Attraversare il Brooklyn Bridge: la mia passeggiata-itinerario per scoprire il ponte più bello del mondo.
Sarà perchè la mia prima volta a New York é cominciata proprio da qui.
Sarà perchè regala alla città quel profilo inconfondibile che la rende unica, sarà per il suo fascino retrò, del resto proprio quest’anno ha compiuto 130 anni, sarà che attraversarlo a piedi al tramonto ammirando il sole che calando si perde, attraverso gli intrecci dei suoi cavi, nei grattacieli di Manhattan, regalando incredibili effetti di luce, é uno degli spettacoli più belli ai quali abbia mai assistito.
Il Brooklyn Bridge per me, come credo per la stragrande maggioranza dei newyorkesi, é il ponte più bello del mondo!
Arrivando con un volo interno al La Guardia airport é facile avvistarlo, un enorme braccio d’acciaio che collega Lower Manhattan con Brooklyn, impreziosito da grossi blocchi di granito lavorato dai quali partono, come in un gioco d’equilibrio, i cavi ed i tiranti che ne consentono la staticità.
Un vero e proprio capolavoro ingegneristico, progettato dall’ingegnere J.A. Roebling, che nel 1883, appena terminato, divenne il più grande ponte sospeso al mondo in acciaio. Sembra che l’idea di creare un collegamento tra le due sponde sia venuta in seguito ad una disavventura capitata a Roebling proprio lungo l’east river, quando in pieno inverno rimase per ore bloccato dal ghiaccio su un traghetto che lo conduceva verso Park Slope.
Quando sono a New York, mi concedo sempre una rilassante giornata nel cuore di Brooklyn, adoro passeggiare nei viali alberati di Park Slope tra le vecchie case vittoriane e spingermi fino alla promenade. Rientrando verso Manhattan seguo sempre lo stesso percorso, come ipnotizzata attraverso Old Fulton Street e se é aperto mi fermo a volentieri a mangiare un delizioso gelato alla Brooklyn Ice Cream Factory, proprio a ridosso del ponte.
Poi lentamente mi incammino verso le scale del passaggio pedonale del Brooklyn Bridge.
Facendo sempre attenzione a tenermi sulla sinistra, per chi proviene da Manhattan é la destra, considerato che a destra i ciclisti sfrecciano senza la minima attenzione per i pedoni, mi godo la mia passeggiata “sospesa” sull’east river.
Osservo, scopro nuovi scorci, sorrido alla vista di gruppi di turisti che a bocca aperta si guardano intorno, nei loro visi stupiti ed esterrefatti mi sembra quasi di rivivere l’eccitazione della mia prima volta qui.
Mi fermo a scattare qualche nuova foto, mi sembra di non averne mai abbastanza, davanti a me la Freedom Tower ormai terminata spicca dal groviglio di grattacieli di Lower Manhattan, sotto a sinistra i moli turistici, riesco persino a vedere il famoso Pier 17.
Alla mia destra il più moderno, si fa per dire, Manhattan Bridge, risalentel 1912, più lontano incorniciato dagli incastri dei cavi del ponte scorgo l’Empire State Building che domina da tempo immemorabile ormai la parte alta della città.
Sotto di me i battelli carichi di turisti, quelli che fanno il giro dell’isola di Manhattan, passano lenti assieme a qualche chiatta che trasporta materiali da costruzione verso qualche nuovo cantiere della città, sopra di me di tanto in tanto passano silenziosi gli aerei che dai tre areoporti della zona collegano New York con il mondo.
La Beekman Tower mi annuncia che ormai sono a Manhattan, destreggiandomi tra le bancarelle di suvenir per turisti che affollano la parte finale del ponte, mi defilo verso la metro di Chambers St.
3 Comments
Adoro la vaniglia dell’Ice cream factory…
a me fa impazzire il cioccolato… e poi in una cornice cosi’ suggestiva tutti i gusti hanno una marcia in piu’!!!
Concordo in pieno con te sulla visione che hai di questo ponte.
Io ne sono proprio rimasta stregata.