Il mio approccio con Buenos Aires avviene i uno dei più caratteristici e storici quartieri della città, San Telmo, legato indissolubilmente alla storia e all’evoluzione della capitale argentina.
Qui gli spagnoli arrivarono intorno al 1500 per fondare il Puerto Nuestra Senora Santa Maria del Buen Aire, portando con se come al solito il loro “bel” carico di morte e distruzione per gli indigeni locali, e fu sempre qui che un paio di secoli dopo i portenos, gli abitanti di Buenos Aires, letteralmente quelli che abitano lungo il porto, riuscirono coraggiosamente a respingere gli attacchi degli Inglesi prima e a cacciare finalmente i conquistadores spagnoli poi.
Nato come quartiere signorile ed elegante, in seguito ad un’epidemia di febbre gialla che costrinse gli abitanti a spostarsi a nord della città, San Telmo assieme alla Boca e’ divenuto nell’800 il crocevia degli immigrati europei. Le belle dimore coloniali furono trasformate in Conventillos, case popolari, e tutto il quartiere subì un lento decadimento.
Oggi San Telmo vive una vera e propria rinascita, merito, probabilmente, del suo fascino retrò e démodé che attrae turisti da ogni parte del mondo, merito anche dei portenos che con la loro passione, la loro arte ed il loro amore per la vita l’hanno reso un quartiere più che unico in tutta la città.
Arrivando a piedi dalla via Defensa, lasciandosi alle spalle la Plaza de Mayo ci si accorge subito del cambiamento, le strade diventano piccole e acciottolate, i grandi palazzi del microcentro lasciano il posto a piccoli edifici di gusto coloniale, un pò trasandati, in gran parte bisognosi di urgenti restauri.
E’ domenica e come sempre da tempo immemorabile ormai c’è la Feria de San Telmo, un vivace e variopinto mercato dell’antiquariato che arriva fino alla vecchia e fascinosa Piazza Dorrego.
Curiosando per le bancarelle che vendono un pò di tutto, quadri, gioielli, ceramiche, carte geografiche del Nuevo Mundo, vecchie foto e immancabili cimeli dell’amatissima Evita Peron, si può assistere a spettacoli di tango improvvisati, teatrini familiari, performance di vecchi cantanti spuntati fuori da chi sa quale epoca passata, interrotti da rumorosi venditori ambulanti di empanadas calde con tanto di cartello promozionale “fai da te”.
Bere un mate al vecchio caffè bar Plaza Dorrego godendosi lo spettacolo offerto dalla Feria, o mangiare una saporita parillada, una partiiolare grigliata mista di carne, nei ristorantini a ridosso della piazza sono esperienze assolutamente da vivere, con calma e pazienza, come un vero partenos, considerando che il servizio qui non è dei più veloci.
Il mio primo giorno a Buenos Aires termina così.