In Inglese
L’itinerario alla scoperta della “mia” Philadelphia da non perdere passa inevitabilmente per una delle più originali, insolite ed affascinanti collezioni d’arte al mondo, la Barnes Foundation.
Una visita che da sola basterebbe a giustificare un viaggio a Philadelphia.
Provate ad immaginare di passeggiare tra decine di tele di Modigliani, De Chirico, Picasso, Van Gogh, Degas, Renoir, Cezanne, Matisse, Rubens, Tiziano, Paolo Veronese (e molti altri), intervallati da una serie di oggetti d’arte provenienti da differenti periodi storici e continenti, distribuiti apparentemente a caso ma in realtà collocati secondo le dettagliate indicazioni di Albert C. Barnes.
Ovvero attraverso la ricerca di linee, colori, spazi e luce.
Un impianto museale unico nel suo genere, per collocazione, ispirazioni e chiavi di lettura delle opere d’arte.
Fortemente voluto nel 1922 dal medico e chimico Albert C. Barnes – divenuto milionario grazie all’invenzione del primo farmaco antisettico, l’Argyrol – e con uno statuto estremamente rigido che fino al 1995 consentiva l’ingresso ad un massimo di 200 visitatori al giorno.
Perché come lo stesso Barnes amava ripetere… “solo nella tranquillità e nell’assoluta concentrazione è possibile cogliere l’essenza di un’opera d’arte”.
“Non vi è alcun metodo più sicuro per evadere dal mondo che seguendo l’arte,
e nessun metodo più sicuro di unirsi al mondo che tramite l’arte ”
(Goethe)
La storia della Barnes Foundation – come quella di tante collezioni d’arte americane – ha dell’incredibile.
Merita di essere raccontata perchè strettamente connessa al pensiero ed alle attività del suo creatore, il medico e chimico Albert C. Barnes, collezionista appassionato e visionario che fece fortuna grazie alla produzione e commercializzazione dell’Argyrol, dedicandosi poi nel tempo sempre con maggiore impegno (soprattutto economico) ad una delle sue più grandi passioni, quella per l’arte.
Arte a cui si avvicinò da autodidatta snobbando – e creando per questo parecchi malumori nell’ambiente – consigli ed interpretazioni dei critici in voga all’epoca, convinto che la sua missione fosse quella di comprendere il lavoro, l’essenza e le opere di ogni singolo artista e trasmetterlo attraverso lezioni e conferenze a chi – principalmente per questioni economiche e sociali, alludo alle classi più povere – non avrebbe mai potuto goderne in altro modo.
La passione per l’arte esplose a partire dal 1910.
I primi viaggi in Europa, l’amore improvviso per l’impressionismo e per Picasso, l’incontro a Parigi con il mercante d’arte Paul Guillaume e la scoperta di Modigliani, De Chirico e Soutine, l’acquisto di molte loro opere e l’idea di creare una collezione permanente in America.
La Barnes Foundation nacque nel 1922, in una struttura creata appositamente nell’esclusiva zona di Merion Station, immediatamente fuori il centro di Philadelphia.
Le regole rigide imposte da Barnes vietarono il prestito delle opere ad altri musei e la riproduzione di esse in qualsiasi forma, consentendo l’accesso solo a 200 (fortunati) visitatori al giorno.
Per decenni la Barnes Foundation è rimasta nascosta agli occhi del grande pubblico, anche dopo la morte dello stesso Barnes. Solo a partire dal 1995 l’esposizione trasformatasi nel tempo in un vero e proprio museo è divenuta accessibile a tutti.
Oggi è collocata in tutto il suo splendore nel centro di Philadelphia, in una struttura moderna ed innovativa al cui interno è stata riprodotta fedelmente la residenza originale di Merion Station.
Tutte le opere sono disposte nelle posizioni originali volute da Barnes e i percorsi guidati aiutano a percepirle e comprenderle secondo le sue personali interpretazioni e chiavi di lettura.
La Barnes Foundation è molto più di un semplice museo.
Si tratta di una delle più complete raccolte al mondo di quadri moderni e post impressionisti francesi, oltre ad una ricca sezione di oggetti dedicata all’arte antica.
Parliamo di 23 sale e circa 800 opere – tra cui un numero imprecisato di Renoir, Cézanne, Matisse, Picasso, Modigliani, Seraut e Van Gogh e molti altri celebri contemporanei – esposte senza alcun nesso logico o cronologico.
Visitarla significa intraprendere un insolito percorso sensoriale nell’arte e nel mondo di Albert Barnes, scoprire le singole opere in relazione alle altre, attraverso confronti e contrasti, impressioni ed associazioni, seguendo le luci, i colori, gli spazi e le linee.
Il risultato?
Una lettura totalmente innovativa dei quadri e degli oggetti esposti ed una percezione personalissima che genera in ogni singolo visitatore sensazioni e stimoli differenti.
Non è più solo l’opera d’arte ad avere un valore intrinseco ma ciò che genera nella mente delle persone che la osservano in relazione alle altre.
Un’esperienza nuova, un esercizio mentale ed associativo che aiuta a rileggere l’arte con nuovi strumenti e a renderla forse più accessibile anche alle nuove generazioni.
La Barnes Foundation si trova al 2025 della Benjamin Franklin Pkwy, il viale che da Logan Square conduce fino alla scalinata del Philadelphia Museum of Art, passando per la Free Library of Philadelphia ed il Rodin Museum.
Il museo è aperto dal mercoledì al lunedì (martedì chiuso per turno) dalle 11 alle 17.
Considerate almeno 3 ore per la visita e valutate la possibilità di effettuarla con accompagnatore. Le guide – disponibili solo in inglese – sono estremamente preparate (ed appassionate) e vi aiuteranno ad individuare e comprendere opere ed allestimenti seguendo la visione di Barnes.
Il prezzo del biglietto è di 30$ ed include anche le esposizioni temporanee.
Sono previsti sconti per studenti e persone oltre i 65 anni, l’ingresso è invece gratuito per i bambini sotto i 12 anni.