Nei luoghi dello sbarco in Normandia: itinerario, storia ed emozioni

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Nei luoghi dello sbarco in Normandia: itinerario, storia ed emozioni

Viaggio nei luoghi dello sbarco in Normandia: storia, itinerario, consigli, informazioni, suggestioni ed emozioni.

 

La costa della Normandia e le sue spiagge Omaha, Juno, Sword, Utah, la storia é passata di quì scrivendo uno dei capitoli più terribili e sanguinosi del ‘900.

Martedì 6 Giugno 1944, gli alleati americani, inglesi, canadesi e neozelandesi, coadiuvati da numerosi reparti speciali, sbarcano sulle spiagge della Normandia.

Inizia così la liberazione dell’Europa dalla morsa tedesca.

Normandia, memoriale di Caen!!!

Prima di procedere verso la spiaggia mi fermo a Caen dove un’imponente memoriale mi introduce alla tragica storia di quei giorni, le lettere dei soldati che parteciparono allo sbarco, i loro oggetti di uso quotidiano, le loro foto dai cui volti traspare si la paura ma anche la convinzione di essere nel giusto.

Alcuni filmati originali dell’epoca mi spiegano come cinicamente nelle prime ondate dello sbarco fossero mandati avanti i più giovani ed inesperti, nella convinzione che il loro sacrificio potesse offrire poi una successiva e più veloce avanzata ad opera dei “veterani”.

Normandia

Mi spingo verso la costa, davanti a me Omaha beach, teatro della battaglia più sanguinosa, qui in una sola mattinata, quella del famoso giorno più lungo, morirono più di 2000 soldati, molti dei quali non avevano ancora compiuto 20 anni.

Scopro che proprio sopra la spiaggia sorge il cimitero americano, un lunga distesa di croci bianche con in sottofondo la musica del loro inno nazionale, é un’atmosfera quasi irreale, é come se il tempo si fosse fermato a quella mattina.

Scendo sulla spiaggia e scrutando l’orizzone mi viene da immaginare le faccie sbigottite ed incredule dei soldati tedeschi alla vista delle numerose navi e mezzi da sbarco che quel fatidico giorno affollarono questo tratto di mare.

omaha beach

Proseguo verso Pointe du Hoc, un promontorio a picco sul mare dove pochi valorosi Rangers riuscirono, a costo della vita, nell’impresa impossibile di avanzare e distruggere le postazioni nemiche.

Lo scenario che si apre oggi ai miei occhi é lunare, restano degli immensi crateri, segno del massiccio bombardamento, a ricordo indelebile di quei tragici momenti.

Pointe du Hoc

pointe-du-hoc-monument

L’ultima tappa prima di rientrare é il cimitero tedesco a La Cambre.

Numerose croci scure a gruppi di cinque ospitano le sepolture di centinaia soldati tedeschi, molti dei quali senza un nome, anch’essi per lo più ragazzi non ancora ventenni, anch’essi convinti di essere nel giusto.

La cambre

Proprio questo luogo mi induce a riflettere sull’inutilità delle guerre, sul fatto che i desideri folli e megalomani di pochi uomini possano condurre a disastri di tali proporzioni, non posso trovare conclusione più appropriata a questo mio viaggio della frase esposta all’interno della sala del sacrario tedesco.

I cimiteri di guerra sono la migliore preghiera per la pace!

2 Comments

  1. Annalisa ha detto:

    Pensa che io sono stata in questi luoghi al trentennale…. Avevo 14 anni ma mi ricordo ancora le croci bianche e i bunker e il museo. Una gran tristezza. Un posto segnato per sempre dal dolore

    • simona sacri ha detto:

      Io ci son stata cinque anni fa… una visita sinceramente dolorosa ed angosciante ma più che doverosa!!
      Peccato che (come mi raccontarono quella volta) siano ancora pochi gli italiani che visitano i luoghi dello sbarco.. c’e’ solo da imparare!!

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