In Inglese
Anno dopo anno, costruzione dopo costruzione, Ground Zero cambia.
Non é più quell’immensa voragine nera che 14 anni fa inghiottì persone, palazzi e speranze, lasciando l’intera città avvolta da una nuvola di fumo bianco, dolore ed angoscia.
A poco a poco le gru ed i canteri hanno lasciato spazio a nuovi e sorprendenti edifici, primo fra tutti il One World Trade Center, più noto al pubblico come Freedom Tower, ad oggi il più alto grattacielo dell’Emisfero Occidentale (il terzo nel mondo) che con i suoi 1776 piedi, senza calcolare l’antenna, rievoca patriotticamente, e non potrebbe davvero essere diversamente, l’anno della nascita della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America.
C’è luce finalmente, tantissima luce ed il rumore non é più quello cadenzato dei martelli pneumatici ma il brusio, colorito e variegato, della folla di pendolari che riprende il suo via vai verso gli uffici del vicino Financial District e dei venditori di cartine e tour di Lower Manhattan, Staten e Liberty Island.
Gli hotels ed i grandi magazzini risplendono di vetrine lussuose ed accattivanti e la vecchia metro del World Trade Center torna lentamente alla normalità, più bella ed avveniristica che mai.
Provate ad immaginare ad un uccello bianco che schiude le ali, ecco é questa l’impressione che ho ogni volta che passando per Ground Zero volto lo sguardo verso quella strana costruzione che prende forma sempre più velocemente.
La vita continua più forte, coraggiosa e fiduciosa che mai, é come se quel passato fosse ormai lontano e sempre più impalpabile, e forse agli occhi dei giovani visitatori, che di quella terribile giornata non hanno che il ricordo di un filmato visto di sfuggita in tv durante un anniversario, é proprio così.
Eppure i newyorkesi (per certi versi il mondo intero) non dimenticano, non potrebbero credo nemmeno se volessero.
Superato l’ultimo cantiere ancora attivo a Ground Zero, appare sulla destra un ampio spazio aperto, un’oasi di pace di ben 6 ettari nel cuore di una delle aree più trafficate della città.
C’é la Memorial Plaza con i suoi 450 alberi che simboleggiano la rinascita, ci sono le due grandi piscine di granito che ridisegnano il perimetro delle Twin Towers e sui cui bordi sono incisi i nomi delle 2983 vittime dell’11 settembre – delle torri, dei voli, del Pentagono, dei soccorritori e del primo attentato del 1993 – ed infine tra la Fredom Tower e la Piscina Nord una strana costruzione geometrica color argento, il National September 11 Memorial Museum, inaugurato a maggio del 2014.
Un museo in 4D, progettato da un pool di architetti norvegesi, che in realtà funge da capsula del tempo.
E come se, una volta entrati, si venisse improvvisamente catapultati in quel maledetto giorno, tra i turisti che affollano i traghetti per la Statua della Libertà, che saranno poi i primi a vedere e filmare l’arrivo degli aerei, i passeggeri ed i terroristi islamici in attesa di salire sui voli della morte, le persone che ignare si recano tranquillamente al lavoro negli uffici delle Twin Towers.
Nel mezzo di tutto questo un incredibile percorso emotivo fatto di immagini, documenti audio e video, oggetti, volti e suoni.
Difficile, se non impossibile spiegare a parole la potenza evocativa di questo luogo.
L’intera struttura si trova 21 metri sotto il piano di calpestio, volutamente inglobata tra le fondamenta della Torre Nord, quelle del Bathtub, il muro di contenimento del fiume Hudson che miracolosamente riuscì a non cedere in seguito al crollo delle torri, e quelle dell’area antistante il perimetro della Torre Sud.
In pratica l’epicentro dell’orrore, che include volontariamente la Foundation Hall, la base della Torre Nord, alcune parti deformate della struttura dei due grattacieli, inclusa l’ultima trave rimossa nel 2002, ed i resti dei veicoli della polizia e dei vigili del fuoco usati durante i primi soccorsi.
Poco distante l’Historical Exhibiton, in cui non é possibile filmare né fotografare, il luogo consacrato alla memoria e della riflessione.
Qui sono custoditi tutti i frammenti recuperati dagli aerei usati per gli attentati e gli oggetti personali rinvenuti tra le macerie, enormi ammassi di cemento, fili elettrici e travi in cui non é stato possibile verificare, considerato lo spessore e la compattezza, la presenza di resti umani.
Nei video sgranati ed inediti di quanti in preda al panico si gettarono dalle torri in fiamme, nelle voci delle chiamate dei passeggeri dei voli dirottati, nei messaggi d’addio registrati nelle segretarie telefoniche dei propri cari.
Qui si può rivivere minuto dopo minuto, attraverso una minuziosa ricostruzione, tutti gli eventi di quella giornata, la rotta degli aerei poi schiantatisi sulle torri, il volo United 93 eroicamente deviato dai suoi passeggeri e caduto prima di arrivare alla Casa Bianca ed il volo sul Pentagono.
Qui si può ascoltare, vedere e leggere di tutto, interviste, immagini inedite, le più svariate teorie cospirazionistiche, accuse, sospetti, illazioni.
Tutto viene riportato e trattato come in una grande antologia dell’orrore, non viene lasciato fuori nulla, nemmeno le conclusioni finali e le somme di quanto non solo gli Stati Uniti ma tutto il mondo siano cambiati a partire dall’11 settembre 2001.
L’esposizione In Memoriam, in cui é possibile risalire alla storia ed all’identità di ognuna delle vittime e le sale audio per assistere ai timelapse della ricostruzione di Ground Zero chiudono lo spazio espositivo.
La frase di Virgilio riportata in caratteri enormi nell’area che apre e chiude l’esposizione, recita
No day shall erase you from the memory of time
(Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo)
La ferita sarà sempre aperta, la memoria non verrà mai meno ma la vita deve continuare, forte di una nuova consapevolezza.
Una visita impegnativa ed estenuante, tanto emotivamente quanto fisicamente, calcolate almeno 3/4 ore.
Un’esperienza da consigliare a tutti, a chi non dimentica, a chi vuol saperne di più, a chi non riesce a comprendere il senso, a chi resta nel dubbio, a chi quell’11 settembre 2001 ancora non c’era o era troppo piccolo per capire.
L’intera Memorial Plaza é accessibile al pubblico, gratuitamente, tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.
L’ingresso al National September 11 Memorial Museum, accessibile tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00, é al momento a pagamento (sembra si stiano valutando soluzioni alternative).
Qui trovate tutte le info necessarie inerenti i prezzi, le prenotazioni on line e le eventuali partecipazioni a tour di gruppo con vigili del fuoco, guide specializzate e poliziotti.
La metro più vicina per accedere all’area del Memorial é quella di Fulton St.
4 Comments
Bellissimo post Simona, ho visitato il memorial nel 2011 e sicuramente è molto cambiato da allora quando il cantiere per la costruzione della Freedom Tower era ancora attivo e rumoroso. Non ho mai osato scriverne perchè non me la sono sentita ma tu sei riuscita perfettamente in questa impresa!
Grazie Federica, l’argomento mi sta davvero a cuore.
Volente o nolente sono emotivamente coinvolta in quella maledetta data.
Ground Zero è molto cambiata, credo sia giusto comunque raccontare l’accaduto alle nuove generazioni, si può imparare tanto…
Impressionante!
Grazie per la spiegazione e per le foto.
Davvero impressionante!
Da vedere per capire, conoscere e non dimenticare.