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Visitare Bushwick ed i Murales di The Bushwick Collective, Brooklyn, New York, per scoprire come la “rinascita” di un quartiere passa per la Street Art. Info e consigli per organizzare al meglio l’esplorazione dell’intera zona.
Bushwick é un ex quartiere operaio nel nord-est di Brooklyn, a poca distanza dalla più famosa Williamsburg.
Ci si arriva facilmente con la linea L della metro (quella di colore grigio) che parte da Union Square e in una ventina di minuti circa raggiunge la fermata di Jefferson Street. Poche rampe di scale e ci si ritrova nel centro del quartiere.
Zimad, un noto street artist del Queens, mi aspetta proprio qui per mostrami orgoglioso l’ultimo “progetto” al quale lavora da un pò.
Un’enorme scritta, BUSHWICK, proprio di fronte all’uscita della metro, le cui grandi lettere, visibili ad una notevole distanza, saranno riempite ciascuna dall’estro e dall’inventiva di artisti famosi provenienti da tutto il mondo.
Zimad lavora alla lettera K, mentre ne riprende i contorni con due tipi diversi di spray (per il fissaggio, credo, mi spiega con alcuni termini troppo specifici perchè io possa comprenderne il significato preciso), mi racconta con un entusiasmo quasi contagioso di lui, della grande scritta, che diventerà una specie di cartolina da visita del quartiere, e della storia di Bushwick.
Fino a pochi anni fa l’intera area era off limits non solo per i turisti ed i visitatori ma addirittura per le forza dell’ordine, una sorta di terra di nessuno in cui poteva davvero capitare di tutto.
Poi qualcosa é cambiato, la gente del quartiere ha iniziato a reagire motivata soprattutto dal deciso e risolutivo intervento dell’amministrazione comunale, sempre più interessata a “ripulire” i boroughs fuori Manhattan.
L’impulso più forte è però venuto da Joe Ficalora, dal suo impegno per la rinascita e la promozione di questa zona.
Nativo di Bushwick, Joe nel 1991 ha visto morire qui suo padre, falciato dai colpi di una pistola durante una sparatoria in strada. Cresciuto, si é impegnato in ogni modo affinchè la sua casa, le vie intorno e l’intera zona potessero divenire un luogo sicuro per le generazioni future.
Così, forte dell’idea che la rinascita debba necessariamente passare anche dall’arte e dalle sue manifestazioni più vere ed originali, Joe ha creato The Bushwick Collective, un’esposizione permanente di street art che, attraverso i colori accesi ed i personaggi reali o di fantasia immortalati sui muri dei palazzi e delle fabbriche del quartiere, racconta non solo il grande desiderio di rinnovamento ma anche i sogni, le storie, i progetti, i pensieri e le speranze di un’intera comunità.
Joe invita street artist da tutto il mondo per decorare le pareti esterne degli edifici, più di cinquanta ad oggi, messe a disposizione gratuitamente, per la causa come dicono qui, dai loro proprietari.
Lentamente, grazie soprattutto all’interesse crescente da parte di esperti, curatori ed artisti emergenti desiderosi di farsi conoscere, i locali abbandonati iniziano a riempirsi di studi professionali e spazi espositivi sempre più spesso aperti al pubblico.
The Bushwick Collective é in continua espansione, non c’é parete o muro abbastanza grande da contenere un piccolo sogno che non sia stato gia preso in considerazione da qualche eccentrico artista di passaggio.
L’area si snoda da Jefferson Street a Troutman Street, fino a Wyckoff e St. Nicholas Ave, anche se é oggettivamente difficile segnarne i contorni precisi.
Il consiglio é quello, una volta furiusciti dalla stazione di Jefferson, di muoversi, cartina alla mano, esplorando le vie a partire dagli incroci, cercando sempre di ritornare al punto di partenza. I Murales sono talmente tanti ed in continuo work in progress che nel tentativo di seguirne il percorso, spinti dalla curiosità, si corre il rischio di allontanarsi troppo e di sconfinare in zone ancora poco battute.
Oggi a Bushwick vive la più grande comunità ispanica dell’intera New York.
Per lo più immigrati caraibici, portoricani, messicani e salvadoregni che, dietro l’impulso offerto dalla street art, si dedicano sempre più alla creazione di aziende locali per la promozione delle tradizioni gastronomiche e culturali dei loro paesi di provenienza.
Impossibile non pensare che da queste parti stia accadendo qualcosa di unico e speciale, una sorta di effetto domino che sfrutta l’arte, in ogni suo aspetto, come mezzo di promozione, valorizzazione e crescita.
Come dice Zimad, molto più di una promessa, un’occasione da prendere al volo.
“If you don’t built your dream, someone will hire you to help build theirs.”
4 Comments
Altro post da segnare per il mio viaggio a NY, grazieeeee
P.S.
Le foto son spettacolari!
Bushwick ha sorpreso anche me, uno di quei luoghi che non si può non vedere a NY.
Grazie Anna 🙂
Quanto tempo ci vorrebbe o quante volte bisogna tornare a New York per poter vedere tutto quello che si desidera? Intanto leggo i tuoi post, Bushwick con qualcuno del posto dev’essere pazzesco!
Grazie anche a te ho organizzato l’ultimo viaggio a new york dove è nato il mio blog, esiste solo da tre settimane e ho cominciato proprio raccontando di lei 😉 capisco quando dici che non ne hai mai abbastanza!
Vieni a curiosare se ti va, e continua a scrivere dei tuoi viaggi!
ester
Grazie Ester.
Felice di esserti stata utile x NY, davvero non si finisce mai di scoprirla e, nel mio caso, di amarla…
Certo che vengo a curiosare sul tuo blog 🙂