“Oggi sia lodato il Signore, per la prima volta è stato spremuto vino dalle uve del Capo.”
(2 febbraio 1659, Jan Van Riebeeck – Primo Governatore della Regione del Capo)
Una tradizione che dura ormai da più di 350 anni e che produce con un certo successo “bianchi” e “rossi” pregiati in una cornice assolutamente degna di nota, le fertili Winelands della Penisola del Capo in Sudafrica.
Sicuramente una delle escursioni fuori Cape Town che mi sento di consigliare e, volendo, di prolungare con qualche giorno di permanenza per esplorare (e testare, specie se si é appassionati) con calma le numerose aziende vinicole ed i piccoli centri limitrofi.
Confesso di essere rimasta alquanto sorpresa dalla varietà di vigneti, dai panorami sorprendentemente familiari e da alcune tra le più deliziose cittadine che io abbia avuto modo di visitare nella mia prima esperienza sudafricana.
Complice la fertile terra d’argilla e scisto, un clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde e soleggiate e l’intervento del benefico Cape Doctor, il vento fresco che spazza via afa ed umidità, queste terre ad est di Città del Capo (per lo più vallate circondate da spettacolari catene montuose) garantiscono, grazie agli innesti ed alle continue sperimentazioni, una produzione vinicola di tutto rispetto.
Il mio itinerario segue la N1 (l’autostrada che collega Cape Town fino a Johannesburg per poi terminare al confine con lo Zimbabwe) in direzione nord-est, verso la cittadina di Paarl (ovvero perla, come il colore delle rocce delle montagne al mattino) nella vallata del fiume Beerg.
La strada procede dolcemente tra picchi montuosi, vigneti, fattorie, allevamenti di cavalli, struzzi e (del resto sono in Sudafrica) macachi dispettosi che girano indisturbati seminando lo scompiglio.
Di tanto in tanto incrocio splendidi edifici d’epoca che richiamano l’architettura coloniale olandese del 1600 (onnipresente in questa zona), si tratta di dimore originali, molte delle quali situate all’interno delle stesse aziende vinicole, oggi trasformate in musei, ristoranti, sale per degustazioni e talvolta in Relais di Charme.
Dopo aver raggiunto la cima della collina dell’Afrikaans Taalmuseum Monument, dedicato alle 11 lingue ufficiali del Sudafrica ed agli idiomi di tutto il mondo, e goduto dello splendido panorama sulla vallata di Paarl raggiungo i vigneti di Fairview Wine & Cheese un’azienda vinicola risalente al 1693 famosa anche per la produzione di una vasta gamma di formaggi di capra.
Le degustazioni (il prezzo é decisamente irrisorio, circa 3 euro) prevedono una selezione giornaliera di formaggi della casa e 6 assaggi di vino, tra cui i rinomati Shiraz, Tempranillo, Grenache Blanc e Pinotage, il mio preferito, creato proprio in Sudafrica agli inizi del ‘900 da un innesto tra Pinot Noir ed Hermitage.
Lungo la strada per Franschhoek incontro diverse tenute tra cui quella immensa e curatissima dei Ruperts, una delle famiglie più ricche del paese dedite anche all’allevamento dei cavalli e al collezionismo di prestigiose auto d’epoca, Pniel, una vecchia missione africana oggi ricca di vigneti, e Boschendal, una storica magione/museo nel tipico stile Olandese del Capo.
Franschhoek é un piccolo ed affascinante pezzo di Francia nel cuore del Sudafrica, un gioiello di estetica, pace e relax.
Una cornice verdissima, negozi di antiquariato ed oggettistica locale, ristoranti e piccole sale per degustazioni ed una serie di case dai colori candidi e di campanili rifiniti in pietra che riportano inevitabilmente indietro nel tempo al lontano passato coloniale.
Il consiglio é quello di fermarsi, se non per una notte, almeno per un paio d’ore, per godere dell’atmosfera di un passato lontano, unico ed affascinante, e per prendersi una “pausa” dalle numerose degustazioni.
La tappa successiva é Stellenbosch, il secondo più antico insediamento europeo in Sudafrica, famosa per essere la sede dell’Università in lingua Africans (uno degli idiomi più conosciuti e parlati) più grande del paese, circa 40.000 studenti provenienti da tutto il continente africano.
E’ soprannominata la città delle querce per i lunghi e pittoreschi viali alberati che la attraversano e che incrociano gli splendidi edifici di epoca coloniale che ne compongono il nucleo centrale.
Le 4 originali dimore del Villaggio Storico, ad oggi visibili con un biglietto cumulativo, regalano ai visitatori (grazie all’interazione di guide in costume) un quadro ricco e variegato di quello che la Colonia di Stellenbosch ha rappresentato dal 1709 al 1929.
A circa mezz’ora d’auto la mia tappa finale, probabilmente la più bella azienda viticola del mio itinerario, Zevenwacht.
450 ettari di vigne che degradano dalla collina, un lago che spunta come d’incanto dalla fitta vegetazione e sullo sfondo la magione principale (che funge da hotel di charme e ristorante) collegata direttamente alle cantine ed alla sala degustazioni.
Qui vengono prodotti eccellenti Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot, un vero paradiso non solo per gli appassionati di enologia ma anche per gli amanti del relax e della natura incontaminata.
Il luogo ideale dove decidere di fermarsi per la notte, non prima di aver degustato la cucina tipica a base di carne di struzzo, agnello e formaggi locali.
Da Zevenwacht seguendo la segnaletica si raggiunge facilmente l’autostrada N2 che in poco meno di 60 km riconduce verso Cape Town.