A circa quindici km da Hanga Roa, l’unico centro abitato di Rapa Nui, mi dirigo verso Rano Raraku, il Vivaio dei Moai.
Si tratta di un vulcano spento riempito da acqua piovana nella cui cava venivano creati i Moai.
Scolpiti nella pietra viva, poi issati con delle grandi leve e secondo la teoria più accreditata fatti scivolare giu dalla collina, fino ai siti prestabiliti, su una specie di pista mobile costituita dai tronchi degli alberi (sarebbe questa una delle ragioni per cui l’isola venne completamente disboscata).
Ce ne sono davvero tantissimi sparsi qua e là per la collina, semi sepolti, abbandonati lì proprio dai loro costruttori quando la lotta interna tra le tribù dell’isola portò alla quasi totale distruzione di questa misteriosa civiltà.
Si cammina in mezzo a queste enormi statue di pietra dallo sguardo severo ed immobile ed i visi rivolti verso l’infinito.
L’atmosfera é surreale, si ha quasi l’impressione che girandoci intorno ti seguano con lo sguardo pronte a muoversi e perfino a camminare. La sensazione di essere parte, anche solo per un momento, di un luogo unico e speciale diventa sempre più forte, é inevitabile.
Dalla collina, guardando verso la costa si gode della vista più bella.
L’Ahu Tongariki, la grande piattaforma dei quindici Moai… spalle all’oceano, diversi in forma ed estetica l’uno dall’altro, maestosi ed eleganti nella posizione eretta. In loro c’é tutto lo spirito degli antichi e nobili guerrieri Rapa Nui.
Quest’isola magica, ti incanta e ti sorprende a poco a poco.