei mercati del centro-america, un luogo dove da tempo immemorabile, secondo le piu’ antiche tradizioni Maya, i contadini, gli artigiani e gli allevatori si incontrano per praticare attraverso il baratto lo scambio dei prodotti.
Ma c’é di più.
Il mercato si espande ai piedi della bellissima chiesa coloniale di San Tomàs, salendo le scale che conducono all’ingresso oltre alle venditrici di fiori si incontrano persone del luogo, singoli individui o intere famiglie, sedute come in attesa di qualcosa. Varcata la soglia della chiesa, nella quale é assolutamente vietato fotografare, si inizia ad intuire il perché. Lungo la semplice navata si incontrano tante statue di Santi venerati quasi più dell’altare principale con fiori, ceri ed offerte di svariato genere.
Alcuni sono capovolti, segno mi spiegano che la grazia non é stata ancora ricevuta, i devoti sperano che la scomoda posizione induca il Santo di turno ad accondiscendere alla richiesta fatta.
Tra le panche in legno sulla destra si apre una piccola porticina, mi affaccio, riesco appena a scorgere la scena e poi vengo subito allontanata.
Quello che ho appena visto ha dell’incredibile, uno Sciamano, mi racconta qualcuno dopo, all’opera mentre intercede presso chi sa quale Santo o Dio per l’Indios seduto difronte, un tavolo di legno, delle ossa, qualcosa simile all’incenso che brucia in una ciotola, una croce in legno ed un mazzetto di erbe che non riconosco. E’ un culto nuovo, frutto della mescolanza dei riti cristiani con quelli Inca che nonostante il’arrivo dei Conquistadores non hanno smesso di esistere.
San Pietroburgo, Russia, la Chiesa del Salvatore sul sangue versato. Strana espressione non vi pare?
E’ una tradizione religiosa tutta russa quella di costruire chiese monumentali (… e ce ne sono davvero tante) proprio sui luoghi nei quali si sono consumati gli eccidi e le grandi tragedie della sua storia, come in un estremo tentativo di purificarli attraverso la sacralità degli edifici eretti.
Questo splendido tempio ortodosso, nella foto si può ammirare una parte del suo elaborato e prezioso interno, tanto per restare in linea con la tradizione, é stato edificato proprio attorto al piccolo pezzo di strada acciottolata, ancora intatto e perfettamente visibile, in cui aveva trovato la morte in seguito ad un attentato lo Zar Alessandro II nel 1881. Un tripudio di pregiati mosaici che ripercorrono gli episodi salienti della vita di Gesù, oro e smalti policromi, un vero e proprio spettacolo sia per gli occhi che per l’anima.
Torniamo in Italia, più precisamente a Napoli, per scoprire l’antico Cimitero, o forse é più appropriato definirlo ossario, delle Fontanelle in cui il sacro, attraverso un culto tutto napoletano frutto delle vicissitudini storiche e culturali dell’evoluzione della città nel corso dei secoli, tende a sconfinare nel profano, quello delle cosiddette Anime Pezzentelle.
L’usanza, oggi ufficialmente vietata, anche se ufficiosamente ancora praticata da alcuni, di adottare un teschio, o anche più di uno, posizionandolo tanto per offrirgli una degna collocazione in una casina di pietra o legno.
Il teschio di un’anima poveretta, bloccata nel Purgatorio, bisognosa di preghiere per accedere al Paradiso, in cambio delle quali concedere a suo piacimento favori ed intercedere per ottenere delle grazie, con la singolare abitudine da parte del devoto di turno di voltare il teschio verso la parete di fondo della casetta nel caso in cui il favore tardi ad arrivare (davvero singolare, in questo caso, l’affinità con il culto dei santi in Guatemala).
Sono nati così personaggi (… ma forse é meglio chiamarli teschi) divenuti famosi nell’immaginario collettivo e per questo molto venerati, perche’ dispensatori di grandi favori.
Come ad esempio Don Pasquale, la cui devozione garantisce in sogno numeri buoni da giocare al lotto, o Donna Concetta, la cui specialità é quella di favorire la fecondità delle spose o il temutissimo Capitano, una sorta di garante della sacralità e del rispetto del luogo.
Come sempre Monica attraverso i suoi interessanti spunti ci offre l’occasione di mostrare nelle forme più singolari e svariate quanto e come viaggiare possa essere oltre che piacevole, costruttivo, istruttivo e stimolante, specie poi attraverso la condivisione.
Si insomma una sorta di panacea per il corpo e per l’anima, tanto per rimanere in tema.
15 Comments
Hai ragione, apertura mentale, questo accade.
Hai colto in pieno il senso del tema di questo mese, cara Simona, ma non ne avevo dubbi …
Viaggiare ci porta a conoscere il diverso, a capire il perchè di certe scelte e abitudini e quindi a smettere di avere paura e di giudicare le altre culture e le fedi diverse dalla nostra. Ti confesso che lanciando il tema del sacro per il periodo natalizio speravo proprio di trasmettere questo messaggio nel mondo virtuale, con l’augurio che poi possa tradursi in prassi di rispetto nella vita di tutti i giorni, anche senza andare lontani dalle nostre città
Molto interessante, usanze che non conoscevo, nè vicine nè lontane.
Effettivamente possono sembrare strane ma hanno un loro perché se ci si immerge nella loro realtà.
Grazie
Ciao
Norma
Essere presenti quando il concetto del “sacro” si manifesta durante i viaggi è veramente un modo di scoprire l’anima di un popolo. Chichicastenango è veramente singolare. Lo visitai venti anni fa. Un dei paesi in cui la “guerra civile” sembra sempre latente. Eravamo nella piazzetta (io e due amici) quando irruppe un camion militare scoperto con la mitragliatrice sul cavalletto pronta ad un uso eventuale. Chiusero tutte le entrate della piazza e i militari irruppero in una abitazione. Ho sperimentato il silenzio del “terrore”… Non so quanto tempo rimasero. Rimanemmo immobili come se una becchetta magica ci avesse fermato improvvisamente.
Dopo l’irruzione se ne andarono…Noi continuammo a vivere (col ricordo indelebile dell’esperienza vissuta) il mercato, l’incenso su i gradini della chiesa, gli abitanti sempre nella loro “immobilità” delle loro espressioni…
ma questa tradizione napoletana è paurosissima!!!
Ci fai sempre conoscere luoghi e usanze particolari e il tuo commento fa sempre riflettere. Grazie per le bellissime foto!
Grazie Annalisa, l’intento primario del mio blog e’ proprio questo, permettere a tutti di conoscere il mondo nelle sue mille sfaccettature. Quello che scrivi mi fa davvero piacere, grazie davvero!!
I tuoi post sono sempre spettacolari, mi regalano uno spaccato sul mondo davvero insolito! Grazie per queste condivisioni!
Grazie a te, le tue parole mi spingono a fare ancora meglio!!
Bellissima la chiesa di San Tomás e il mercato di Chichicastenango. Saluti da Roma!
Grazie, ho “scoperto” il tuo blog, davvero bello e ricco di spunti… io sono innamorata del centro-america, l’ho girato parecchio. La gente, le tradizioni, i luoghi, le religioni che si mescolano, i colori, e’ tutto cosi’ vero e semplice!!
Saluti a te 🙂
Foto e scelte molto particolari e vissute, non so come dire altrimenti… Leghiamo sempre nei viaggi veramente vissuti i luoghi a delle sensazioni, a delle storie che in essi vivono e tu me lo hai fatto ricordare! Se vuoi vedere le mie immagini “sacre” vieni pure a trovarmi!
Volentieri…
Grazie per le tue belle (… e vere) parole!!
Non riesco ad accedere al tuo blog, me lo linki??