L’Isola di Pasqua nell’immaginario collettivo, vuoi per la sua posizione, un minuscolo triangolo di terra nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, immediatamente sotto il Tropico del Capricorno, vuoi per i suoi Moai, gli enigmatici colossi di pietra che dominano le sue alture e che onorano gli spiriti dei grandi guerrieri Rapa Nui, è da sempre sinonimo di fascino e mistero, un luogo al di fuori del tempo e dello spazio, per molti la famosa isola che non c’è.
Una volta superato l’iniziale stordimento dovuto alla “sbronza” di Moai, che includendo i più famosi dell’Ahu Akivi, dell’Ahu Tongariki e di Rano Raraku sono più di 800, e all’impatto con lo scenografico cratere di Rano Kau, con il centro cerimoniale di Orongo a picco sull’oceano ed i suoi Hombres Pacaros, nasce spontaneo il desiderio di scoprire le zone più remote e meno battute dell’isola.
Lasciando la costa est, lungo il percorso che porta verso i sette Moai di Ahu Akivi, seguendo le indicazioni ed un sentiero incerto e sterrato si raggiunge il sito di Ana Te Pahu composto da grotte formatesi durante l’eruzione del Terevaka, il più grande dei tre vulcani che in epoche diverse diedero origine all’isola.
Grazie alla solidificazione delle rocce intorno ai fiumi di lava giunti in questa zona si sono create delle gallerie comunicanti, utilizzate dai Rapa Nui come abitazioni sin dal loro approdo sull’isola.
Lo scenario di Ana Te Pahu é davvero suggestivo, ci si arriva attraverso un campo di patate dolci e banani, una voragine nella roccia ne indica l’accesso.
Non é semplice scendere, in alcuni punti il sentiero risulta essere decisamente precario. E’ consigliabile farsi accompagnare da una persona del posto per la propria sicurezza, per la certezza di ritrovare l’uscita, le grotte sono comunicanti, e per scoprire le storie e gli emozionanti racconti privati legati a questo sito.
Cecilia, una mezzo sangue di madre Rapa Nui e padre americano, muovendosi lungo le gallerie con un’impressionante dimestichezza e familiarità mi svela il luogo e la sua storia.
Mi racconta di sua nonna che negli anni ’50 ancora viveva ad Ana Te Pahu, incredibile anche solo immaginarlo, mi mostra il luogo in cui dormiva, un antro delimitato da una fila di pietra in una grande grotta condivisa con altri nuclei familiari, il piccolo lago coperto formatosi con le piogge in cui ci si procurava l’acqua per le necessità quotidiane ed una suggestiva apertura verso il cielo, una delle numerose spaccature naturali della roccia, che permetteva alla luce di entrare nelle caverne offrendo inoltre la possibilità di cuocere i cibi sulle braci evitando di rendere l’aria interna irrespirabile.
Mi racconta di come si svolgeva la vita, delle tradizioni, della condivisione e delle inevitabili problematiche della convivenza che il più delle volte venivano risolte con una sorta di Consiglio tra le famiglie e di come inevitabilmente l’arrivo dei primi aerei sull’isola proprio a metà degli anni ’50 ed il contatto con la cosiddetta civiltà abbia favorito il progressivo abbandono delle grotte e lo spostamento della popolazione verso l’unico centro abitato dell’isola, la cittadina di Hanga Roa.
Oggi Ana Te Pahu é un’area protetta non soltanto da un punto di vista archeologico, come tutti i siti presenti sull’isola, ma anche da un punto di vista emozionale, é la memoria storica dei suoi abitanti, é la casa dei loro antenati, é il luogo a cui sono legati i racconti delle loro origini.
16 Comments
Mamma mia come te la invidio quest’isola di Pasqua!! Penso che la mia sarebbe una sbronza di Moai infinita!!
E’ un’isola che “crea dipendenza”…
WOW! Che bella Simo! Sembra così..”selvaggia” 🙂
Decisamente selvaggia… si!!
Ma cosi’ bella ed emozionante..
Grazie Marika 🙂
Wow.. un sogno!!! L’Isola di Pasqua… spero prima o poi di riuscire a vederla!!!
Te lo auguro davvero…
Rapa Nui e’ proprio cosi’… un sogno che si realizza!!
Il mio sogno…. sto pensando a quando programmare il viaggio!!
E’ stata anche per me la realizzazione di un sogno!!
Ti auguro davvero di andarci presto!!
Il periodo migliore e’ da fine ottobre a fine marzo, dic/gen/feb sono i mesi in cui i prezzi son piu’ alti.
Io ci son stata in novembre ed ho avuto un tempo splendido!!
Grazie per l’info… prendo nota e poi andrò’ a sbirciare tutti i tuoi altri post 🙂
Grazie a te per esser passato di qui!!
Se posso esserti utile in qualche modo… sai dove trovarmi!!
Ciao Simona
Ti scrivo x che mio marito ed io ad agosto vorremmo fare il viaggio in Cile e Isola di Pasqua e vorremmo da te alcuni suggerimenti visto che tu ci sei già stata
Ti ringrazio anticipatamente
Ciao Elda
Ciao Elda, che bel programma di viaggio!!
Agosto e’ bassa stagione per l’Isola di Pasqua e per la Patagonia Cilena, per cui non dovresti trovare tariffe esorbitanti. Se vuoi scrivimi un’email a simosacri@hotmail.com cosi’ ti do un po’ di consigli 😉
Molto molto interessante….
Hai organizzato da sola il viaggio?
Si Lucia, poi ho preso una guida sull’isola x i siti archeologici.
Splendido penso che sia ottimo per vedere ancora meglio i luoghi
Continuo a leggere il tuo blog a dopo!
Grazie per essere passata di qui!!