In Inglese
Intraprendere un viaggio in Alabama – magari nel corso di un lungo on the road negli Stati Uniti del Sud – significa anche scegliere di seguire il percorso forte, intenso ed emozionante dello US Civil Rights Trail.
Parlo di un itinerario completamente dedicato agli episodi ed ai luoghi più significativi del Movimento per i Diritti Civili.
Alla lotta contro la segregazione degli afroamericani negli anni ’50 e ’60 ed a quella per il loro diritto al voto, o al semplicissimo diritto di scegliere di sedersi, di bere o di utilizzare le toilettes pubbliche liberamente.
Un itinerario per ricordare Martin Luther King e tutte quelle donne e quegli uomini, sconosciuti ai più, che come lui attraverso l’impegno, la dedizione e talvolta il loro stesso sacrificio hanno dato un senso a tutto questo.
Molti pensano che quella dei Civil Rights sia una solo una storia triste, ormai lontana nel tempo e per certi versi “noiosa”, credetemi non é per niente così.
E’ una storia – ancora attualissima purtroppo – che parla di coraggio, di amore, di rispetto, di dignità e di libertà.
Una storia che più che letta o studiata va rivissuta dal vivo, nei luoghi in cui é avvenuta, ascoltando magari i racconti e gli aneddoti di chi l’ha davvero attraversata in prima persona.
Così ho pensato, nell’intento di trasmettere al meglio le emozioni di questa singolare esperienza, di indicare le tappe del Civil Rights Trail del mio viaggio in Alabama, inserendo – oltre ai consigli ed alle informazioni pratiche – le impressioni e le sensazioni avute sul momento, appuntate su un’agenda, scritte di getto sui vari social o raccontate live in alcuni brevi video.
Il percorso inizia da Selma, una cittadina dell’Alabama.
Un piccolo centro abitato sviluppatosi su un’ansa dell’Alabama River che non sembra essere poi cambiato tanto dal 1963, anno in cui divenne famoso in tutto il mondo per la sua terribile Domenica di sangue.
Dai miei appunti.
Selma, domenica 7 marzo 1965, una giornata passata alla storia come The Bloody Sunday.
600 afroamericani attraversano l‘Edmund Pettus Bridge – destinazione Montgomery – per manifestare a favore del loro diritto di voto.
Arrivati alla fine del ponte vengono fermati e caricati dalla polizia del governatore dell’Alabama, picchiati selvaggiamente a sangue e rimandati indietro.
Una scena indimenticata, impressa nella memoria di molti e immortalata dalle riprese televisive che fecero il giro del mondo scuotendo le coscienze ed i pregiudizi di tanti.
Solo tre settimane dopo migliaia di uomini, bianchi e neri, guidati da Martin Luther King ripresero la marcia e riuscirono finalmente ad arrivare allo State Capitol di Montgomery.
Pochi mesi dopo il Presidente Johnson firmò il Voting Rights Act, la legge che sanciva il definitivo ed inalienabile diritto di voto per tutti gli afroamericani.
Attraversare l’Edmund Pettus Bridge, oggi (nel particolare e difficile periodo storico in cui viviamo) e seguire lungo l’Historic Route, la U.S. 80 che ricalca fedelmente il percorso della marcia di Martin Luther King fino a Montgomery, è qualcosa di prezioso ed indescrivibile al tempo stesso.
La visita di Selma richiede una mezza giornata al massimo.
Oltre all’Edmund Pettus Bridge é consigliabile visitare il National Voting Right Museum che conserva foto, cimeli e filmati d’epoca legati all’evento. Il museo si trova proprio alla fine del ponte sulla destra, all’ingresso della città sulla U.S. 80.
Se avete tempo date uno sguardo anche alla zona “nera” della Brown Chapel Ame Church, la chiesa in cui King tenne uno dei suoi discorsi più toccanti e da cui partì effettivamente la marcia.
“Io ho un sogno.
Che un giorno proprio qui in Alabama, i bambini e le bambine nere
daranno la mano ai bambini ed alle bambine bianche, come fratello e sorella.”
(Martin Luther King)
In circa 80 km, seguendo l‘Historic Trail Route Selma to Montgomery si raggiunge Montgomery, capitale dell’Alabama.
Dai miei appunti.
Montgomery, 1 dicembre 1955.
L’esasperante segregazione razziale sui bus cittadini spinge Rosa Parks ad un gesto di protesta che diviene a tutti gli effetti la prima vera scintilla del movimento dei Diritti Civili.
Rosa rifiuta di cedere il suo posto sull’autobus ad un uomo bianco rimasto in piedi, scatenando le ire del conducente e dei due poliziotti intervenuti e finendo con l’essere arrestata.
Il gesto di Rosa Parks provoca in breve tempo una reazione inaspettata.
Un giovanissimo Martin Luther King organizza, coinvolgendo tutti gli afroamericani della città, il boicottaggio dei bus, per un periodo talmente lungo – ben 382 giorni – da portare sull’orlo del fallimento la compagnia dei trasporti pubblici.
L’anno seguente la battaglia è vinta, la segregazione sugli autobus viene abolita, nasce ufficialmente il Movimento per i Diritti Civili.
Oggi, nel luogo esatto in cui Rosa rifiutò di cedere il suo posto sorge un bellissimo museo che ne onora la memoria e l’impresa.
Il mio Civil Rights Trail prosegue tra emozione e riflessione, seguendo la marcia di Martin Luther King, fino all’Old State Capitol.
Il Rosa Parks Library & Museum si trova in pieno centro, al 252 di Montgomery St. ed é aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17 (il sabato fino alle 15).
Poco distante, proseguendo a piedi verso l’Old Capitol é consigliabile fermarsi a visitare il Civil Rights Memorial Center, una sorta di memoriale che onora e preserva il ricordo di quanti persero la vita nei difficili anni dei Civil Rights.
Proseguendo verso nord, a circa 150 km da Montgomery si raggiunge la città di Birmingham.
Dai miei appunti.
Birmingham, 15 settembre 1963.
Due membri del Ku Klux Klan fanno esplodere una bomba – una delle tante, al punto da trasformare il nome della città in “Bombingham” – nella 16th Street Baptist Church massacrando 4 ragazzine che si preparavano per la messa nelle stanze del seminterrato e gettando nel terrore e nella disperazione l’intera comunità.
L’evento scuote profondamente l’opinione pubblica americana e mondiale al punto da offrire una spinta decisiva al Movimento per i Diritti Civili.
Oggi, seduta sulle scale della stessa Chiesa, dopo essere stata invitata a partecipare alla funzione del Venerdì Santo (in una sala gremita di “bianchi” e “neri”) e dopo aver visitato visibilmente commossa l’adiacente Birmingham Civil Rights Institute, mi fermo per un momento a riflettere sul senso del mio viaggio in Alabama e sul Civil Rights Trail iniziato a Selma tre giorni fa, a pensare quanto un itinerario del genere – ancora cosi vivo, vero ed efficace – possa aprire gli occhi e stimolare le coscienze più di mille libri e proclami.
Alcuni consigli.
Se capitate nel week end informatevi sugli orari delle funzioni della 16th Street Baptist Church, partecipare ad una delle messe può rivelarsi un’esperienza estremamente suggestiva, che siate o meno credenti.
Fermatevi per un po’ nell’adiacente Kelly Ingram Park.
L’intero parco commemora – con statue, suggestive installazioni artistiche e frasi celebri – non solo i tragici fatti di Birmingham ma tutto il periodo relativo al Movimento dei Diritti Civili.
Se non lo avete ancora fatto, per prepararvi emotivamente e storicamente ad un itinerario così intenso ed articolato, vi consiglio di guardare Selma, il bellissimo film del 2014 che racchiude buona parte degli eventi citati sopra.
2 Comments
Un articolo davvero interessante, mi fai venire una gran voglia di tornare negli States a vedere questi posti!
Grazie Teresa!