“Quello che tutti noi riusciamo ad imparare e successivamente a trasmettere e comunicare grazie ai
nostri viaggi accresce la percezione del mondo come un’immensa esperienza ed occasione di crescita.
E la crescita genera conoscenza, e la conoscenza genera il rispetto per l’individuo e per la vita”.
(Belgrado, 13 novembre 2015, riflessioni)
Sono a Belgrado, è sabato sera.
Tiro le somme di un weekend difficile, di quelli nati con l’entusiasmo e la voglia di vivere e raccontare una città dal passato non semplice che è riuscita nel tempo a voltare pagina e finiti con la rabbia (dura, davvero difficile da gestire questa volta) ed un profondo senso d’impotenza per gli attentati terroristici su Parigi della scorsa notte.
Non riesco a trovare parole che riescano ad offrire almeno una parvenza di senso per quanto accaduto, non senza il rischio di cadere in un prevedibilissimo ed insulso buonismo o di eccedere in polemiche sterili o peggio ancora di farmi garante di una sicurezza e di una spavalderia nel dirvi di non avere paura e di continuare a viaggiare che in realtà non ho, meno che mai in questo momento.
Preferisco mettere da parte tutto, pensieri, rabbia ed emozioni a caldo e dare voce e visibilità ad una storia incredibilmente vera e potente, iniziata in uno dei periodi più cupi e difficili della storia serba (ahimè di nuovo così attuale) ed arrivata sorprendentemente fino ad oggi “portatrice sana” di uno dei migliori messaggi che io possa offrire in questi giorni così difficili.
Una storia, un incontro, un racconto, fatto di e da persone vere, una di quelle esperienze di viaggio forti, inaspettate che obbligano a riflettere e che lasciano alla fine la sensazione che non tutto sia andato perduto.
Una storia che parla di mondo, di me, di noi, di tutti.
Una storia di cui ero venuta a conoscenza tempo fa e che forse é stata uno dei motivi principali che mi ha spinta fin qui, in questo strano weekend di metà novembre.
Nel 1999 prima ancora che iniziassero i bombardamenti della NATO sulla città, Belgrado, sotto il controllo folle e sconsiderato di Slobodan Milosevic, era rimasta letteralmente isolata dal resto del mondo.
In segno di protesta e di conseguente apertura a tutti i costi verso un universo libero sempre più lontano, Mirko Stankovic (un affermato manager di spot pubblicitari) assieme ad alcuni amici fidati decise di creare nel sotterraneo della sua abitazione una sorta di zona franca senza barriere, un piccolo locale dove parlare di mondo, confrontarsi e favorire il proliferare della cultura e del pensiero libero diversamente proibiti.
Nacque cosi la (Yugoslav) Federal Association Of Globe-Trotters.
“Un luogo dove gli spiriti liberi di tutto il mondo potessero ritrovarsi per scambiarsi idee ed informazioni. (…)
Per creare un’oasi senza frontiere in una città che stava soffocando dentro i suoi confini, ognuno di noi ha contribuito all’arredamento del locale con piccoli oggetti, quadri e mobili provenienti da ogni parte del mondo. In quell’epoca di isolamento era il nostro modo per sentirci senza confini, per rimanere fedeli a noi stessi e restare in contatto tra noi e con il resto del mondo”
(Mirko Stankovic)
Ancora oggi questo spazio incredibile, arricchito di ulteriori esperienze ed incontri, continua (in un relativo tempo di pace) nella sua opera di apertura e diffusione del pensiero libero. Quotidianamente arrivano viaggiatori, scrittori, filosofi, artisti ma anche gente comune da ogni dove per raccontare e condividere la loro “fetta” di mondo.
Non nascondo l’emozione ed il piacere di essere riuscita a visitare questo luogo e la gioia nell’essermi sentita parte di qualcosa di speciale. Venire qui, sedersi a bere un caffè, un cocktail o mangiare qualcosa e trascorrere qualche ora a parlare di mondo e di vita in un luogo che sa e trasuda di mondo e di vita é incredibile.
“Oggi sono il proprietario del locale e desidero che continui ad evolversi, esattamente come Belgrado. Spero che le persone di mentalità aperta continuino a venire qui da tutto il mondo e contribuiscano, ognuna a modo suo, a questo processo”
(Mirko Stankovic)
Una Belgrado da non perdere, insolita, vera, preziosa.
Alcune informazioni pratiche.
La Federal Association of Globe Trotter si trova nel sottoscala del civico 7 del bulevard Despota Stefania, quella che una volta era Ulica 28 Novembra, proprio a ridosso della centralissima Piazza della Repubblica, poco dopo l’accesso all’antico quartiere della Skadarlijia.
Una volta entrati nel portone dell’edificio raggiungete l’angolo in fondo a destra e scendete al piano inferiore, una porta con intarsi in stile antico egitto indica l’ingresso.
Il locale, che é conosciuto anche come Club Svetish Putnika, é aperto dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 24 ed il sabato e la domenica dalle 16 all’1 di notte. Di solito si anima nel tardo pomeriggio, il momento migliore per incontrare persone con cui interloquire.
I prezzi sono davvero irrisori, poco più di 1€ per un caffè e 2/3 per un cocktail seduti al tavolo.
2 Comments
Bellissima scoperta, grazie Simona!
Grazie a te Elena ?
Poi se riesci ad andare, mi racconterai…