In Inglese
Scrivere delle cose da fare a Key West, suggerirne percorsi e location insolite, e raccontarne le storie.
Praticamente impossibile non nominare i luoghi più famosi e le geniali “trovate pubblicitarie” dei suoi abitanti che hanno contribuito nel tempo a trasformarla in un luogo cult per turisti e visitatori.
Qualche esempio?!
Il lembo di terra (poco importa che si tratti di un’isola) più a sud degli USA e più vicino a Cuba.
Votato geneticamente al divertimento ed al relax, in cui è stata fondata l’utopica Conch Republic. Avete mai sentito parlare del “movimento secessionista” della One Human Family? Una sola famiglia umana?
Il luogo dove scrittori del calibro di Ernest Hemingway hanno trovato terreno fertile (con l’immancabile supporto alcolico dello Sloppy Joe’s Bar) per comporre alcuni dei loro romanzi più famosi.
Basterebbe solo questo per renderla una meta appetibile.
Ma se vi dicessi che c’è di più?
Dapprima territorio dei Nativi Americani, degli Spagnoli e degli Stati Uniti poi.
Punto d’approdo di pirati ed avventurieri, di produttori di sigari, di artisti caraibici in cerca di fortuna, di contrabbandieri di alcolici in pieno Proibizionismo e di un numero imprecisato di cubani fuggiaschi.
Sede di uno dei più grossi contingenti militari americani durante la delicata fase della Baia dei Porci all’epoca dell’amministrazione Kennedy e di alcune delle più belle dimore estive dalla tipica architettura coloniale caraibica del ‘700 e dell’800.
Amata ed assiduamente frequentata da intellettuali e politici delle correnti più differenti, da Presidenti degli Stati Uniti, scrittori, pittori e attivisti, e da un numero consistente di turisti di ogni età attratti dalle tante attività legate all’Oceano, dal clima benevolo e dalla vivace ed interminabile vita notturna.
Key West è uno dei luoghi più tradizionali e selettivi ed al tempo stesso aperti, tolleranti, allegri, originali e creativi degli Stati Uniti d’America.
Una bellissima ed affascinante contraddizione in termini da cui si corre il rischio, una volta ambientatisi, di non riuscire ad andare più via.
A Key West ci si arriva seguendo il tratto finale della Overseas Highway, ovvero la U.S. 1, attraverso le suggestive Florida Keys.
In molti decidono di dedicarle un’escursione – guidata o “fai da te” – in giornata da Miami.
Il consiglio è quello di darsi più tempo e valutare di trascorrere almeno una notte nella Old Town, magari pernottando in uno dei suggestivi Inn storici che incorniciano le variopinte ed allegre vie del centro (che si gira tranquillamente a piedi), tra Duval Street ed Eaton Street.
Di seguito un itinerario in 10 tappe, dalle più conosciute ed immancabili alle più singolari ed insolite, per scoprire e vivere il meglio di Key West.
Una boa gigante, rossa e nera con strisce bianche ed oro – la trovate all’incrocio tra Whitehead Street e South Street – e con la scritta 90 miles to Cuba – Southernmost Point Continental USA.
Una sorta di demarcatore convenzionale (in realtà il sito più a sud è il vicino Fort Zachary Taylor National Park) per indicare il punto continentale più a sud degli Stati Uniti d’America e la distanza irrisoria, appena 90 miglia (circa 150 km), dalla famigerata Cuba.
Una foto è d’obbligo a quanto pare e richiede anche un bel pò di pazienza considerata la fila di turisti che si forma dalle ore centrali del giorno fino al tramonto.
Sulla Boa è riportato anche il simbolo della Conch Republic a cui accennavo prima e che troverete ovunque in giro per l’isola. Una sorta di marchio collegato idealmente al vicino mosaico, sul marciapiede a destra del Southernmost Point, inneggiante la One Human Family.
Di cosa si tratta esattamente?
Negli anni ’80 fu istituita una dogana nei pressi di Key Largo per individuare eventuali criminali, spacciatori ed immigrati illegali provenienti dall’area caraibica.
Un “posto di blocco” deviò drasticamente il traffico turistico da Key West verso le più sicure aree a nord ed ovest di Miami, impoverendone le attività collegate.
I suoi abitanti insorsero fondando una sorta di Repubblica autonoma chiamata poi Conch Republic – dal nome del Conch, il gustoso mollusco che si pesca in zona – in cui ognuno fosse ben accetto indipendentemente dallo status (libero cittadino, profugo o galeotto), dalla religione, dall’orientamento politico e sessuale, come in un’unica grande famiglia umana, the One Human Family appunto.
La Conch Republic dichiarò ufficialmente guerra agli USA, salvo poi arrendersi pacificamente quando la dogana fu eliminata e fu ripristinato il flusso turistico.
“We Seceded Where Others Filed.”
“Noi l’abbiamo avuta vinta nella secessione, lì dove altri hanno fallito“
(The Conch Republic – Motto)
Ogni vero abitante di Key West (uno status che si acquista dopo molti anni) è un Conch orgoglioso che espone la bandiera della sua Repubblica (spesso a scapito di quella americana) e partecipa alla commemorazione annuale della storica secessione.
Un evento che in febbraio richiama tantissimi turisti, tra manifestazioni, spettacoli e festeggiamenti ad alto tasso alcolico.
Duval Street è “la strada” di Key West.
Un percorso di circa 2 km che unisce South Beach a Mallory Square tagliando in due la Old Town.
Un continuo susseguirsi di locali, pub, ristoranti, negozi vintage e di souvenir, gallerie d’arte, venditori di sigari, Inn storici trasformati in B&B, dimore d’epoca e musei.
Un mix unico ed originale di suoni, sapori, colori e odori.
Una delle poche strade al mondo dove fermarsi a far baldoria in un pub – magari il famosissimo Sloppy Joe’s Bar particolarmente amato da Ernest Hemingway, suo assiduo frequentatore – e poi uscire e visitare nel civico a fianco un’esclusiva esposizione artistica o prendere parte ad un incontro letterario.
Viva, allegra e rumorosa, dalla tarda mattinata fino a notte fonda.
La Martin Hellings House è una delle ultime dimore storiche tutt’ora di proprietà privata di Key West.
Una storia incredibile con una serie di proprietari illustri.
La dimora fu costruita nel 1890 da Martin L. Hellings, imprenditore della Ocean Telegraph Company, distintosi come ufficiale durante la Guerra Civile. Assieme a sua moglie Eleanor Curry, ricca ereditiera colta ed emancipata, Hellings rese l’edifico un punto di ritrovo importantissimo per le attività culturali e sociali dell’isola.
La casa passò successivamente nelle mani di un giudice locale per poi divenire nel 1940 sede del Key West Woman’s Club, un’associazione no profit fondata nel 1915 e gestita da sole donne, che si occupa di preservare, salvaguardare e “nutrire” il passato, il presente ed il futuro della comunità locale, in ambito sociale, culturale, politico e letterario.
Gli interni sono splendidi e perfettamente conservati, è possibile richiedere una visita guidata (di solito gratuita ma è sempre meglio lasciare un’offerta) direttamente all’ingresso.
Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale.
Il Conch Republic Seafood Company è un ristorante (forse sarebbe meglio definirlo taverna) frequentato per lo più dai locali dove gustare, in onore alla sopracitata Conch Republic, il piatto tipico di Key West, i Conch Fried serviti con succo di lime e riso. Non dimenticate di assaggiare la deliziosa Key Lime Pie, una delle migliori della zona.
Le porzioni sono abbondanti, i prodotti utilizzati (pesce e crostacei) freschissimi ed i prezzi sono decisamente convenienti considerata la media dei ristoranti di Duval St.
Lo trovate al 631 di Greene St.
La casa in cui Hemingway visse con la sua seconda moglie dal 1930 al 194o e dove compose, tra i vari romanzi, Le Verdi colline d’Africa.
Il suo studio perfettamente conservato, i discendenti del suo famigerato gatto con 6 artigli e l’ultimo penny “rimasto” incastrato sul fondo della grande piscina, fortemente voluta dalla sua compagna, e nel complesso l’esplorazione dell’intera dimora permettono di farsi un’idea abbastanza chiara dello scrittore e dell’uomo.
Una visita consigliata ed imperdibile.
Sul sito ufficiale della Ernest Hemingway House trovate tutte le informazioni sugli orari, sui tour guidati e su particolari eventi dedicati all’artista.
La casa di vacanza del Presidente Harry Truman, trasformata da lui stesso – a causa dei frequenti soggiorni sull’isola – in una vera e propria piccola Casa Bianca.
Qui Truman incontrava giornalisti e politici, organizzava conferenze stampa e gestiva le emergenze da Washington DC.
Altri 5 Presidenti, tra cui lo stesso JFK, hanno soggiornato durante il loro mandato nella Little White House per brevi periodi.
La casa-museo è piena di oggetti legati al passaggio di Truman (come fare un salto nei primi anni ’50), le visite guidate durano circa 45 minuti e sono ricche di storie ed aneddoti.
Un luogo suggestivo che non molti conoscono.
Si tratta del vecchio The Trev-Mor Hotel, costruito nel 1919 con annessa concessionaria – la prima sull’isola – per il noleggio e la vendita d’auto.
Hemingway e sua moglie soggiornarono in questo hotel durante la loro prima visita a Key West nel 1928. Lo scrittore fu ospite dell’albergo per tre settimane in attesa di ritirare la sua nuova auto, una Ford ordinata proprio nella concessionaria sottostante.
Fu durante questa permanenza “forzata” che si innamorò dell’isola e che ispirato compose buona parte di Addio alle Armi.
Oggi Casa Antigua è occupata dal Pelican Poop Gift Shoppe, pagando 2 dollari è possibile visitare il cortile sul retro ed ascoltare la storia di Hemingway e dell’edificio.
Il centro nevralgico della Old Town, la piazza in cui convergono le strade più famose e frequentate e dove ogni pomeriggio, proseguendo poi fino a tarda sera, si riuniscono complessi musicali, ballerini, artisti ed eccentrici personaggi a cui si aggiungono i croceristi giornalieri.
Da non perdere, nel lato nord est della piazza, il Mel Fisher Maritime Heritage Museum con la sua preziosa collezione di mappe antiche e reperti recuperati dalle navi pirata affondate in zona.
Un must, con o senza cielo terso, forse ancora più suggestivo con qualche nube all’orizzonte.
Un tramonto – proprio alle spalle dell’omonima piazza – sull’Oceano seduti sulla banchina, magari sorseggiando birra e mangiando una porzione di Conch Fried da asporto.
Un ricordo che da solo vale il viaggio.
Un luogo insolito, situato immediatamente alle spalle del centro della Old Town (l’ingresso principale è in Angela St.), un’architettura cimiteriale ottocentesca che contrasta fortemente con i colori vivaci della vicina Duval St.
Il Key West Cemetery risale al 1847, si sviluppa sul punto più altro di key West e conserva i sepolcri ed i monumenti funebri (alcuni decisamente eccentrici, come quello di un gigantesco Conch in pietra e marmo) dei personaggi più celebri della città, incluso il mausoleo dedicato a Los Martires de Cuba.
Si organizzano su richiesta visite guida, se interessati potete contattare l’Historic Florida Keys Foundation.
6 Comments
Sono stata alcune volte a Key West, sia per il tempo di un tramonto che per alcuni giorni. Sono moltissime le cose da vedere e da ricordare e le hai elencate tutte. Mi è venuta una voglia incredibile di Lime Pie, di cui mi sono scoperta golosissima!
Grazie 🙂
Ma lo sai che anche a me è piaciuta tanto la Key Lime Pie??
Mi hai fatto venire voglia di andarci! Quando ero a Miami sono andata in direzione Key West ma purtroppo causa problemi alla macchina a soli 5 km da KW sono dovuta tornare indietro.. Credevo che quello spettacolare panorama che si ammira per arrivarci fosse la motivazione principale per visitarla ma leggendo il tuo post mi hai convinta ad andarci, grazie! Appena trovo un buon errore di prezzo prenoto 🙂
Figurati!
Se torni valuta di fermarti almeno una notte 😉
Ciao Simona,
quanti giorni consigli di soggiornare per una visita completa? consigli comunque di prendere una macchina o è possibile fare queste cose a piedi o in bicicletta?
grazie per la Disponibilità.
Key west la giri in tranquillamente in bicicletta, ma per arrivarci ci vuole la macchina, senza dubbio. Per la visita consiglio due giorni pieni, per godersela con calma.