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Da Sofia al Monastero di Rila, breve itinerario in Bulgaria alla scoperta di antiche cittadine, monasteri e paesaggi incantati. Informazioni pratiche e consigli.
La strada per arrivare a Rila da Sofia, due ore d’auto ( o di bus) circa, é un susseguirsi di vallate, piccoli centri, infinite pianure e pochi sparuti impianti industriali, poco distante verso est il confine serbo ed a sud quello greco.
Un percorso semplice che una volta superata la cittadina di Dupnitsa inizia una lunga e tortuosa salita verso le Rila Mountains, lo spettacolare complesso muontuoso che ospita alle sue pendici l’omonimo monastero.
Poco prima di arrivare a Rila, la cittadina che giace ai suoi piedi, si incontra Kocherinovo, un piccolo villaggio noto in Bulgaria come il paese delle cicogne giganti.
Basta fermarsi nella piazza principale, dove tra l’altro passa la strada per il monastero, ed alzare lo sguardo per notare gli enormi nidi di cicogne posizionati sui comignoli dei camini e sui tetti delle case.
Durante il periodo invernale le cicogne migrano in Nord Africa lasciando i loro ripari per poi ritrovarli (la gente del posto considera un vero sacrilegio toccarli o anche solo modificarne la forma) all’inizio della stagione primaverile.
Secondo la tradizione popolare il loro arrivo, in genere in marzo, segna l’inizio della primavera ed il saluto dell’inverno, una sorta di rito propriziatorio divenuto con il tempo una vera e propria celebrazione per gli abitanti di Kocherinovo con tanto di festeggiamenti e usanze tradizionali.
Come quella dei Marteniza, diffusasi poi in tutta la Bulgaria.
Si tratta di ornamenti (per lo più braccialetti) in filo rosso e bianco indossati da uomini e donne solo durante il mese di marzo ed appesi ad un albero, legati ad un desiderio da esaudire, dopo aver visto arrivare la prima cicogna.
Proseguendo verso ovest, poco distante da Kocherinovo si devia a sinistra verso Rila, il punto di partenza (specie per chi arriva fin qui in autobus) per le escursioni che raggiungono il monastero, che dista 20 km circa, ed i laghi.
Effettuare questo percorso in pieno inverno, con temperature rigide che arrivano a toccare i -18 gradi e la neve, complice di uno scenario mozzafiato, si corre davvero il rischio di scambiare la realtà per una fiaba.
Man mano che la strada si inerpica, infatti, la vegetazione si fa più fitta e gli alberi completamente imbiancati acquistano al sole, laddove le montagne ne consentono l’accesso, riflessi argentei ed il vento, nel più assoluto ed assordante solenzio, muove i granelli di neve nell’aria completando la scenografia.
Al termine della strada, in cima ad un’altura, si apre uno spiazzo, una sorta di fortezza di pietra che cela un piccolo passaggio ad arco affrescato con colori delicati che, una volta attraversato, rivela il più grande simbolo dell’ortodossia bulgara, un complesso di chiese, celle, torri, musei, affreschi, icone preziosissime, storie e personaggi mitici sospesi tra tradizione e realtà storica, il Monastero di Rila.
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco a partire dal 1983, questo complesso sacro, fondato dal monaco eremita Ivan Rilski intorno all’anno 1000 ed ampliato e restaurato più volte nel corso dei secoli, ha il merito di aver preservato durante l’invasione ottomana la cultura e le tradizioni religiose bulgare.
Il Monastero, nel quale volendo si può anche pernottare, é aperto tutti i giorni dalle 6 alle 22, la Chiesa della Natività, la più grande di tutta la Bulgaria, il Museo, al suo interno tra l’altro è conservata la preziosa e misteriosa Croce di Rila, un crocifisso miniato con 140 iscrizioni bibliche e più di 600 figure umane, intagliato nel legno con una tale precisione da aver reso cieco il suo autore, il monaco Raphael, la Torre Hreliova, la cucina ed alcune celle utilizzate in passato per l’apprendistato dei monaci, sono visitabili ma è assolutamente vietato fotografare all’interno.
Il consiglio è quello di esplorare con calma lo spiazzale interno, di curiosare negli angoli tra la chiesa e la torre, nelle botteghe che vendono icone in legno ed oggetti legati al monastero, tra le balconate del refettorio, di bere l’acqua purissima che sgorga dalle fontane ai lati dei camminamenti e di osservare con attenzione i passaggi laterali sotto gli archi, non é insolito infatti imbattersi in uno dei 6 monaci che ancora dimorano all’interno del monastero.
Sulla strada del ritorno prima di arrivare a Rila si incontrano diverse taverne, che sono anche affitta camere, per rifocillarsi e riposarsi a prezzi veramente modici. Io ho provato quella di Gorski-Kut, ottima scelta di piatti tipici, porzioni abbondanti, vino della casa ed una spesa totale di circa 8 euro (16 lev).
Da Sofia ogni mattina dall’autostazione Ovcha Kupel parte un bus per Rila (due ore circa ad un costo di 18 lev), da Rila per raggiungere il Monastero é necessario poi prendere un taxi o una delle cinque navette giornaliere (5 lev).
Alcune agenzie locali forniscono, per una spesa che si aggira sui 40 euro a persona, escursioni in giornata da Sofia con autista e, su richiesta, una guida privata.
Diversamente è possibile prenotare un auto a noleggio a Sofia e muoversi in totale libertà. Le strade sono facilmente percorribili e poco trafficate, le indicazioni stradali in cirillico sono quasi sempre accompagnate dalla versione in caratteri latini (i nostri per intenderci) sottostante.
14 Comments
che bella la storia delle cicogne e dei marteniza, scopri sempre un sacco di cose originali.
Mi piace proprio leggere i tuoi racconti imparo un sacco di cose sul mondo, grazie.
Cara Anna, grazie a te che mi segui sempre con tanto entusiasmo.
Mi fa piacere poterti essere utile 🙂
La Bulgaria è (purtroppo) poco conosciuta, ma merita davvero!!
Condivido a pieno.
E’ una terra ricca di storia e cultura ed anche l’aspetto gastronomico non é da sottovalutare 😉
Ciao Simo, una curiosità: ti hanno fatto problemi o guardato “un po’ così” per via dei pantaloni?
A me hanno fatto indossare una gonna per entrare in chiesa ad Est della Polonia.
Ciao Giovy, assolutamente no.
Avevo i pantaloni termici scuri (tra l’altro abbastanza aderenti) e non mi han detto proprio nulla, han solo chiesto, come e’ d’uso, che gli uomini togliessero il cappello.
I paesaggi sono bellissimi. Interessante la tradizione dei Marteniza.
Eh si, la Bulgaria e’ stata una scoperta ed ancora ne ho da raccontare 😉
l’usanza dei braccialetti rossi appesi all’albero è davvero una chicca! I nidi di cicogna li ho visti solo in Marocco 😀 Comunque il monastero vale davvero una visita già solo per quegli affreschi dai colori splendidi! P.S. mamma mia la foto “come in una favola” mi dà l’idea di una giornatina parecchio sotto lo zero 😛
ehm Monica, moooolto sotto zero… -18!!
Sai che anche a me quei nidi han fatto pensare a quelli del Marocco? Ho chiesto se fossero delle stesse cicogne che migrano d’inverno e mi han spiegato che in parte é così.
Gli affreschi son spettacolari, quelli all’interno ancora di più… peccato che nn li si possa fotografare, son opacizzati dal fumo delle candele, si dovrebbe usare il flash ma sarebbe dannoso e quindi niente foto!
Ciao Monica, hai fatto l’escursione con un tour o noleggiando un’auto per conto tuo? Noi volevamo noleggiare un’auto per essere più liberi…ma le strade come sono?
Le strade sono buone.
Io ho noleggiato un minivan, eravamo in 6 e non abbiamo avuto problemi.
Molto interessante. Fra 15 giorni vado in Bulgaria con mia moglie (viaggio autogestito). Prenderò un’auto a Sofia per fare un tour. Sai se esiste un sentiero percorribile dal Monastero ai sette laghi?
Grazie e complimenti
Ciao Paolo, grazie.
So che esiste un collegamento ma io son stata in pieno inverno ed i sentieri non erano percorribili.
Prova a cercare sul sito ufficiale, lo trovi qui http://bulgariatravel.org/