E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio,
l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse.
(Milan Kundera)
Due Oceani che si incontrano, un paesaggio fuori dal comune che interagisce in maniera tutta sua con una natura ricca e sorprendente, una città unica al mondo per vissuto e posizione ed un passato difficile ed amaro che ha ancora tanto da raccontare ed insegnare.
Il mio Capodanno in Sudafrica inizia da qui.
Tanta curiosità, poche (pochissime, lo ammetto) certezze, nonostante la serie di libri a tema ed articoli letteralmente divorati nei mesi passati, e quell’eccitazione incontrollata, mista ad attesa ed aspettativa, che rende le ultime ore prima della partenza quasi interminabili.
Domani mattina salirò su un volo Emirates, proverò tra l’altro la nuovissima tratta Bologna-Dubai, e dopo diverse ore di scalo nell’aeroporto dell’Emirato volerò diretta su Cape Town.
Sarà un itinerario decisamente insolito ed intenso, scelto di proposito in base ai miei interessi, a qualche piccolo desiderio (nel cassetto da un po’) da realizzare ed alla necessità di riuscire ad incastrare il più possibile in poco più di una settimana (ahimè il tempo in viaggio sembra non essere mai sufficiente).
Cape Town, dove poi trascorrerò il Capodanno, sarà la mia base di partenza per la scoperta di buona parte della Penisola del Capo e di alcuni punti della Western Cape. In questo particolare periodo dell’anno la capitale legislativa del Sud Africa sarà calda (é in corso l’estate australe) e temperata, grazie alla fresca brezza meridionale del Cape Doctor, ed invasa da un numero considerevole di turisti provenienti da ogni dove in cerca di svago ed emozioni forti.
Spero di riuscire ad esplorarne buona parte, caos permettendo, concentrandomi non solo sui siti turistici più noti (primi tra tutti il Waterfront e la City, la città storica) ma anche sui luoghi decisivi della sua evoluzione storica e sociale.
Il District Six, il BO-KAAP o le Township… quel passato difficile ed amaro a cui accennavo prima e dal quale mi sento inevitabilmente attratta, motivata probabilmente dal desiderio di riuscire a comprenderne almeno in parte le dinamiche, per poter capire, imparare (e magari raccontarvi) “qualcosa di più” di quanto letto sulle guide o sui libri di storia.
Poi ci saranno il vento e gli spettacolari scenari del Capo di Buona Speranza, The Cape of Good Hope, dove si incontrano Oceano Atlantico ed Indiano (ancora ho negli occhi e nelle orecchie le sfumature di colore, il mare agitato ed il vento impetuoso di un altro Capo altrettanto famoso e forse più difficile da raggiungere, Cape Horn), i simpatici Pinguini di Boulder’s Beach, Hout Bay e le Foche di Seal Island, i panorami mozzafiato dalla Table Mountain (tempo e nuvole permettendo), l’esplorazione culturale e gastronomica di qualche tipica comunità locale ed una attenta scoperta (assaggi inclusi, e qui ne vedremo delle belle) delle Wine Lands, i vigneti locali che dicono essere unici per storia e posizione, e che sembra producano un vino speciale.
Proverò a raccontarvi live, connessione, tempo e spostamenti permettendo, i momenti clou di questa nuova avventura.
Se avrete consigli e spunti da offrirmi o curiosità da chiedermi durante il viaggio non dovrete far altro che intercettarmi (ed interagire, come sempre) sui miei canali social seguendo due semplici hashtag… #MeetSouthAfrica e #CapeTownExperience.
Io son pronta, valigia chiusa, reflex a posto, documenti, Mac e guide nello zaino.
Il mio (ed il vostro, perché no) Capodanno in Sudafrica parte esattamente da qui!